Esclusione Tomaselli: duri gli affondi del senatore uscente, che con garbo ha stigmatizzato le scelte di Renzi ed Emiliano

BRINDISI – Il Senatore uscente Salvatore Tomaselli, con sobrietà e garbo, ha rappresentato alla stampa i risultati prodotti nel corso del suo mandato parlamentare ed al contempo ha mosso critiche nei confronti dei vertici nazionali e regionali del Pd.

Tomaselli, di area Orlandiana, ha annunciato che, nonostante l’esclusione dalla prossima tornata elettorale, profonderà il massimo impegno per il bene del partito, ma non ha potuto nascondere l’amarezza per una scelta a suo dire frutto di errori politici: “Sono stati commessi gravi errori politici nella composizione delle liste. Si è scelto di tagliare un pezzo dell’offerta del partito: la minoranza dell’area Orlando è stata mortificata nei numeri ed è come se un pezzo della squadra fosse rimasta in tribuna”, ha affermato l’ex Senatore, che poi ha rincarato la dose: “Su 36 postazioni utili (i 24 collegi uninominali ed i primi due posti nei collegi plurinominali, ndr) sono presenti solo 2 rappresentanti dell’area Orlando. Le liste sono state chiuse da Decaro ed Emiliano, non dal Segretario regionale, che tra l’altro, essendo candidato, è in conflitto di interessi. Quanto accaduto è anche il frutto della pessima legge elettorale elaborata, che ha rappresentato un suicidio per il Pd. Ma di tutto ciò ne riparleremo dopo il 4 marzo. L’unico cruccio che mi porto dietro è che avrei voluto misurare il mio consenso personale con l’elettorato, ma non è stato possibile”.

Tomaselli ha poi passato in rassegna le criticità riscontrate nell’ultima Legislatura, auspicando che il prossimo candidato premier possa essere Gentiloni: “Un sondaggio di SVG, mi auguro poco realistico, dice che il Pd è primo nei consensi tra i ricchi e nel ceto medio, mentre è in coda in quello più povero: qui raccoglie l’11% dei consensi, il M5S il 36%. Renzi ha pensato più alla quantità che alla qualità delle riforme, e penso a quella del lavoro, dove contano più la dignità e la qualità dello stesso. Nonostante ciò, il Pd è l’unica casa che può garantire una crescita democratica del Paese, in opposizione al centrodestra a trazione leghista ed al M5S eterodiretto”.

Il Senatore uscente non ha mancato infine di rammentare ai presenti il lavoro svolto nel corso dell’ultima Legislatura, durante la quale: ha presentato 8 disegni di legge (dei quali quello sulla riforma della governance nell’ambito dell’aerospazio è diventato legge); ha assunto 11 volte il ruolo di relatore in aula di provvedimenti di legge, come nel caso dell’istituzione della Zes, dove un suo emendamento ha permesso di indicare fino a 2 porti core per regione; ha permesso di recuperare 25 milioni per le bonifiche, dei quali, però, non si vede ancora traccia nonostante la firma della delibera Cipe; ha contribuito all’acquisizione del finanziamento di 5 mln per il Castello Alfonsino; ha lavorato per l’allargamento del finanziamento a tutti i progetti ammessi al bando sulle periferie, che porteranno in città 19 mln di euro (anche se non si sa ancora precisamente come si riusciranno a spendere, dato che il Comune non individuò a monte un soggetto gestore); si è speso per la risoluzione della vertenza dei lavoratori della Santa Teresa; si è fatto promotore del tavolo interministeriale per la discussione dei finanziamenti dei progetti presentati da Asi ed Autorità portuale (tavolo in stallo, che non è dato sapere se verrà mai portato a termine dato che potrebbe cambiare la colorazione del Governo); infine, si è interessato per primo (“nonostante qualcuno adesso provi a mettere il proprio cappello su questa vicenda”, ha dichiarato causticamente Tomaselli) per la candidatura della Cittadella della Ricerca al bando Enea.

Tale mole di lavoro è stata riconosciuta anche dal Segretario provinciale del Pd, Rosetta Fusco, che aveva indicato la Mariano e Tomaselli come candidati privilegiati, anche e soprattutto alla luce della qualità del lavoro svolto dagli stessi. Le istanze del partito provinciale, tuttavia, non sono state accolte: “E’ una situazione che mi ha addolorato: dopo il 4 marzo vorrò vederci chiaro anche io su tante cose”, ha tuonato la Segretaria.

Insomma, un cammino in salita per il Pd, che si appresta a vivere una campagna elettorale di rincorsa.

Andrea Pezzuto
Redazione
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