Ecotecnica: i 13 lavoratori a rischio licenziamento occupano il Monumento al Marinaio ed alcuni di loro minacciano di gettarsi giù

Nella prime ore di questo pomeriggio i 13 lavoratori della Ecotecnica sospesi dal lavoro e che saranno sicuramente licenziati hanno occupato il Monumento al Marinaio di Brindisi. Qualcuno di loro minaccia di buttarsi giù dal Monumento perché il provvedimento ingiusto che li ha colpiti ha cancellato definitivamente il diritto al lavoro per il resto della loro vita. Hanno deciso che  sospenderanno la protesta fino a quando un ministro della Repubblica sarà disponibile ad ascoltare il loro dramma di lavoratori innocenti di qualsiasi colpa, se non quello di aver sbagliato 20/25 anni fa e di aver pagato il loro debito con la giustizia.

Dopo quegli avvenimenti hanno girato completamente pagina affidando al lavoro la loro unica ragione di vita. Sono stati sospesi e saranno sicuramente licenziati in base alla legge 231/2001. Questa legge  è un atto volontario  della azienda  teso   ad evitare infiltrazioni mafiose sui luoghi di lavoro.

L’organismo di vigilanza a cui si è rivolto Ecotecnica ha stilato  un elenco di  lavoratori che hanno chiuso  i problemi avuti con la giustizia 20/25 anni fa.  Per tutta la loro attività lavorativa hanno presentato casellari dei carichi pendenti immacolati in quanto avevano pagato il loro conto con la giustizia. Sono passati attraverso numerosi passaggi di cantiere senza che avvenisse nulla, anche superando la legge 231/2001 oggi di fatto applicata unilateralmente da Ecotecnica. La società forse ha agito  sulla scorta della misura interdittiva antimafia che ha colpito  Gial Plast. Ha pensato  di sospendere degli innocenti lavoratori  per dimostrare le sue buone azioni alle prefetture delle città presso cui opera, cercando  così di evitare le stesse  azioni ricevute da Gial Plast. Si cancellano così leggi e articoli della costituzione che prevedono la possibilità di essere reinseriti nella società attraverso l’arma fondamentale del lavoro. Altro fatto grave è che i lavoratori quando impugneranno il licenziamento avranno sicuramente ragione in tribunale; il loro licenziamento sarà considerato sicuramente illegittimo dal giudice di turno. In base alla legge Fornero i lavoratori pur avendo ragione riceveranno quasi sicuramente dal giudice  una indennità per il danno subito calcolato in alcune mensilità. Non tornano quindi a lavoro subendo  oltre al danno … anche la beffa. L’effetto domino che avevamo pronosticato il primo giorno della misura di interdittiva antimafia subita dalla Gial Plast  sta avvenendo. Dobbiamo cambiare pezzi significativi di queste leggi  in cui a pagare sono solo lavoratori innocenti. Qualcuno, anche tra i lavoratori, si accorge oggi della cancellazione dell’articolo 18 che avrebbe potuto rappresentare un freno a queste ingiustizie.

Il Sindacato Cobas già da 2 mesi è impegnato in questa battaglia di civiltà  sempre al fianco dei lavoratori colpiti. E’ la battaglia su una questione di principio …..che potrebbe colpire centinaia di migliaia di lavoratori la cui unica colpa è stata quella di aver sbagliato tanti anni prima.

Sul posto la Polizia, i vigili del Fuoco, la Polizia Locale ed il 118.

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