Duplice omicidio Serranova, Cosimo: “Volevo uccidere Carmelo, poi ho ammazzato Tonino e Caterina”. Oggi sopralluogo nel casolare

Nove giorni dopo il duplice omicidio di Serranova, gli investigatori sono tornati nel casolare dell’orrore, in contrada Canali. Da Bari sono arrivati i carabinieri della sezione investigazione scientifica che, assieme ai colleghi del Nucleo Investigativo e della compagnia di San Vito dei normanni, hanno effettuato ulteriori rilievi al fine di stabilire – tra le altre cose – se la notte del 28 febbraio, in quella casa, sia entrato solo l’84enne Cosimo Calò, reo confesso del duplice omicidio del fratello Tonino e della moglie Caterina, uccisi a fucilate.

In queste ore, tra l’altro, emerge un particolare inquietante: nella sua lunga confessione, Cosimo ha riferito al pm Francesco Carluccio che quella notte, in realtà, aveva intenzione di ammazzare l’altro fratello, Carmelo; ma non trovandolo in casa, si è diretto da Tonino, ha bussato alla sua porta ed ha ucciso prima lui e poi la moglie.

Carmelo Calò

Ecco perché, dal giorno successivo la scoperta dei due corpi, il genero di Carmelo – Gianluca – aveva deciso di fare delle ronde notturne con la propria auto, a Serranova: temeva per la vita del suocero. Cosimo e Tonino, come è emerso dalle dichiarazioni rese dal fratello Carmelo quale persona informata sui fatti, non erano mai andati d’accordo. La rottura tra i due diventa definitiva all’apertura del testamento di un quarto fratello, Angelo, il quale aveva lasciato tutto a Tonino: 100mila euro, una casa ed un terreno. Cosimo, questa cosa, non l’aveva mai digerita. Tanto che circa sei mesi fa, di pomeriggio, era andato a casa di Tonino e di Caterina, dove c’erano anche Carmelo ed un’altra sorella. Li aveva minacciati di morte, aggiungendo che, avendo superato gli 80 anni, non lo avrebbero mai arrestato. Ed invece, le manette sono scattate. Cosimo risponde del reato di duplice omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela e dalla premeditazione.

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