Decreto Centinaio, Amati e Pentassuglia: “C’è un errore, si rischia di rendere più difficile la lotta all’avanzata della Xylella. Lettera ai deputati”

Fabiano Amati

“Con il testo approvato si rischia di vanificare, sia pure involontariamente, tutta l’attività di lotta al batterio e di contenimento della sua avanzata. Per questo motivo abbiamo scritto ai componenti della commissione Agricoltura della Camera dei deputati, per correggere l’errore in vista della conversione in legge del D.L. n. 27 del 2019”. Lo comunicano i presidenti delle commissioni regionali Bilancio e Attività produttive, Fabiano Amati e Donato Pentassuglia.

“Riteniamo la necessità – spiegano i due consiglieri regionali pugliesi – di prestare attenzione all’art.8 del decreto, nella parte in cui aggiunge l’art.18 bis D. lgs. n. 214 del 2005, il quale prevede che nel caso di irreperibilità o rifiuto degli obbligati a eseguire le misure fitosanitarie di emergenza, queste possono essere eseguite coattivamente mediante accesso sui fondi da parte degli ispettori incaricati, coadiuvati, su richiesta, dalla Prefettura. La disposizione risulta inutile e addirittura dannosa. Inutile perché – aggiungono – tratta di misure già obbligatorie con la legislazione pre-vigente e quindi eseguibili coattivamente contro gli irreperibili e coloro che “rifiutano” o semplicemente non eseguono spontaneamente; dannosa perché fonte di equivoci, sicché si potrebbe sostenere che senza la sua introduzione non si poteva già procedere all’esecuzione coattiva e in danno, come invece è stato fatto in passato”.

“Non solo”, proseguono i due esponenti Pd in Consiglio regionale. “Tale disposizione, prevedendo espressamente che si possa accedere nei fondi per eseguire le misure fitosanitarie nei casi di irreperibilità o rifiuto, implica che dette circostanze – sostengono – debbano essere accertate con le forme aggravate previste dal codice di procedura civile (artt. 140 o 143). Sarebbe pertanto utile, invece, una disposizione speciale che, accoppiata a quella generale dell’art. 21 bis della Legge n. 241 del 1990, abiliti le amministrazioni interessate a effettuare le notifiche delle ordinanze che dispongono misure obbligatorie, in forma collettiva e nella maniera ritenuta più idonea, senza che sia necessario comunicarle individualmente ai singoli soggetti obbligati”.

“Tale procedimento è già previsto – precisano – peraltro dalla delibera della Giunta regionale n. 1890 del 2018, adottata in conformità con la normativa pre-vigente al decreto Centinaio. Si rappresenta, inoltre, che senza modifiche il decreto legge potrebbe finire per costituire, paradossalmente., un vantaggio per l’espansione del contagio in quanto di ostacolo all’esecuzione delle misure di contenimento. Allo stato, infatti, pende dinanzi al Tar Bari un ricorso con cui è stato impugnato proprio il punto della esecuzione delle misure fitosanitarie previste dalla Giunta pugliese che, alla luce del decreto Centinaio, potrebbe addirittura avvantaggiare la tesi dei ricorrenti, rendendo quindi vano – concludono – ogni tentativo di esecuzione delle superiori misure di salute vegetale”.

L’Ufficio Stampa

Gruppo Pd Consiglio Puglia

 

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