“Crisi dei rifiuti a Brindisi: disorganizzazione e degrado creano emergenza ambientale e sociale”

giuseppe zippo

Preoccupa non poco il clima di rassegnazione, peggio ancora di indifferenza, che aleggia sulla città in riferimento a temi che condizionano la vita economica, sociale e la salute delle famiglie brindisine oltre che l’ambiente e quindi il futuro del territorio. I cittadini da settimane sono alle prese con un cambio di appalto del servizio di igiene urbana del tutto anomalo. Disorganizzazione e degrado la stanno facendo da padrona nonostante qualcuno si sforzi di addebitare il tutto ad ipotetici evasori o incivili che pure esistono ma che non rappresentano la totalità della popolazione che recrimina servizi efficienti e maggiore rispetto anche in relazione all’esborso di denaro dovuto per la Tari tra le più alte d’Italia. Un film già visto che serve solo a coprire evidenti responsabilità che stante l’attualità e le notizie di stampa sembrano venire a galla grazie ai rilievi effettuati dalla Polizia locale in riferimento a quanto previsto dal capitolato d’appalto e quindi sull’organizzazione ed esecuzione del servizio e la dotazione di mezzi per l’espletamento. Parliamo di inadempienze che rappresentano costi per i contribuenti e risparmi per l’azienda aggiudicataria. Il paradosso è che tra i costi annoveriamo anche quelli relativi al D.E.C. direttore esecutivo di contratto figura terza pagata dalla collettività per controllare e verificare che quanto previsto da contratto venga puntualmente eseguito. Intanto la cittadinanza è alle prese con un’azienda difficilmente raggiungibile tramite i canali pubblicizzati, con una comunicazione carente se non addirittura inesistente, con difficoltà nel reperire il materiale per il conferimento, con orari di svolgimento del servizio in netto contrasto con il vivere quotidiano e quel che è più grave con il proliferare di discariche a cielo aperto che rappresentano vere e proprie bombe ecologiche. Non un cestino collocato, né un carrellato della precedente gestione ritirato di nuovo c’è ben poco se non segnali nettamente negativi come negativi si prospettano i dati di raccolta differenziata.

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