Coordinamento Donne Fials: “Un 8 marzo ‘diverso’ con un laboratorio esperienziale di counseling aperto a tutti”

Un “8 marzo” diverso al solito quello scelto dal Coordinamento Donne di Fials per celebrare la giornata internazionale della donna. “Negli anni passati – dice la responsabile Elena Marrazzi – abbiamo puntato, infatti, su eventi di tipo convegnistico finalizzati ad analizzare le conquiste della donna in campo sociale, professionale ed economico e per riflettere sulle azioni utili a contrastare discriminazioni e violenze. Quest’anno, invece, abbiamo optato per qualcosa di concretamente utile che possa arricchire il bagaglio professionale dei nostri iscritti – donne e uomini – che rappresenti uno strumento attraverso la formazione. Per questo abbiamo pensato ad un laboratorio esperienziale di counseling: un evento che abbiamo deciso di aprire non solo agli operatori sanitari, ma a tutta la cittadinanza ed a chiunque volesse partecipare”.

Tema del laboratorio – che si terrà mercoledì 8 marzo, a partire dalle ore 17 alle ore 20 presso la Chiesa San Barsanofrio di Oria – è “La relazione che cura: Il counseling e i diversi campi di applicazione – Divento io nel tu; diventando io, dico tu”.

“Sappiamo bene quanto sia importante la relazione comunicativa che si instaura tra operatore sanitario e paziente – dice la Marrazzi – ed il counseling consente a chi opera in campo sanitario di entrare in sintonia con chi ha di fronte e, di volta in volta, consentirgli di affrontare consapevolmente la propria patologia”.

Più in generale il counseling si basa sul concetto che è fondamentale imparare a comprendere l’altro ed entrarne in contatto per uno scambio reciproco che funga anche da ‘cura’. Non a caso “Divento io nel tu; diventando io, dico tu”.

Il counseling ha, infatti,  l’obiettivo di lavorare sull’empatia, favorendo il benessere emozionale e relazionale, di offrire all’altro uno strumento di comprensione, al fine di appianare le divergenze e, di conseguenza, di migliorare la qualità di vita: tra uomo e donna, tra donne e donne, tra sanitari e paziente, tra individuo e società. Il tutto, partendo dall’assunto che una vera relazione esistenziale fra due persone inizia con l’accettazione.

“Volersi bene e voler bene, quindi. Accettarsi ed accettare. Rispettarsi e rispettare. Vale per la donna, come vale per l’uomo – conclude la Marrazzi -. Non a caso il laboratorio è aperto ad entrambi, perché anche sul posto di lavoro – come nella vita – è fondamentale creare una sintonia perfetta, un’unità di intenti, una fusione che, se adottata in tutti i settori, porterebbe senza dubbio a quella uguaglianza a cui da sempre si aspira”.

Nel corso della serata, l’attrice e regista Sara Bevilacqua terrà un monologo dal titolo “Essere libere”.

 

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