BRINDISI – L’architetto Augusto Ressa, oltre che funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, è anche il progettista ed il direttore dei lavori di restauro e valorizzazione del Castello Alfonsino. L’architetto, però, è soprattutto un amante della città di Brindisi: basta sbirciare sul suo profilo Facebook per notare il trasporto con il quale parla dei beni monumentali brindisini, e tra questi specialmente della Chiesa di San Paolo Eremita (in fase di restyling), della quale, lo scorso 1 dicembre, si è discusso in un convegno per addetti ai lavori organizzato a Taranto. Sul profilo dell’architetto, come appena enunciato, si possono apprezzare post carichi di entusiasmo per quanto sta emergendo nel corso dei lavori, tra i quali, i più significativi, sono i seguenti: “Brindisi. Chiesa di San Paolo l’eremita. Da sindrome di Stendhal“; “Brindisi. Chiesa di San Paolo l’eremita. Una miniera!“.
E raggiunto telefonicamente, l’architetto conferma tutto il compiacimento per la qualità dei ritrovamenti.
“Vabbè, io sono innamorato di Brindisi: sono di Taranto e mi rimproverano che sono innamorato di Brindisi. Secondo me è una delle città più belle della Puglia, se non la più bella della Puglia, perché ha tanto medioevo come forse nessuna città pugliese. Una delle testimonianze di questo periodo è proprio la Chiesa di San Paolo Eremita, che per tanto tempo è rimasta chiusa. Ora, la cosa straordinaria è che rimuovendo le tele dagli altari barocchi stiamo trovando degli affreschi, che facevano parte dell’intero apparato decorativo delle pareti, di una qualità elevatissima e così ben conservati che veramente vengono i brividi. Ogni volta che vado in quella chiesa ho i brividi per la sua bellezza. E poi gli altari, che erano stati tutti banalizzati con queste vernici monocrome, in realtà hanno policromie, incarnati, dorature: insomma, qualcosa di davvero formidabile.
Non solo, anche i prospetti, che erano completamente anneriti, adesso riportano in luce la bicromia, un po’ come la Chiesa di Santa Maria del Casale.
Penso che entro marzo la chiesa potrà finalmente essere aperta al pubblico: non prima, perché dietro c’è un lavoro davvero certosino, soprattutto sugli altari. Avrete modo di vedere come riprenderà corpo la policromia e l’articolazione della chiesa, che era stata fortemente banalizzata, appiattita”.
A breve, dunque, la città potrà estrarre dal proprio scrigno un altro dei suoi gioielli e mostrarlo a turisti ed avventori, molto spesso in grado di apprezzare maggiormente la bellezza della città rispetto agli autoctoni.
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Andrea Pezzuto Redazione |
Un altro motivo di orgoglio per la ns città, esageratamente definita la più bella della Puglia dal professionista, ma senza dubbio in grado di farsi apprezzare. Se poi si aprisse Forte a Mare e si restituisse alla città la chiesa di Sant’Anna, o quello che ne rimane, avremmo altri strumenti per rafforzare la ns identità.
Non sono di Brindisi, ma la frequento da tanti anni. E’ la sintesi di tante città del Sud, una miniera di opportunità non utilizzate. Avete un porto bellissimo, tanta storia e archeologia, una posizione invidiabile, però ogni anno d’estate continuo a vedere trascuratezza sul litorale e tanti monumenti non valorizzati ne tanto meno fruibili, come appunto il forte a mare che è una vero e proprio palcoscenico sul mare.
E’ vero che l’eccessiva vicinanza a Lecce vi “soffoca” un pò come visibilità, ma cari brindisini, datevi da fare per valorizzare la vostra città!
condivido completamente.sarebbe opportuno non trascurare il monumento all marinaio d’Italia. Sono brindisino.
Riscoperta di una città dimenticata……