BRINDISI – Molti hanno commentato la vicenda dell’erogazione di corrispettivi in favore di alcuni dipendenti del Comune di Brindisi, in ragione delle funzioni dagli stessi svolte in favore dell’ARO.
L’Amministrazione cittadina ha gridato allo scandalo preoccupandosi di avviare immediatamente l’azione di recupero di quanto corrisposto.
Scopo di questo articolo è quello di fornire un’altra chiave di lettura della vicenda, rendendo l’informazione più completa.
ATO, ARO ed OGA sono tre acronimi che stanno rispettivamente per Ambito Territoriale Ottimale, Ambito di Raccolta Ottimale e Organo di Governo d’Ambito.
I suddetti organismi, frutto della legislazione regionale, avevano lo scopo di razionalizzare la raccolta dei rifiuti, nonché la gestione dell’intero ciclo degli stessi, accorpando più Comuni contermini.
Per la gestione delle complesse funzioni amministrative, di competenza di questi organismi, le assemblee degli stessi, hanno individuato personale dipendente dal Comune di Brindisi. Detto personale ha svolto le attività, quindi, non per conto del Comune di Brindisi, ma dell’intero ambito e quindi anche per conto di altre Amministrazioni.
Le modalità seguite, nel tempo, anche in ambiti diversi da quello del Comune Capoluogo, prevedevano il riconoscimento di un corrispettivo in favore del personale interessato, idoneo a compensare il maggior carico di lavoro e le maggiori responsabilità, derivanti dalle attività svolte in favore di un soggetto terzo e quindi in favore di altre Amministrazioni, diverse da quelle di appartenenza.
La stessa Corte dei Conti Pugliese, con deliberazione n. 30 del 2016, riconosce, “in presenza di una maggiore prestazione lavorativa” la corresponsione di un trattamento economico ulteriore.
La Corte Pugliese, tra l’altro, ha espresso il suddetto parere proprio in ordine ad analoga vicenda.
Giova fare presente che fino alla precedente Amministrazione, con l’on. Mennitti presidente, in qualità di Sindaco di Brindisi, prima dell’ATO, poi dell’ARO, il compenso (anche in misura maggiore) in favore dei dipendenti individuati, è sempre stato pacificamente corrisposto e rendicontato alla Regione Puglia, che non ha mosso alcun rilievo in merito.
Si tratta oggi, come si trattava all’epoca, sempre di ambiti territoriali, costituiti da più Comuni, legati tra loro da una convenzione, all’epoca, come oggi, il cui schema era stato approvato dalla Regione Puglia.
Il principio della onnicomprensività, risalente al 2001, vigeva prima così come vige tuttora non solo per i dirigenti, come qualcuno vuole far credere, ma per tutto il personale dipendente, anche non dirigente, così come chiarito dalla stessa Corte dei Conti pugliese.
Detto principio, tuttavia, si basa sul presupposto, che sembra difettare in questa vicenda, che le attività svolte rientrino tra i doveri d’ufficio.
È normale che possa rientrare tra i doveri d’ufficio un’attività svolta per conto di altre Amministrazioni, che si sono guardate bene dall’inserire nel gruppo di lavoro propri dipendenti?
Questi gli accadimenti.
Sorgono tuttavia delle perplessità che è assolutamente il caso di rendere esplicite.
L’on. Mennitti, persona nota per serietà ed avvedutezza, ha riconosciuto pacificamente i compensi di cui trattasi fino a quando è stato Sindaco.
L’Amministrazione Carluccio riconosce pacificamente (non avviando alcuna azione di recupero) i (lauti) compensi in favore di un funzionario che ha prestato la propria attività in favore dell’OGA, sulla base di un decreto Sindacale (Consales), che è praticamente la fotocopia di quello adottato per l’ARO, rendiconta il tutto alla Regione, che anche in questo caso non eccepisce alcunché.
Le circostanze appena esposte fanno sorgere il legittimo sospetto, attesa la pacifica applicazione del principio dell’onnicomprensività, in favore di tutto il personale dipendente, che i nominativi dei percettori dei compensi possano aver determinato una diversa attenzione e reazione da parte dell’Amministrazione comunale.
In un caso attivando l’azione di recupero, nell’altro (OGA) ritenendo evidentemente tutto pienamente legittimo.
Appare evidente che qualcosa non quadra!
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Redazione |