Colpo Gobbo: “SEMPRE MEGLIO COCA COLA CHE COCA… INA” – di Bastiancontrario

Se guardate sull’onnisciente Wikipedia, alla voce “coca cola” vedrete che questa ambigua e un po’ misteriosa bevanda arrivata sui banconi dei nostri bar ai primi degli anni ‘60 (e allora era molto più gradevole di quanto lo sia oggi), ha anche usi… stupefacenti: per esempio, versata nel water, riuscirebbe a sgorgarlo. Se questo fosse vero, ci sarebbe da preoccuparsi per i nostri stomaci, a rischio di ulcere da bibita. Ma quando parliamo di “coca” potremmo anche riferirci a ben altro, per esempio a quella schifosa sostanza di cui si parla da qualche giorno in città. La vicenda è ben nota e non la ripercorro. Osservo solo che è un classico sasso nello stagno, un semi scoop raccolto da un coro a bocca chiusa e poi ripreso dal Sindaco in maniera un po’ retorica, perché, in questi casi, indicare il peccato senza poter (voler) indicare il peccatore, resta un puro esercizio di stile sterile e alquanto provincialotto. O lo sniffatore “istituzionale” ha commesso un reato contestatogli dalla magistratura, e in questo caso sarebbe doveroso farne il nome e chiederne le immediate dimissioni, oppure, se il misterioso “naso” è solo un consumatore passibile di sanzione per illeciti amministrativi,  sarebbe stato opportuno tacere senza creare fuochi d’artificio debolucci come certi bengala malriusciti. Perché gli illeciti fanno parte di una grande famiglia e non si possono graduare secondo un principio di moralità soggettiva. Se chiediamo le dimissioni per tutti quelli che sono passati col rosso, che non hanno superato la prova del palloncino, eccetera, rischiamo di svuotare ogni organismo “istituzionale”. In quanto alla cocaina e alla sua deprecabile assunzione, voglio soltanto ricordare, senza nessuna forma di lode, la folta schiera di nomi illustri che in passato ne fecero abbondante uso: da Baudalaire ed altri poeti maledetti a Modigliani, da Allan Poe al dottor  Freud, dall’ ”immaginifico” Gabriello D’Annunzio alla coppia vip Galeazzo Ciano-Edda Mussolini. E poi  ancora il vitaiolo avvocato Gianni Agnelli e il suo nipotino Lapo Elkann, Walter Chiari, Eric Clampton, Mick Jagger, Vasco Rossi e il mitico “Califfo”, il più famoso guerriero della  tribù dei “nasi sciolti”. Mi piace concludere questo elenco assai parziale con personaggi usciti dalla fantasia di Roberto Benigni:lo zio avvocato D’Agata e il signor Ministro. Il film, lo avrete capito, è “Johnny Stecchino”,1991. Lo zio avvocato dirà al sempliciotto Dante (R. Benigni) che quella “polvere bianca” altro non è se non una medicina per il diabete. Il signor Ministro, corrotto e cocainomane, si farà vedere da Dante mentre fa disinvolti tiri di lunga gittata, e in seguito sarà da questi sputtanato in pubblico. Alla fine del film, Dante ritorna a Firenze e, quando saluta il suo vecchio amico Lillo, sofferente di diabete, gli regala un po’ di quella “medicina” miracolosa: L’amico la prende e subito comincia a correre euforico per tutta la città… del resto, la coca non è forse la ”benzina dei corpi”? Nella finzione è bello buttarla in scherzo, nella vita reale no. La droga fa malissimo e il suo consumo resta uno dei grossi problemi della nostra società. E forse anche delle nostre istituzioni…

                                                                                                  Bastiancontrario

                                                                       

 

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