“Ciao Davide” – In ricordo di un ragazzo speciale (di Davide Gigliola)

La notizia della morte di Davide Sperto è giunta inattesa questa mattina. Il suo cuore ha smesso di battere per le conseguenze causate dal Covid.
Davide era un ragazzo speciale. Ha frequentato per anni il centro diurno “Dante Capello” dell’Associazione Italiana Persone Down di Brindisi di cui era parte integrante.
La sua morte non poteva non farci fermare a riflettere e non poteva passare in silenzio. Perché Davide nella sua “disabilità” ha lasciato a noi, che ci consideriamo spudoratamente “normali”, una lezione di vita. Non ne tesso l’elogio funebre, perché in questi casi sarebbe addirittura troppo facile, ma mi piacerebbe che nella frenesia quotidiana e nella costante ricerca di una irraggiungibile felicità, ci fermassimo a meditare sul valore della vita.
Davide era buono, semplice, giusto, umile, senza alcuna malizia e sempre disponibile con tutti. Riusciva a ridere anche dei suoi limiti e si impegnava a superarli per quanto possibile. Possedeva il dono della “fanciullezza” e cioè quello di saper godere delle piccole cose, di meravigliarsene e di condividere paure e gioie. Ricercava le “cose vecchie” e ascoltava musica “passata”, quelle cose che noi snobbiamo o gettiamo credendole inutili o di poco conto, lui le riteneva belle e le rendeva preziose.
Davide è stato questo e ricorda a noi diventati “tristemente adulti”, che la vita ha senso solo se continueremo a viverla con semplicità e stupore in ogni istante. Non si diventa maestri solo salendo sulle cattedre o sgomitando per conquistare posti di visibilità, ma anche essendo diversamente abili, in questa società fatta di apparenze e che ha come legge quello dello scarto.
Davide amava la vita e amava gli altri e si faceva amare. Mai una parola volgare o cattiva, mai una maldicenza, anzi se sentiva o vedeva qualche ingiustizia diceva candidamente: “il Signore non vuole!”, quel Signore che – anche se noi non ne comprendiamo il volere – gli ha spalancato certamente le porte del Paradiso.
Risuonano così, le parole che la Vergine Maria pronuncia nel Magnificat e che hanno trovato realizzazione nella vita e nella lezione di Davide.
“L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva…
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote…”.
Alla famiglia di Davide, alla sua adorata mamma, arrivi tutto l’affetto e la vicinanza dell’altra famiglia, quella dell’AIPD, con le educatrici, i volontari, le altre famiglie e soprattutto l’affetto dei suoi amatissimi amici e compagni.
Saranno loro domani, nell’intimità e nel rispetto del dolore, a piantare un albero nel giardino del Di Summa, per ricordare Davide, che è stato come loro un giovane speciale, rimasto “bambino” per sempre, per insegnarci che solo così si vive veramente.
Grazie Davide!
Davide Gigliola

 

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