“Ho le prove. È in corso una messinscena, ai danni dei malati, per consentire alla Asl Brindisi e alla Fondazione San Raffaele il rinvio dell’udienza di domani dinanzi al Tar di Lecce, così da continuare a tenere sospeso il procedimento d’internalizzazione della gestione del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica.
Infatti: mi risulta uno scambio di corrispondenza tra Asl Brindisi e Fondazione San Raffaele, con oggetto transattivo e senza che i dirigenti dell’assessorato regionale ne sappiano nulla, fondato non sull’aspetto più importante, ossia la carenza delle cure e quindi sulla necessità di procedere subito al subentro della Aas, ma sulla regolamentazione delle opache fatturazioni del passato e sulle prestazioni erogate fuori dai tetti massimi. E che in passato sia accaduto questo c’è ampia prova documentale, prodotta non da me ma dai dirigenti della Regione e portata a conoscenza della Procura della Repubblica di Brindisi, dagli stessi dirigenti regionali, ai quali rinnovo il mio ringraziamento per tutto il lavoro che stanno svolgendo.
Ciò significa che sarebbe impossibile un accordo per condividere il transito dalla Fondazione San Raffaele alla Asl per la gestione del Centro di riabilitazione, poiché l’argomento del mancato rispetto delle leggi e dei regolamenti non potrebbe mai essere oggetto di transazione e mai potrebbe trovare l’avallo in linea tecnica di qualsiasi dirigente pubblico. Ne deriva che lo scambio di corrispondenza avvenuto nelle ultime ore somiglia a mio giudizio a una messinscena, idonea solo a chiedere un rinvio, prendere tempo e sperare nell’imprevisto. Ma tutto ciò è inaccettabile, poiché ogni giorno di rinvio espone i pazienti a gravi rischi per la vita, come attestato ripetutamente dal Dipartimento di Prevenzione della Asl di Brindisi in materia di carenza dei requisiti organizzativi.
Per questi motivi ho chiesto al Presidente Emiliano di dare mandato ai manager della Asl, ai dirigenti regionali e alle rispettive avvocature, di non prestare alcun consenso a qualsiasi ipotesi di rinvio della decisione sulla domanda cautelare. Rinviare la decisione del Tar somiglierebbe ad avvallare, di fatto, una situazione assistenziale estremamente critica. La sicurezza nelle cure viene prima di ogni cosa ed è domanda di estrema cautela, nella speranza che anche i Giudici del Tar possano rendersene conto”.