BUON WEEK END – “E ADESSO PARLA MAMMA ORSA…’” – di Gabriele D’Amelj Melodia

Io sono Orsa, sono una femmina, sono una madre, sono Italiana! Il mio nome è Maggiore (Orsa Maggiore) ma quei bietoloni degli umani mi hanno soprannominato Jj4, manco fossi una Jeep o una cantante Rap. Mi hanno fatto passare per belva feroce, per una mangia uomini, ma io faccio solo il mio dovere di plantigrado e di mamma. Io non sono cattiva, sono semplicemente un animale e perciò seguo l’istinto e la mia natura. Siete voi umani ad essere disumani e anche sciocchi. Non so se la vostra stupidità sia naturale o artificiale, certo è che combinate sempre guai e poi, da vigliacchi, date la colpa alle povere bestie.  Avete ripopolato i boschi di cinghiali, lupi, linci e di orsi, e poi piangete se tutti noi facciamo il nostro mestiere.

Una ventina d’anni fa, i miei genitori, papà Baloo e mamma Elinor, se ne stavano felici e contenti nelle fitte foreste della Notranjska, quando vennero catturati e deportati in alto Trentino, una stramba regione dove gli umani mangiano insipide polpette di pane dette canederli, cantano Jodel con ridicole voci gutturali e, in più, praticano uno strano ballo zumpando e prendendosi a schiaffoni. Io sono nata lì, nella valle del Sole, nel 2006. Ora, a soli diciassette anni, vorrebbero giustiziarmi perché, secondo natura, ho difeso il mio territorio e Renzino & Calenduccio, i miei due vivaci cucciolotti che stanno sempre intorno a me a litigare e a mordicchiarsi. Lo so, i media parlano di tre cuccioli ma è falso! Il terzo non è figlio mio, è uno che si è intrufolato, che ci viene appresso perché è nu pitrisinu ogni minestra… L’ho chiamato Albanuccio, perché è piccolo e malecavato. Ma torniamo ai fatti. Prima ci avete fortemente voluto, ora volete eliminarci: pagliacci incoerenti e barbari, ecco cosa siete! Ma cosa credevate di aver a che fare con dei peluches come quelli che regalate ai vostri stupidi viziati cuccioli? O pensate che noi fieri plantigradi, quando incrociamo un bipede intruso, ci alziamo sulle zampe posteriori e ci mettiamo a ballare come un tempo? Illusi e ignoranti, non avete capito nulla di noi bestie selvatiche! Ora l’ultima boiata arriva da Fasano, in terra di Puglia. Il direttore dello Zoo Safari si è offerto di accogliermi nella sua struttura per salvarmi la pelliccia. Orrore! E io, dopo anni trascorsi nei grandi boschi dell’Adamello e delle Dolomiti del Brenta, dovrei miseramente accontentarmi di un fazzoletto di ulivi con un po’ di macchia mediterranea intorno? E dovrei stare lì a farmi fotografare e a raccattare un po’ di mele che i ragazzini mi lancerebbero dal finestrino? E magari fare anche qualche selfie con l’imbecille di turno? No, grazie, non se ne parla nemmeno. Io ho la mia dignità, meglio la libertà della morte alla schiavitù di una vita infelice!

testo raccolto da

Gabriele D’Amelj Melodia

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