Si è aperto un dibattito in città, oserei dire alcune volte stucchevole e pieno di demagogia, riguarda il ruolo delle liste civiche e delle associazioni culturali che vogliono dare il loro contributo in politica. Qualcuno in forma dispregiativa lo chiama civismo di opportunità,scorciatoie per raggiungere un obiettivo ,ancore di salvezza per chi ha bisogno di candidarsi e non trova posto negli schieramenti e partiti tradizionali. L’analisi è un po’ più complessa, il ceto medio, i cittadini , sono schiacciati da una crisi perenne ,da un carico fiscale insopportabile, dalla confusione ideologica regnante. Nascono così a livello locale le associazioni, le liste civiche che presidiano il territorio lo guardano lo osservano, sottolineano le cose che non vanno dal macro problema al micro problema, cercano e suggeriscono soluzioni scevre da interessi di parte, ma con un unico obiettivo migliorare la qualità e la vivibilità della propria città,oserei dire delle “Sentinelle del territorio”. All’interno di questi movimenti spontanei è rappresentata la società, dal professionista, alla casalinga, allo studente, all’impiegato, al disoccupato con un unico comune denominatore voglia di cambiamento, voglia di essere protagonisti del proprio futuro direttamente senza delega da assegnare a nessuno. Il fenomeno va studiato, approfondito, capito, non licenziato come qualcuno dall’alto del suo essere custode della verità dice “ammucchiate elettorali”. Non è così: le liste civiche e le associazioni sono il termometro di una malattia di un allontanamento dei partiti dai problemi, della quotidianità, dalla capacità di ascoltare il territorio ,dalla incapacità di capire una trasformazione radicale che attraversa la società, con esigenze diverse rispetto al passato e con una gran voglia di cambiare , di voltare pagina.

La presenza di queste liste ed associazioni , sono un freno vero un argine, alla deriva democratica che il paese attraversa , al populismo alla demagogia,  alla politica urlata che parla solo alla pancia del paese e non alla razionalità al ragionamento,  questa confusione di ruoli produrrebbe un  frastagliamento del consenso, della proposta politica che troverebbe casa in questi movimenti nazionali, in maniera naturale senza sforzi.

Negli ultimi anni le liste civiche e le associazioni hanno determinato le vittorie delle coalizioni penso a Verona, Grosseto, Trieste, la Sicilia.

Queste liste ed associazioni meritano la pari dignità, esse sono importanti nel nostro paese, sono il pungolo e lo stimolo affinchè i partiti cambino  e capiscano la società che velocemente si trasforma.

Poi come sempre succede nella vita, c’è chi utilizza per fini personali e strettamente utilitaristici la nascita spontanea di queste liste ed associazioni, per prendere scorciatoie e raggiungere i propri obiettivi, questo è il rischio della spontaneità, ma esso non cancella le ragioni dell’essere lista civica o associazione.

I rimedi esistono, ci sono e sono quelli di puntare sui giovani, su coloro che posso rappresentare un reale cambiamento di mentalità e di modus operandi, coadiuvati da chi ha creduto nella politica ed ama la sua terra, ma ha scelto di farsi da parte, perché nella vita c’è tempo per tutto. La gente ha bisogno di gente nuova, preparata, capace, piena di professionalità e con un ritrovato spirito di servizio, e con uomini oserei dire “vecchi” ma di specchiata onesta intellettuale, che non hanno mai avuto problemi di nessuna natura nel gestire in passato la cosa pubblica.

 

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