BRINDISI – La città di Brindisi è davvero strana: il Salento, la Valle d’Itria ed i comuni baresi hanno costruito le loro ricchezze sull’artigianato e sulle piccole botteghe che rendono caratteristici tali centri storici al punto da fungere da richiamo per migliaia di turisti.
Brindisi, a quanto pare, sfugge anche a questo trand: pochissime botteghe nel centro storico, nessun negozietto caratteristico che venda oggettistica raffigurante gli scorci della città, solo un paio di attività commerciali che con l’arrivo dei croceristi si sono adoperate per rifornirsi di qualche cartolina ed una manciata di gadget. D’altronde, è sempre la domanda di mercato a trainare l’offerta.
Questa la doverosa premessa per inquadrare le vicende che negli ultimi anni hanno riguardato il plesso delle ex Scuole Pie, che ristrutturato nel 2007 grazie al programma Urban Italia per un importo pari a 1,4 mln di euro, sarebbe dovuto divenire, nelle intenzioni dell’Amministrazione dell’epoca, un polo per l’artigianato.
Nel 2008, 2009 e 2013 sono state predisposte procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione dei dieci laboratori siti all’interno del plesso, ma il proposito del Comune, di fatto, non è mai decollato e adesso l’area risulta pressoché abbandonata ed avulsa dai percorsi turistico – culturali che interessano la zona del centro storico.
Ad oggi il Bene vive solo in occasione dell’arrivo dei crocieristi, grazie all’impegno dell’associazione “Puglia insieme si può”, ma ciò non basta per garantire alla città ed alle Scuole Pie nuovo smalto.
Così il Comune ha deciso di riprovarci, per la quarta volta in nove anni, con una nuova procedura di evidenza pubblica: questa volta i locali messi a disposizione saranno sette e la durata della concessione sarà triennale. Per provare a sparigliare le carte rispetto al passato si è pensato di esentare i concessionari dal pagamento del canone per il primo anno. Basterà questo per incentivare gli artigiani locali? Difficile, perché il discrimine risiede nel retroterra culturale della città e nella sua scarsa ricettività: finché non si lavorerà nella direzione di rendere attrattiva la città sarà difficile avviare settori come l’artigianato, che vivono sul turismo e sono divenuti la spina dorsale dei centri storici delle realtà limitrofe. E’ necessario, pertanto, creare preliminarmente l’humus adatto affinché fioriscano e si consolidino tali attività, altrimenti si dovranno fare i conti permanentemente con dei palliativi, quali sono da considerare i bandi e le soluzioni approntate in questi anni.
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Andrea Pezzuto Redazione |
Requisiti richiesti, comee e dove inoltrare richiesta. Grazie