BRINDISI – Nelle settimane scorse due signori ultrasessantacinquenni, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, si sono visti costretti a rivolgersi alla Polizia in ragione del fatto che, poco prima, erano stati avvicinati da un individuo che, dopo aver minacciato di usare una pistola che asseriva di detenere, chiedeva ingiustamente delle somme di denaro. Uno dei malcapitati si vedeva costretto a consegnare al malfattore – che in questo caso metteva a segno una rapina – pochi Euro, mentre l’altra vittima riusciva a defilarsi così che il fatto criminoso – in questo caso un’estorsione – rimanesse a livello di tentativo.
Il primo dei due episodi delittuosi sopra descritti si verificava il 6 luglio in via Appia mentre il secondo – cronologicamente anteriore – accadeva il 28 giugno u.s. in via Aldo Moro.
La ricostruzione degli eventi da parte degli investigatori della Squadra Mobile permetteva di definire quella che, condivisa dal P.M. titolare del fascicolo, della locale Procura della Repubblica, era indicata nella stessa misura cautelare emessa dal competente Giudice per le Indagini Preliminari una “granitica piattaforma indiziaria” a carico del soggetto ritenuto responsabile dei gravi fatti-reato sopra indicati. Questi – dal personale dell’Unità Anticorruzione e delle Sezioni Antirapina ed Antidroga della Mobile, veniva individuato e compiutamente identificato per ANDRIULO Rocco, brindisino di cinquantuno anni con all’attivo diversi precedenti di polizia.
L’autore dei due delitti, in entrambe le occasioni, ha adottato il medesimo modus operandi: ha cioè raggiunto le vittime a bordo di un ciclomotore e dopo averle minacciate di usare una pistola che aveva con sé, nella prima circostanza sopra riportata si faceva consegnare inizialmente 15 Euro e poi anche altre monete per un ulteriore valore di 7/8 Euro, nel secondo caso i fatti rimanevano solo a livello di tentativo. L’ANDRIULO, alle persone offese, nel formulare loro l’ingiusta richiesta, asseriva che il danaro gli sarebbe servito per mantenere i figli e ciò in quanto sarebbe stato recentemente scarcerato e, quindi, senza lavoro.
Gli elementi indizianti raccolti a carico dell’ANDRIULO, univoci e convergenti, venivano rimessi alla Procura della Repubblica che richiedeva immediatamente l’applicazione della misura cautelare del massimo rigore. Il G.I.P., ritenendo sussistenti gli indizi di reità e le esigenze cautelari, emetteva l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’ANDRIULO il quale veniva – dagli investigatori della Mobile – immediatamente rintracciato e tratto in arresto.
Dopo la compilazione dei necessari atti di P.G. ed il rituale avviso al Pubblico Ministero, l’arrestato veniva associato presso la Casa Circondariale di Brindisi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ha emesso il provvedimento restrittivo della libertà personale di cui si è detto.
questo ”signore” non e’ assolutamente nuovo a questo tipo di imprese; questo poco di buono opera da tempo quando, appunto, esce dal carcere; episodi del genere ne sono successi parecchi nelle ultime settimane, pero’ parecchi casi si sono risolti subito in quanto le aspiranti vittime erano giovanotti prestanti e risoluti e questo dimostra la mancanza di un’arma e soprattutto la vigliaccheria dello scemo che si tira indietro di fronte a chi e’ piu’ forte. questo vale meno di un ladro di polli e forse e
specialmente per questo meriterebbe di restare in galera a vita