Aumento tassa imbarco BR, Amati: “È come Troisi e Benigni in ‘Non ci resta che piangere’. C’è il nostro NO e lo faremo valere in ogni dove”

“È come Troisi e Benigni in ‘Non ci resta che piangere’. L’aumento comunale della tassa d’imbarco dall’aeroporto di Brindisi sembra un tassare a sbafo, ossia per il solo fatto di aver scelto l’aeroporto di Brindisi. In altre parole, ad altri l’onere delle politiche di sostegno al traffico passeggeri, e quindi indirettamente al territorio, con il comune che pretende di trarre i frutti per coprire i suoi buchi.
Su questa proposta c’è il nostro NO e lo faremo valere in ogni dove, senza cincischiare con parole vuote.
È un’idea purtroppo connotata da ideologia statalista e decrescitista, quella che riconduce all’aumento della tassazione la soluzione dei problemi finanziari del Comune, preferendola a politiche più produttive come quelle di riqualificazione urbana con volumetrie premiali in grado di generare maggiori introiti da oneri di urbanizzazione. Ma su questo punto, come si sa, l’amministrazione Rossi ha un pregiudizio nei confronti della produzione e della prosperità a mezzo delle attività a più alta densità di posti di lavoro, infischiandosene della necessità di garantire il piatto a tavola a migliaia di persone.
Siamo di fronte a un approccio elitario, da alta società, che a Brindisi è la cifra dei conservatori di sinistra e no-a-tutto.
Con la vicenda in esame, inoltre, si svela anche un’ostilità latente nei confronti del trasporto pubblico di massa, perché la misura colpisce il settore dei voli a basso costo, ossia della possibilità offerta a tutti, senza distinzioni, di venirci a trovare o di farci partire.
Insomma, una cosa che solo a pensarla sembra uno sproposito”.

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