Associazione Per San Pietro: “È zona Rossa per tutti? Il buon esempio che non c’è!”

“Ma del resto spesso i tentativi volti a far comprendere l’importanza di comportamenti si scontrano con atteggiamenti ottusi, addirittura di intolleranza. Sembra quasi un gioco al sotterfugio per incontrare amici o violare le regole, sentendosi immuni da pericoli (nel mentre magari si sta subendo l’aggressione del virus, favorendone peraltro la diffusione, spesso senza accorgersene)”.“

Con queste parole, sabato 20 marzo, il Sindaco di San Pietro Vernotico, Avv. Pasquale Rizzo, annunciava preoccupato l’aumento del 600% dei contagi da covid 19 nel comune e ribadiva le raccomandazioni ai propri concittadini di rispettare le regole, soprattutto nei giorni antecedenti alle feste di Pasqua, dichiarando inoltre che se la responsabilità dei cittadini non fosse bastata a  garantire la sicurezza pubblica “si renderà necessaria l’adozione di specifici provvedimenti stringenti, onde evitare che durante il fine settimana che precede Pasqua, qualcuno pensi di poter  organizzare incontri conviviali  tra amici e familiari“.

La linea “dura” il sindaco la traccia già il 5 febbraio con l’ordinanza “N. 7 DEL 05/02/2021” applicando il divieto di “sostare a piedi” dopo le 19 nelle piazze e nelle vie del centro storico, per evitare la possibile aggregazione delle giovani generazioni.

Tutto molto coerente sino al 24 marzo, data in cui, il Primo cittadino autorizza e presenzia, in zona rossa e in piena emergenzaCovid, un’inaugurazione di un’attività commerciale, violando, presumibilmente, le normative per la gestione delcovid 19. Si precisa, che non è oggetto di critica l’iniziativa audace dell’imprenditrice che, in un momento storico pandemico e soprattutto nel contesto in cui versa il Comune di San Pietro V.co decide di investire in un’attività commerciale, alla stessa vanno i migliori auguri per l’inizio di una nuova attività e dato il massimo sostegno possibile.

Oggetto di critica è il  grave segnale lanciato dal Sindaco Rizzo, non solo per la sua evidente“interpretazione della legge” ad personam che ha permesso a lui e ad altri di partecipare a tale evento,ma anche per il segnale politico e di cattivo esempio verso i propri concittadini e i tanto bistrattati giovani.

Cosa dirà ai quei giovani che sono senza scuola da più di un anno e che stanno vivendo una situazione di stress emotivo, ansie e depressioni, in cui si aggiunge anche una (giusta?) ordinanza che vieta a loro di sostare in un luogo aperto e pubblico, vedendo queste foto?

Cosa dirà a quelle donne per le quali, ora più che mai, le mura domestiche sono diventate sinonimo di triplo lavoro (professione, bambini/anziani, cura della casa) o nei peggiori dei casi di tensione e violenza fisica?

Cosa dirà a quelle attività che sono chiuse da tempo e non vedono la luce in fondo al tunnel, senza che la politica dia a loro una via di uscita e una speranza?

Cosa dirà ai cittadini che chiedono conto di un Comune che autorizza l’accesso agli uffici solo due volte a settimana per evitare assembramenti, ma autorizza festeggiamenti privati?

“Abbiamo bisogno di un cambio di passo per affrontare meglio le ripercussioni della pandemia” dichiara Alberto Liaci, presidente dell’aps Per San Pietro,“c’è bisogno di ascoltare le difficoltà e le situazioni che vivono i cittadini, le imprese e le associazioni al fine di aprire un dialogo costruttivo e costruire una comunità che sappia: progettare, innovare e costruire modelli sostenibili di economia circolare, garantendo trasparenza nei processi amministrativi e promuovendoazioni di solidarietà”

Come Associazione, nei primi mesi del 2020, abbiamo fatto richiesta al Sindaco, di aprire un dialogo con le parti produttive e sociali del paese e della provincia, sulla base di un progetto “San Pietro Solidale”, che aveva ricevuto il sostegno di diverse realtà, ma quella richiesta, come tutte del resto (riqualificazione urbana, adotta un’aiuola, sicurezza stradale, biblioteca) è rimasta, a tutt’oggi, senza risposta.

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