BRINDISI – Anche Brindisi Bene Comune interviene sull’inchiesta che ha portato ieri al sequestro preventivo della centrale Enel di Cerano:

Ci risiamo. Ancora una volta la centrale Enel di Cerano è al centro di una inchiesta giudiziaria.

In pochi anni si è passati  dal processo, con relativa condanna di dirigenti Enel, per la dispersione delle polveri di carbone alle accuse per dirigenti e funzionari di aver intascato tangenti per l’affidamento di appalti all’interno della centrale ed ora l’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti, con il sequestro degli impianti e di oltre 523 milioni di euro per  i profitti connessi allo smaltimento delle ceneri del carbone nel cementificio Cementir di Taranto.

E poi i danni alla salute , con le battaglie condotte da anni  da  movimenti e associazioni che hanno portato,  anche grazie alla raccolta nel 2011 delle 10220  firme promossa da Brindisi Bene Comune,  ad un’indagine epidemiologica che ha certificato senza alcun dubbio i gravissimi effetti sulla salute dovuti alle emissioni inquinanti prodotte dal carbone.

Si chiude così il cerchio: tra inchieste e reati  e danni alla salute, corruzione e illeciti profitti con un prezzo altissimo in termini di salute per brindisini e salentini.  Il tutto già certificato da uno studio pubblicato nel 2011 dall’Agenzia Europea sull’Ambiente che aveva quantificato in 700 milioni di euro all’anno i danni prodotti dall’attività della centrale Enel di Cerano.

Dinanzi a tutto ciò non si può continuare a far finta di niente, magari accontentandosi di qualche speranza  di assunzione nella centrale  o folgorati dalle solite sponsorizzazioni grandi e piccole.

E’ il tempo di chiarire che la stagione del carbone deve terminare quanto prima.

E ci chiediamo che fine hanno fatto i risultati dell’indagine epidemiologica sui quali sembra esserci un silenzio assordante. Quali iniziative il Presidente della Regione Emiliano in primis e poi tutte le autorità intendono prendere per realmente decarbonizzare la nostra città ?

Ci aspettiamo che il Presidente della Regione Emiliano, partendo proprio dai risultati dell’indagine epidemiologica finanziata dalla Regione Puglia, chieda subito insieme al Presidente della Provincia ed al Commissario Giuffrè, in attesa dell’arrivo del nuovo Sindaco di Brindisi, l’apertura di un percorso che coinvolga anche il Governo,  l’Enel e la città intera per il superamento della centrale di Cerano mentre per l’immediato si riapra l’AIA per ridurre emissioni e capacità produttiva della centrale.

Siamo tutti consapevoli che la sfida principale che ci attende in un percorso di superamento della centrale è quella della salvaguardia dei livelli occupazionali, ma altrettanto chiaramente dobbiamo dire che non possono i lavoratori essere utilizzati come arma di ricatto per mantenere lo status quo.

I livelli occupazionali, sia diretti che indiretti , possono non solo essere mantenuti ma anche aumentati.

L’Enel dovrebbe inserire anche la centrale di Cerano nel suo  programma E-Future che riguarda la dismissione di ben 23 centrali per le quali ovviamente Enel garantisce il mantenimento dei posti di lavoro diretti, i dipendenti Enel, mentre con Governo e Regione occorre trovare fondi pubblici e privati per nuove iniziative imprenditoriali, non necessariamente collegate al settore dell’energia, con le quali non solo garantire i livelli occupazionali dell’indotto , partendo dalle opere di dismissione e bonifica, ma anche incrementare l’occupazione con nuove attività che possono essere svolte ove ora è insediata la centrale di Cerano.

Su questo vorremmo che si aprisse un dibattito in città, sul  tema sempre di fondamentale importanza quale quello del modello di sviluppo che deve finalmente guardare al futuro, alle nuove tecnologie, al lavoro e alla salute,  chiudendo per sempre con carbone ed inquinamento, attività di un passato che nulla più hanno da dare a questa città.

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