BRINDISI – ‘Panta rei os potamòs’ (ossia, “tutto scorre come un fiume”), è la celeberrima frase attribuita al filosofo greco antico Eraclito. Beh, Brindisi, seppur distorcendola, l’ha fatta propria.

Già! Tutto scorre, tutto passa, però nulla rimane. E’ il triste destino a cui Brindisi ci ha abituati negli ultimi anni e chissà per quanto altro tempo ancora dovremo subire il ‘bradispismo’ mentale (concedeteci la coniazione per l’occorrenza del termine) di chi, invece, dovrebbe fungere da ‘faro’, da guida verso un futuro migliore, cogliendo le opportunità che alla città vengono concesse e mettendo in pratica le idee ‘smart’ di qualcuno che, al contrario, vorrebbe veder risorgere il territorio (illusione, dolce chimera!).

Ed è proprio di opportunità mancate che parliamo.

Ricordate (se non è caduto nel dimenticatoio) l’ex capannone della Montecatini di Sant’Apollinare? Quello che, lo scorso 13 novembre, è stato ‘riesumato’ per ospitare la XXIV edizione dell’Esposizione Internazionale ex-capannone-monetecatiniCanina ENCI, tanto per intenderci. Bene. Parliamo di un contenitore che ha del potenziale. Ma proprio come tale, Brindisi non riesce a valorizzarlo. Bizzarra antinomia.

Non più tardi di 5 anni fa (siamo nel 2011 del Mennitti bis, ndr) la Regione stanziò ben 1,5 milioni di euro (le cosiddette ‘risorse liberate’) per la riqualificazione della struttura e farne un contenitore di eventi; una sorta di ‘ente fiera’, che quasi tutte le città di prospettiva hanno e che puntualmente sfruttano, tra l’altro.

La Regione Puglia diede l’incipit ai Comuni affinchè prospettassero idee progettuali che consentissero l’erogazione del finanziamento con le risorse messe a disposizione dalla Regione stessa. Così, l’amministrazione Mennitti decise di riqualificare ed infrastrutturare il capannone ex Montecatini, siglando anche un protocollo d’intesa con l’Autorità Portuale (proprietaria del bene). Ed arrivarono anche i soldi. Poi, la giunta Mennitti si concluse anzitempo, subentrò quella Consales (nel mezzo la gestione commissariale) che, di fatto, perse i fondi e perse anche l’ottima opportunità che la città avrebbe avuto con un capannone espositivo di tale grandezza.

Ad oggi, è stato usato solo quattro volte: nel 2010, per lo SNIM; nel 2011, per la Fiera dell’Eccellenza; ancora nel 2011, per la VXVIII Assemblea Nazionale ANCI; per la mostra canina. Il capannone ex Montecatini si presta anche a svariate soluzioni; è possibile, suddividendolo con pannelli, predisporlo come meglio si crede, grazie proprio alla sua ecletticità.

Sarebbe stato un colpa di coda che Brindisi avrebbe inflitto ai più scettici, dimostrando di potersi dotare di un contenitore capace di ospitare qualsiasi tipo di evento. A giovarne, manco a dirlo, soprattutto l’economia cittadina, oramai già abbastanza ‘provata’.

Pertanto, siamo punto e a capo. Essere additata come la città degli sprechi è uno smacco, sia per Brindisi in sé, sia per i suoi cittadini, nonchè per l’intero territorio del quale la città messapica fa parte. Si passa, così, dalla ‘brindisinità’, tanto millantata, all’assoluta lentezza mentale, vera padrona in seno a gran parte degli addetti ai lavori.

E’ davvero l’immobilismo il male di questa città. Tutti lamentano una sorta di stasi, ma nessuno alza la testa ed opera.

Le altre città finalizzano, Brindisi spreca. Ciao, ciao.

Tommaso Lamarina
Redazione