La Giornata internazionale della donna, l’8 marzo, si ripropone come la tenace riconferma di una storia delle donne e per le donne confermatesi, da sempre, soggetti di resilienza e forza di cambiamento, in contesti locali e globali che oggi, ovunque nel mondo, si misurano con molteplici transizioni – politiche, sociali, digitali, culturali, economiche, energetiche, ambientali – in un quadro, per di più, di economia globale in forte rallentamento.
Già il 2024 presenta, alle donne, un conto da pagare oltremodo insostenibile tra guerre, repressioni del dissenso, violenze, arresti, esodi forzati, discriminazioni, condanne a morte, femminicidi, diritti negati, ordinamenti teocratici e populisti votati all’oscurantismo religioso e culturale, politiche sociali e di sostegno familiare inadeguate o del tutto assenti, divario retributivo di genere (gender pay gap), edilizia sociale carente, pari opportunità puntualmente sconfessate, ecc.
Ebbene, di quel conto esse non dovranno farsi carico da sole!
Ecco, allora, che ben oltre l’episodica rievocazione della Giornata indetta nel 1909 per onorare il movimento per i diritti delle donne e la lotta per il suffragio universale, questo 8 marzo deve ribadire e rilanciare l’impegno esigente, dell’intera comunità umana, a riconoscere pari dignità definitiva al genere femminile, rimettendo al centro dell’azione sociale delle istituzioni internazionali, nazionali e locali il valore intrinseco e niente affatto residuale della persona, a prescindere da sesso, età, religione, cultura, tradizioni, colore della pelle.
“Ogni società ha bisogno di accogliere il dono della donna, di ogni donna; di rispettarla, custodirla, valorizzarla, sapendo che chi ferisce una sola donna profana Dio, nato da donna – ci aiuta a riflettere Papa Francesco, che aggiunge – il mondo ha bisogno di guardare alle madri e alle donne per trovare la pace, per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono.”
La Cisl, sindacato aconfessionale che, tuttavia, si ispira ai fondamentali della Dottrina sociale della Chiesa, considera valore assoluto il rispetto della persona, di ogni persona e questo valore ha fatto e continua a fare da premessa alle rivendicazioni sostenute da lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati, forti della consapevolezza che partecipazione e dialogo costituiscono condizione imprescindibile per declinare il “contratto sociale” che regola la convivenza, per la coesione ed il bene comune.
Partecipazione “intesa sia come evoluzione delle relazioni sociali e industriali, sia come attivazione profonda della società nella definizione delle politiche pubbliche di sviluppo” ha annotato di recente il nostro segretario nazionale Luigi Sbarra.
E’ quanto stiamo ribadendo nei nostri incontri periodici, presso le Scuole superiori del territorio Taranto Brindisi, dove, nell’ambito del progetto “Parliamo di futuro #partecipazione #lavoro #sicurezza #opportunità”, parliamo in queste settimane a ragazze e ragazzi delle ultime classi e prossimi agli esami di maturità, per sensibilizzarli sui temi della rappresentanza, della legalità, della sicurezza, del fare rete, della corresponsabilità sociale, della partecipazione, della piena considerazione di sé, della necessità di consolidare le proprie competenze con una formazione continua che li renda vincenti a fronte delle trasformazioni epocali in atto.
Il valore della rappresentanza sociale, sancito dalla Costituzione, viene esplicitato dalla Cisl oltreché nella tutela anche nella contrattazione che, sempre più, oggi punta a superare le vulnerabilità economiche e professionali della condizione femminile, per le donne che lavorano ma anche per le donne anziane troppo spesso vittime dell’inappropriatezza dell’offerta sanitaria e socio-sanitaria pubblica, al punto che molte di loro rinunciano a curarsi.
Se, dunque, intollerabile è che ancora oggi le donne debbano lottare per difendere il proprio diritto a non dover scegliere tra essere madri o esercitare una professione per cui hanno studiato ed acquisito competenze, o per non subire l’offesa di un salario precario o inferiore rispetto agli uomini, o essere le prime licenziate in caso di crisi aziendali specie con l’introduzione nei cicli produttivi dell’Intelligenza Artificiale, oppure per non essere vittime di abusi nei luoghi di lavoro, altrettanto inammissibile è che si consideri la spesa sociale un costo anziché un investimento.
Investimento che, a ben guardare, accelera e corrobora nel segno della solidarietà e della responsabilità il progresso delle comunità amministrate, giacché mai nessuno potrà salvarsi da solo.
La vera rivoluzione sostenibile, dunque, in primis in Italia e in Europa, non potrà che passare dal riconoscere e strutturare una pari dignità uomo-donna ancora lontana dall’essere compiuta, in politica, nelle istituzioni, in economia, nel mondo del lavoro, nelle progressioni di carriera, nella finanza, nella cultura, nella scienza, nella ricerca, nell’Università, nell’arte, nel mondo della comunicazione, nello sport, nelle Forze armate, nelle Forze dell’ordine, ecc.
Ecco una consapevolezza che con l’8 marzo 2024 va rilanciata, condivisa ed alimentata giorno dopo giorno, oltre ogni episodicità, perché nulla si conquista una volta per sempre, tanto più che le molteplici tematiche, anche a causa di fatti di cronaca eclatanti, ci costringono ad una continua attività di vigilanza, di lotta, di rivendicazione e di promozione della cultura del rispetto e della non violenza.
E’ con questo spirito che, insieme con il Coordinamento Donne della Cisl Taranto Brindisi, proseguiremo nell’affermazione delle politiche di genere, perché come ha affermato Papa Francesco “il mondo sarà migliore se tra uomini e donne ci sarà parità nella diversità”.
di Gianfranco Solazzo
Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi