8 marzo 2023 – OMAGGIO ALLA DONNA – di Gabriele D’Amelj Melodia

“Cantami o Musa delle donne il canto / che il nostro maschil affanno allieta / e di grata letizia e conscio vanto / il cor ristora ed il dolore vieta…”

Se fossi un poeta “laureato“, così inizierei una lirica inneggiante alla figura femminile, simboleggiata dall’ “eterno femminino“ da secoli rappresentato attraverso forme artistiche di vario genere: poesia, musica, pittura, scultura…Fin dalla notte dei tempi, la donna è stata consacrata come simbolo di dispensatrice di vita. Gea, la madre terra che generò persino Urano (il cielo), suo sposo, poi Iside e la Madonna Cristiana. La donna è forma ideal purissima/ della bellezza eterna” (Faust ad Elena nel Mefistofele, atto IV ). Ma si possono definire le donne? Cosa sono le donne? “donna mistero senza fine bello”, scrive Guido Gozzano, “Donne, donne, eterne dee / Chi vi arriva a indovinar! “canta Figaro nel Barbiere di Siviglia. Gli fa eco il Duca di Mantova nel Rigoletto verdiano “La donna è mobile /qual piuma al vento /muta d’accento e di pensier… che è poi la ripresa, quasi plagiata, del concetto espresso in un sonetto petrarchesco (In vita di Madonna Laura) “Giovin donna è mobile e vogliosa,/volubil sempre come foglia al vento“. Questa sua connaturata volubilità ovviamente non impedisce all’uomo di cercarla, di inseguirla. “Cherchez la femme!“ urlava un personaggio di Dumas e aveva ragione! La misoginia è un peccato contro natura che ben avrebbe figurato nell’elenco dei vizi capitali. La donna, nella storia e nel mito, ha scatenato guerre (classico esempio quella di Troia), rapimenti (il ratto delle Sabine), storie d’amore infinite (Via col vento, il Dottor Zivago, Anna Karenina ecc.). Anche le guerre moderne, la diplomazia e lo spionaggio hanno subito il condizionamento della seduzione femminile, dalla Contessa di Castiglione a Mata Hari. “Donna tutto si fa per te…” sussurrava sornione il quartetto Cetra a fine anni cinquanta, “Viva le donne“ inneggiava  giulivo un giovane Pippo Baudo protagonista di un fortunato programma televisivo dei lontanissimi anni 1967-70. Donne, “croce e delizia, delizia al cor“ che hanno ispirato le più belle poesie d’amore ( Catullo, Prévert, Neruda ) e canzoni indimenticabili come la struggente “Femmina“ scritta dal grande Antonio De Curtis ( Femmina, si doce come o zucchero…).

Oggi otto marzo, festa della donna, voglio ripetere l’inno baudesco “Viva le donne“, in omaggio a queste splendide creature, in tutte le loro declinazioni temporali: dalla vezzosa bambina con i codini  alle giovani ragazze dal sorriso radioso, dalle mamme operose alle anziane nonne, che ancora ospitano negli stanchi occhi la luce della bellezza del cuore, intangibile alle inevitabili offese del tempo. Noi uomini abbiamo il dovere di onorare e rispettare il gentil sesso, perché rappresenta l’emblema della vita. Chi offende o maltratta le donne è un essere vigliacco, spregevole. Non c’è crimine più odioso e meschino di quello perpetrato ai danni di un soggetto debole (donna, bambino, anziano, disabile e svantaggiato in genere). Alessandro Manzoni, che la sapeva lunga, ce lo dice nei Promessi Sposi, al capitolo XXIII “Il mestiere di molestar le femmine, il più pazzo, il più ladro, il più arrabbiato mestiere di questo mondo“. Sottoscriviamo e giuriamo di impegniamoci tutti per un mondo migliore che rispetti e onori sempre il gentil sesso. Proprio come il leggendario arrotino che, quando richiama l’attenzione col suo altoparlante, non dice “Signori” ma “Donne”.

Col sorriso sulle labbra, porgo i miei più sinceri auguri a tutte le donne del mondo.

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