BRINDISI – Il Comitato No Enfiteusi-Provincia di Brindisi denuncia quanto accaduto ad un cittadino al quale – scrive – “è stato chiesto di pagare i canoni enfiteutici che, come tutti sanno, non venivano più riscossi o pagati da oltre 60 anni. Il nostro concittadino si è rivolto a un giudice per opporsi ad un pagamento che riteneva ingiusto. Il giudice però lo ha condannato a pagare, e così si è visto pignorare la già povera pensione e bloccare ogni risparmio. Esprimiamo tutta la solidarietà al nostro concittadino, per una decisione che appare estremamente ingiusta. Occorre ricordare – scrive il Comitato – che l’enfiteusi è un’antichissima contratto tra i grandi proprietari terrieri e i piccoli contadini, che prevedeva il pagamento di un canone a carico del contadino, il quale in cambio poteva vivere del frutto del suo lavoro applicato a quella terra, di solito incolta o naturalmente migliorata dai sacrifici del contadino stesso e il canone era versato in denaro o derrate, come ad esempio un quintale del prodotto ottenuto. Ciò consentiva comunque al contadino di vivere con dignità. Da qualche anno, un avente diritto ha riattivato la richiesta dei canoni, come non si vedeva da 60 anni circa; con la differenza che oggi già il costo del lavoro necessario alla coltivazione, per altro, in una situazione di crisi dell’agricoltura, cui si aggiungono tutte le varie tasse non consente al contadino di trarre alcun beneficio dalla terra. Perciò, l’aggiunta ulteriore della richiesta di €630 per ettaro trasforma la terra da fonte di sostentamento a fonte di sfruttamento e, addirittura, vero e proprio schiavismo nel cuore del XXI secolo. Pensate quale beffa si prepara per tutti coloro che ritengono di donare i propri figli un piccolo pezzo di terra e invece gli regalano una tassa e tanti guai.  Per questo – scrive il Comitato – ribadiamo la totale solidarietà al nostro concittadino e a tutti coloro che in questa situazione lui rappresenta. Il comitato No enfiteusi della provincia di Brindisi continuerà la sua battaglia per far abolire una legge che oggi ancor più che in passato produce ingiustizia e comunque per far abbassare il più possibile le assurde richieste di ‘Antichi schiavisti’”.




Redazione

1 COMMENTO

  1. Salve anche noi abbiamo di questi guai…! Vi scrivo dall’Abruzzo di preciso nella provincia di Chieti…! Ci dobbiamo far sentire… Chiamate i giornali,i giornalisti e cominciamo a far conoscere questa estorsione..! In bocca al lupo al contadino che capisco fermamente…

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