“La negligenza e la pigrizia hanno fatto sì che sia morto un gatto al parco del Cillarese”

Ieri mattina recandomi al Cillarese, come faccio quotidianamente per accudire i gatti della colonia, ho trovato uno di loro che versava in condizioni critiche, sbavava, respirava a fatica e non si reggeva in piedi. Dopo alcune manovre sono riuscita a farlo vomitare una sostanza biancastra, maleodorante e ho capito immediatamente che era stato avvelenato. Così è iniziata la via crucis con le telefonate alla Polizia locale perché facesse arrivare nell’immediato il veterinario di turno. La mia prima telefonata al comando di Polizia municipale è stata fatta alle 11.43, la seconda alle 12.43, la terza alle 15.18 per ben due volte. In tutte mi è stato detto che il dr. Dell’Anna, responsabile per l’autorizzazione al prelievo e ricovero dei gatti randagi,  era stato avvisato, ma non sapevano se avesse o meno avvisato il veterinario di turno. In tutte le chiamate ho detto che si sospettava l’avvelenamento del gatto ma non è cambiato nulla. Alle 15.29 e alle 16.11 mi ha richiamato il Comando per dirmi che inviavano una pattuglia in loco per accelerare la pratica e, sebbene il gatto versasse in condizioni critiche, alle 16.15 il dr. Dell’Anna mi ha telefonato per dirmi che dalla foto fatta dal vigile il gatto risultava in buone condizioni (la laurea in veterinaria è nulla visto che le diagnosi si riescono a fare da una foto) e che potevo tornarmene tranquillamente a casa perché il gatto aveva ingerito del veleno per topi (al Cillarese non viene utilizzato) e che l’indomani mattina lo avrei trovato in ottima salute. Il veterinario è venuto in loco solo perché sollecitato dalla delegata al benessere degli animali Luana Pirelli, perché contattata personalmente. È venuto nel pomeriggio inoltrato, molto tardi per intervenire per un avvelenamento, non munito di retino ma solo di trasportino: quando il gatto lo ha visto, si è intrufolato nei rovi così fitti che non siamo riusciti a superare. Abbiamo anche chiamato per ben tre volte i vigili del fuoco, ma erano fuori per un incendio e non potevano intervenire. Stamattina alle 7 il gatto era riverso senza vita vicino ai rovi. Il veterinario mi ha detto che la mattina era stato su Brindisi per un altro gatto, ma nessuno lo aveva avvisato per questo e che per l’avvelenamento l’intervento deve essere immediato. Quindi l’errore non è del veterinario ma del dr. Dell’Anna. E con questo procederò di conseguenza, perché non mi sembra giusto che se si presenta un’emergenza durante una festività la si omette solo per pigrizia, negligenza, incuranza.

Maria Nimis

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