BUON WEEK END – “A ZONZO PER LA CITTA’” – di Gabriele D’Amelj Melodia

Non c’è niente di meglio, per sgranchire gambe e meningi, che fare mille passi per la città. In genere si dice e scrive due, al massimo quattro passi, ma a me sembra francamente riduttivo. Sono in viale Aldo Moro dove c’è il cantiere per la costruzione della pista ciclabile. Da bravo pensionato mi avvicino alla recinzione di plastica rossa per “spiare” i lavori. Ma non ci sono operai né mezzi meccanici. Le corsie, vuote e desolate, come Vladimiro ed Estradone, aspettano ancora Godot. “Bicicletta nera, porca puttana, aspetta e spera anche se l’ora s’allontana…”. Scommettiamo che fanno prima il ponte sullo stretto che questa inutile pista?

Sentita al Mercato Coperto: “A vistu? Mo’ s’è misu puru XXXXX in lista! Tu c’è dici?” – “Mah. A mei no’ tanta mi piaci, però non gli punto il dito contro, anche perché resterebbe a guardarlo per ore boccheggiando…”.

All’angolo tra viale Commenda e via Imperatore Augusto, una coppia anziana incrocia una più giovane. Lei è incinta. I gentili vecchietti danno la mano a entrambi, poi baciano la giovane in attesa complimentandosi per la gravidanza. Allora io ho pensato: perché si fanno i complimenti alla donna incinta, magari anche toccandole la pancia, mentre nessuno si congratula col papà dando una spremutina ai gioielli di famiglia e dicendogli “Bravo, hai fatto un buon lavoro!”.

Più avanti, sempre su viale Commenda, arrivo di O.V.S. Sento subito una traccia odorosa. Sporgo il naso e fiuto, come un cane da caccia. Poi penso all’incipit di un romanzo giallo che mi piacerebbe scrivere: “Camminava per una strada sconosciuta pensando ai casi suoi quando, all’improvviso, come per magia, ebbe la netta sensazione di giungere in un posto dove c’erano altri casi. Alzò la testa e vide un’insegna su cui c’era scritto “Casa del Parmigiano”. Entrò, per caso, e acquistò del caso ricotta…”

Prima di ritirarmi, mi fermo per un caffè al Dalmazia. In un angolo angusto, costretta in 45 cm. quadrati, staziona un essere mitologico per metà donna e per metà cassa. È lì da quarant’anni, sempre gentile, efficiente e sorridente. Se non fosse già un monumento, gliene dovrebbero fare uno.

All’uscita, dopo pochi metri, vedo un signore distinto che chiede ad un passante (un giovanotto con barba, orecchino, tatuaggio e cellulare d’ordinanza) “Per la ASL?”. E quello prontissimo “Hip hip…Urrà!

Ragazzi, davvero la vita è tutta un quiz! Buon fine settimana, va!

Gabriele D’Amelj Melodia

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