BRINDISI – È giovedì 29 giugno 2017, sono da poco passate le ore 18:00, due persone, a viso scoperto, entrano in una nota gioielleria di Lecce e la rapinano; una brandisce una pistola del tipo revolver; i due portano via oggetti preziosi per un grande valore commerciale e, quindi, una volta usciti dal negozio, fanno perdere le proprie tracce.

Scattano le ricerche e le uniche tracce sono una Fiat Punto abbandonata e l’accento brindisino dei due.

La Squadra Mobile di Brindisi viene, quindi, allertata, si visionano le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza, si vagliano diverse piste investigative.

Il successivo venerdì 30 giugno, già a metà mattinata, gli investigatori dell’Unità Anticorruzione e della Sezione Antidroga della Squadra Mobile brindisina concentrano le attenzioni sul trentaduenne brindisino Luigi Blasi. Una perquisizione del suo domicilio e delle pertinenze di casa consente agli operatori della Polizia di Stato di reperire – riposti all’interno di una busta di plastica a sua volta occultata in mezzo a materiale di risulta vicino ad un muretto adiacente la casa – numerosi monili in oro che recano ancora la targhetta della gioielleria rapinata a Lecce il giorno prima.ligorio oronzo

Immediata è la conseguente azione sinergica di accertamento e riscontro che gli investigatori brindisini attivano con i colleghi di Lecce.

blasi luigiUno dei titolari della gioielleria – accompagnato nei locali della Squadra Mobile di Brindisi dai colleghi di Lecce – viene immediatamente escusso a verbale e, in sede di denuncia, chiarisce la dinamica della rapina e riconosce gli ori sequestrati a Blasi.

La finale comparazione delle immagini permette un sicuro riconoscimento dei due rapinatori da parte degli operatori della Squadra Mobile di Brindisi.

Si procede quindi congiuntamente; il Blasi, peraltro già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, atteso il ritrovamento di parte della refurtiva e gli univoci e convergenti elementi indizianti raccolti a suo carico, viene sottoposto a fermo di indiziato di delitto dai poliziotti delle Squadre Mobili di Brindisi e Lecce.

Il P.M. della locale Procura della Repubblica viene immediatamente avvisato e il secondo soggetto responsabile del grave atto predatorio avvenuto a Lecce il giorno prima, attivamente ricercato.

Nel tardo pomeriggio dello stesso 30 giugno, anche il secondo soggetto è individuato ed accompagnato negli uffici della Questura brindisina, si tratta del ventitreenne Oronzo Ligorio, originario di Mesagne, ma domiciliato a Brindisi.

Anche nei confronti di quest’ultimo, gli indizi raccolti sono concordanti e convergenti. Gli investigatori delle due Squadre Mobili procedono al fermo di indiziato di delitto anche nei confronti del Ligorio.

Il P.M. viene nuovamente avvisato e, come accaduto qualche ora prima per Blasi, anche Ligorio – dopo la redazione dei necessaria atti di P.G. – è associato, a disposizione della procedente Autorità Giudiziaria, presso la Casa Circondariale del Capoluogo brindisino.

Nella mattinata odierna si è celebrata l’udienza di convalida dinanzi al competente Giudice per le Indagini Preliminari.

Il fermo adottato d’iniziativa dai poliziotti è stato convalidato dall’Autorità Giudiziaria per quanto concerne Ligorio; non convalidato, per assenza dei presupposti del pericolo di fuga, per ciò che attiene Blasi. Non di meno, a carico di entrambi è stata adottata la misura cautelare del massimo rigore e cioè quella della custodia in carcere.

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