FP CGIL, il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Migliaia di Donne ogni anno chiedono aiuto per uscire da una spirale di violenza che il più delle volte si consuma all’interno delle mura domestiche.

A molte di loro manca il supporto sociale per uscire da situazioni nocive che in tantissimi casi le porta alla morte.
Solo nel 2022 si contano 82 omicidi di donne in Italia di cui 72 in ambito famigliare.
Sono oltre 50.000 le donne che ogni anno si rivolgono ai centri anti violenza per sfuggire ad episodi violenti.
Sono donne che per essere libere hanno, però, bisogno di avere un reddito sufficiente, un lavoro sicuro e dignitoso, una tetto dove abitare e servizi pubblici che funzionano.
Non si può pensare di far rientrare queste donne in un contesto familiare violento e pericoloso che mina quotidianamente la loro autostima e la loro salute psico- fisica.
Purtroppo non tutte riescono ad avere le tutele necessarie.
Occorre, pertanto:
– garantire un supporto economico finanziando, il reddito di libertà previsto dal DL 34/2020 oltre ad un accesso agevolato ai servizi e alle misure di contrasto alla povertà;
-estendere da 3 ad almeno 6 mesi il congedo indennizzato per le donne vittime di violenza introdotto con il D.lgs. 80/2015 per assicurare il mantenimento del lavoro;
-introdurre criteri prioritari di accesso ai servizi pubblici per la gestione dei carichi di cura: asili nido, assistenza persone anziane, ecc.
-introdurre criteri preferenziali per le donne in fuoruscita dalla violenza per l’accesso all’edilizia residenziale pubblica;
-istituire percorsi ad hoc per l’accesso alle politiche abitative che prevedano canoni calmierati, sospensione a cisto zero delle rate del mutuo sulla prima casa.
Anche sui luoghi di lavoro si registrano episodi di violenza nei confronti delle donne per comportamenti aggressivi, per molestie e ricatti sessuali, per prevaricazioni.
Secondo il rapporto OIL- ILO 2019 solo 130 paesi al mondo hanno leggi che proibiscono le molestie e le violenze sul posto di lavoro.
Purtroppo è la mancanza di lavoro e la precarietà che ne consegue a cui si innescano situazioni di indigenza e di dipendenza economica la causa principale di episodi di violenza.
L’OMS recentemente ha diffuso i dati dei tassi di violenza sulle donne dovuti a disoccupazione, insicurezza economica e aumento dei tempi trascorsi nelle mura domestiche strettamente legati al significativo aumento del numero delle vittime.
Purtroppo sono circa ottomila l’anno gli episodi codificati come aggressioni, minacce, violenze provenienti sia dall’interno sia dall’esterno del posto di lavoro accertati positivamente come infortuni dall’Inail; il 39% delle aggressioni è rivolto contro le donne.
La Legge 69/2019 ( c.d. codice rosso) rappresenta un importante strumento normativo nel contrasto alla violenza di genere che ha rafforzato le tutele processuali introducendo una corsia veloce e preferenziale per le denunce e le indagini relative alla violenza sulle donne introducendo pene molto severe.
Alla luce delle innovazioni normative non siamo più disposte a leggere sentenze “ di manica larga” nei confronti degli aggressori.

AIUTIAMO LE DONNE CHE VOGLIONO LIBERARSI DALLA PRIGIONIA DI RAPPORTI MALATI E PERICOLOSI.
AIUTIAMO LE DONNE A DENUNCIARE.
DIAMO ALLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA GLI STRUMENTI PER LIBERARSI DALLA MORSA DELL’OPPRESSIONE.
DIAMO ALLE DONNE LAVORO, RISPETTO, CONSIDERAZIONE.

 

LA SEGRETARIA GENERALE LA COORDINATRICE POLITICHE DI GENERE
Patrizia Stella Chiara Cleopazzo

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