BRINDISI – C’è anche l’omicidio di Antonio Presta, figlio del collaboratore di giustizia Gianfranco (avvenuto il 5 dicembre 2012 a San Donaci) tra le accuse contestate ad alcune delle 50 persone arrestate – tra Brindisi, Lecce e Taranto – nell’ambito dell’operazione antimafia eseguita dai carabinieri del Comando provinciale di Brindisi, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce. L’operazione – denominata Omega bis – ricalca quella dello scorso dicembre (‘Omega’), che fu parzialmente vanificata dalle scarcerazioni disposte dal Tribunale del Riesame di Lecce per alcuni vizi di forma.

Il provvedimento restrittivo è stato firmato dal gip del tribunale di Lecce Vincenzo Brancato (lo stesso dell’operazione Omega del 2016, ndr), su richiesta del sostituto procuratore della Dda di Lecce Alberto Santacatterina. In realtà, le ordinanze odierne erano 51, ma uno dei destinatari è deceduto pochi giorni fa.

I particolari dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso il Comando provinciale dei carabinieri di Brindisi, alla quale hanno preso parte il comandante, il colonnello Nicola Conforti, il Tenente Colonnello Cristiano Tomassini del Reparto Operativo ed il Maggiore Pasquale Ferrari, al comando del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale.

L’omicidio di Antonio Presta viene inquadrato nell’ambito di una faida tra gruppi rivali della Sacra Corona Unita ed è contestato in primis a Carlo Solazzo, ritenuto l’autore materiale del delitto. Anche Solazzo, arrestato a fine del 2016, fu rimesso in libertà pochi mesi dopo a causa dei presunti difetti nell’ordinanza di custodia cautelare ravvisati dal Riesame.

Le accuse per i 50 indagati odierni vanno, a vario titolo, dalla associazione mafiosa per la partecipazione all’organizzazione ‘Sacra corona unita’, al concorso in omicidio, con l’aggravante del metodo mafioso, dal traffico di droga e di porto alla detenzione illegale di armi. Il reato di associazione a delinquere è contestato a 20 persone. Ad alcuni è stato contestato, ancora una volta, l’attentato dinamitardo ai danni della villetta del maresciallo dei carabinieri di San Donaci Francesco Lazzari, avvenuto la notte tra il 12 ed il 13 marzo 2014, in via Pio La Torre, a Cellino San Marco.

Nel corso delle indagini sono state intercettate frasi connesse al rituale di affiliazione alla Sacra Corona Unita.

Le ordinanze portano la firma del gip del tribunale di Lecce Vincenzo Brancato, su richiesta del sostituto procuratore della Dda di Lecce Alberto Santacatterina.

Cinque dei 50 indagati sono, al momento, irreperibili. Si tratta di Cosimo Vitale, Francesco Giannotti, oltre a tre persone che risiedono all’estero: Matteo Moriero, Sergio Dell’Anna e Annunziato Cristian Vetrugno.

Nel corso del blitz odierno, sono stati sequestrati anche 300 grammi di cocaina e 50 di marijuana a carico di Pietro Solazzo, fratello di Carlo, l’autore del delitto di Presta. La cocaina era nel giardino della sua abitazione, all’interno di un barattolo di vetro sotterrato, mentre l’hascisc in casa. Per lui è scattato l’arresto anche per la detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Un altro particolare emerso nel corso della conferenza stampa riguarda le difficoltà incontrate oggi in un campo rom a Panareo (Lecce) per la cattura di uno degli indagati: i militari sono stati accerchiati dagli occupanti dei vari camper ma, grazie all’intervento di colleghi di altri reparti di altri comuni ed all’utilizzo di un elicottero, l’uomo è stato assicurato alla giustizia.

Pamela Spinelli
Direttore responsabile

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