A Brindisi, ogni qualvolta c’è un evento teatrale, un concerto, delle danze popolari o una bicchierata di S. Martino a base di tarallucci e vino, tutti gli organi di informazione ne danno ampia notizia integrando l’opera di divulgazione effettuata dagli organizzatori tramite manifesti e locandine. Purtroppo però, a causa dell’esagerato uso dei social, tali eventi vengono presentati, promossi e ricordati fino alla nausea. La serata enoica di ieri, promossa e presentata dalla Fondazione Verdi manco fosse il Festival di Spoleto, è il classico esempio di superfetazione patologica. “La ridondanza sai è come il vento“, potremmo dire parafrasando Modugno, però alla fine” rompe “ e potrebbe causare persino l’effetto contrario, allontanando i bene intenzionati, indispettiti dalla reiterazione del messaggio che, evidentemente, li considera tutti suonati e scordatizzi.
Bastiancontrario