“Il mio pensiero sulle lamentele degli imprenditori verso i giovani e dei giovani verso gli imprenditori” – di Giuseppe Giubilo

Vorrei esprimere il mio pensiero riguardo le lamentele degli imprenditori verso i giovani e dei giovani verso gli imprenditori.
Ad oggi dopo anni nel settore credo che ognuno di noi, e di voi, abbia le proprie ragioni ma anche le proprie colpe.
Onestamente parlando, non trovo nulla di male nel non voler lavorare all’età di 20 anni rivenendo gratuitamente 600€ al mese (c’è chi ne fa richiesta nonostante lavori) anche perché molti imprenditori/“ristoratori” hanno, per la stessa cifra, sfruttato ragazzi senza dare orari e giorni di riposo per intere stagioni, per concludere lasciandoli a casa a settembre.
Ma per quanto mi riguarda, tutto questo polverone alzato su RDC e sfruttamento del lavoro è soltanto una guerra acchiappa like sui social.
Amo il mio lavoro e posso garantire che di questo mestiere il giovane non si può più interessare ma soprattutto innamorare perché vedo molti “imprenditori” e pochi ristoratori. Nel mio lavoro orari, feste, fatica, urla, calore, padelle che volano, offese sono all’ordine del giorno ed è proprio di quello di cui ti innamori. La cura per il cliente, il suo sorriso, i ringraziamenti a fine serata in cui lo staff si è urlato costantemente contro (per chi del mestiere sa l’eterna guerra fra operatori di cucina e operatoti di sala) sono la soddisfazione più grande che riportano l’armonia e la felicità nel gruppo di lavoro.
Altro ruolo importante del ristoratore (quello vero) è il saper trasmettere questo lavoro e la passione per esso ai suoi ragazzi in modo tale che essi siano spronati a voler sempre di più, a crescere ed imparare nozioni di questo mestiere ma non accontentarsi di seicento
euro per non fare nulla. Ecco perché insieme a delle associazioni di categoria metterò a disposizione non tanto il mio sapere quanto il mio amore per fa si che i nuovi giovani si appassionino a questo lavoro tramite dei corsi specifici alberghieri.

Giuseppe Giubilo

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