Giustizia nel caos fino a settembre: gli avvocati alzano la voce

L’Organismo Congressuale Forense, vertice di rappresentanza politica dell’Avvocatura Italiana, con deliberazione di ieri, 10 maggio, ha proclamato in via d’urgenza lo stato di agitazione, ed ha denunciato pubblicamente alla Comunità Nazionale lo stato di caos in cui versa la Giustizia dal marzo scorso, conferendo mandato al proprio Coordinatore di rivolgere un appello al Presidente della Repubblica, per un suo autorevole intervento quale garante della Costituzione.
Dopo aver più volte denunciato che l’emergenza nella fase 2 è state regolata su base territoriale in modo totalmente disomogeneo, con discipline e termini di ripresa differenziati in modo ingiustificato per i diversi settori della Giustizia Italiana e senza adeguate garanzie per la difesa delle parti e la tutela dei loro diritti, l’Organismo ha evidenziato che allo stato lo svolgimento delle attività giudiziarie è stato disciplinato con oltre 200 provvedimenti dei capi degli Uffici Giudiziari, che raccolgono le prese di posizione delle rappresentanze dei Magistrati e dei Cancellieri che, per timore dei contagi, osteggiano la ripresa delle attività lavorative in sede.
L’Avvocatura Italiana denuncia inoltre che il quadro descritto assume connotati ancora più drammatici per gli Uffici del Giudice di Pace, che costituiscono il presidio di Giustizia delle fasce deboli della società, sicchè ritengono realistico prevedere che le attività giudiziarie non riprenderanno sostanzialmente fino ai primi del prossimo settembre, con il rischio di grave danno per i diritti dei cittadini.
Al fine di scongiurare tale concreto pericolo, l’Organismo Congressuale ha quindi rivolto un pubblico appello al Governo “affinchè intervenga sostenendo adeguatamente la Giustizia Italiana, quale funzione primaria ed insostituibile dello Stato”.

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