Vox: “La finanza derivata vince sui diritti dei cittadini”

La truffa della speculazione e della finanza derivata continua a mietere vittime e stavolta è toccato ai clienti della Banca Popolare di Bari. Ancora una volta gente che ha scelto di investire i propri risparmi su consiglio della banca che ha prontamente rassicurato sulla inattaccabilità e sulla remunerabilità di prodotti finanziari che in realtà erano ad alto rischio, attraverso clausole vessatorie e poco trasparenti all’interno dei contratti sottoscritti dai clienti. Imprenditori che pur di ottenere un finanziamento da poter spendere per la crescita della propria attività si sono visti costretti ad investire cifre ingenti per l’acquisto di azioni che apparivano come una solida garanzia sul rimborso del debito verso la banca ma che in realtà si rivelavano investimenti ad elevato rischio e perciò “titoli spazzatura”. Ma in tutto questo che ruolo ha davvero giocato la Banca d’Italia? Per quale motivo essa si sarebbe limitata dal 2010 fino ad oggi ad inviare perlopiù moniti e raccomandazioni dopo aver già all’epoca constatato un margine importante di rischio di insolvenza dei prodotti finanziari venduti ai clienti dalla BPB? Dov’era quando avrebbe dovuto sorvegliare sulla trasparenza delle condizioni contrattuali imposte dall’istituto in questione ai propri correntisti? Per quale motivo già dal 2010 la Banca d’Italia esprimeva sulla BPB una situazione “parzialmente sfavorevole” a cui seguirono una serie di richieste di rafforzamento patrimoniale e di competenze nel compiere valutazioni interne attendibili sull’effettivo rischio di liquidità, per poi nel 2014 autorizzare la stessa BPB ad acquisire il controllo della banca TERCAS attraverso il sostegno finanziario di un fondo interbancario? Per quale motivo diversi richiami rilevavano l’inadeguatezza della governance interna nel fronteggiare la complessità della gestione di prodotti finanziari complessi e di valutarne adeguata copertura patrimoniale, ma non si è piuttosto deciso di operare un’ordinata uscita dal mercato attraverso l’intervento dell’Autorità di risoluzione di Bankitalia al fine di mettere al primo posto la salvaguardia dei risparmiatori?

I Circoli Vox Italia Puglia ritengono pertanto che la governance facente capo alla Banca d’Italia abbia svolto con estrema leggerezza e per motivi poco chiari i compiti che gli sono attribuiti per legge e dallo statuto interno, contravvenendo all’interesse primario di tutela del risparmio privato e di prevenzione dei rischi di mancata trasparenza della situazione patrimoniale e contabile e del grado di solvibilità delle banche nel garantire il capitale dei propri clienti. Per questi motivi i circoli Vox Italia Puglia chiedono le dimissioni del governatore Visco e la nazionalizzazione della Banca d’Italia tuttora di proprietà di istituti finanziari privati, i quali evidentemente hanno tutto l’interesse ad infossare finché possibile lo stato di salute dei propri concorrenti e chiedere puntualmente interventi governativi i cui effetti si riversano sulle tasche dei contribuenti italiani.

900 milioni di euro saranno erogati a Invitalia con lo scopo di riacquistare le azioni carta straccia di BPB, ricapitalizzandola. Invitalia è una Agenzia del Ministero dell’Economia, ha il compito di erogare Finanziamenti a Fondo Perduto nell’Economia Reale non di salvare Banche. 900 milioni non andranno ancora una volta a chi voglia fare Impresa ma a chi una Impresa l’ha distrutta.Andranno per salvare posti di lavoro di Funzionari Bancari e Cassieri oltre che BPB.

Quale e’ il valore di un Lavoratore Ilva o Alitalia rispetto a un Bancario,e di Ilva e Alitalia stessa come Asset Strategici in un Paese Importante?

Quante nuove startup verranno private di tali Finanziamenti Pubblici in un Paese dove l’accesso al Credito e’ inaccessibile per chi abbia buone idee?

I circoli Vox Italia Puglia.

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