Rossi: “Inaccettabile declassamento ACC Enav di Brindisi”

Con una lettera inviata all’amministratore delegato di Enav Roberta Neri, ai ministri per il Sud e Trasporti Barbara Lezzi e Danilo Toninelli e al governatore della Regione Puglia, il sindaco Riccardo Rossi ha chiesto un incontro urgente per discutere del declassamento del Centro di controllo d’area (ACC) di Brindisi.

Lo scorso 22 novembre 2018 il consiglio comunale di Brindisi ha approvato un ordine del giorno con cui si chiedeva il mantenimento e potenziamento dell’ACC motivandolo con ragioni di natura tecnica e, dunque, oggettive.

Anche su mandato dell’assise il sindaco ha ricordato che l’ACC di Brindisi costituisce un impianto di altissima redditività, con incrementi del 9% nel 2017 e del 14% nel 2018, e che il suo depauperamento costituirebbe un danno per il territorio con il relativo trasferimento di ben 200 unità lavorative con altissima specializzazione.

Tale declassamento, con conseguente trasferimento dei servizi, potrebbe provocare anche un problema di sicurezza che oggi viene invece garantita da una realtà tecnologicamente avanzata.

“Non si comprende la ragione di questa decisione  – ha scritto il sindaco – alla luce del fatto che i Centri oggi presenti sul territorio italiano si trovano a Milano, Padova, Roma e Brindisi. Nella seppur comprensibile logica di una razionalizzazione prevista dal Piano industriale, resta incomprensibile la motivazione che spinge alla chiusura dell’ACC di Brindisi nella collocazione territoriale di questi Centri. Brindisi costituisce l’unica realtà per l’intero Sud Italia e, risulta incomprensibile come il proprio territorio di competenza possa ricadere tutto nella responsabilità di altri Centri. Secondo il Piano approvato nel marzo 2018, il Mezzogiorno resterebbe “isolato”. Con Milano e Roma inalterati rispetto all’attuale situazione, il Sud non avrebbe alcun ACC. E’ chiaro che è un prezzo che il Meridione non può pagare né in termini di occupazione né in termini di sicurezza.

Il territorio brindisino non intende pagare il costo sociale di questa operazione di mera economia, peraltro discutibile in termini di cifre”.

Anche sulla scorta delle posizioni già chiarite dei sindacati, condivise dall’amministrazione comunale, è stato chiesto un confronto immediato.

 

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