BRINDISI – Dal sondaggio lanciato nei giorni scorsi è arrivata l’ennesima conferma: ai brindisini proprio non piace l’apertura al traffico di Corso Garibaldi. Il 78,9% dei partecipanti si è espresso favorevolmente rispetto alla chiusura alle auto di quel tratto, e l’82,1% ritiene che la riapertura al traffico non abbia portato alcun beneficio alle casse dei commercianti del Corso. In verità, l’ex sindaco Consales precisò che l’ordinanza aveva come unica finalità quella di “sbottigliare” dal traffico alcune arterie del centro cittadino e fornire qualche stallo in più in attesa che i lavori su Via Del Mare terminassero. Surrettiziamente, però, l’ordinanza del sindaco aveva l’intento di favorire i commercianti della zona, nella speranza che un parcheggio vicino ad una vetrina potesse incentivare gli acquisti. Terminati i lavori su Via Del Mare, però, l’ordinanza di riapertura al traffico è ancora in piedi; questo certifica che la ratio sottesa a quella scelta non risiedeva tanto nelle motivazioni annunciate formalmente, quanto nella volontà di “rivitalizzare” in qualche modo la zona (probabilmente utilizzando uno strumento improprio, n.d.r.).

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A tal proposito vi è da segnalare la proposta arrivata in redazione dal nascituro comitato autonomo dei commercianti del centro, i quali, seguendo la direttrice del buon senso, propongono una via di mezzo: aprirlo al traffico d’inverno, quando il flusso del passeggio, durante i giorni centrali della settimana, è davvero minimo, e pedonalizzarlo durante i mesi estivi, in modo tale da fornire a turisti ed avventori delle zone limitrofe un colpo d’occhio al passo con i tempi.

Dicevamo del sondaggio: quali le ragioni di tali risultanze? Probabilmente il pensiero del comitato dei Mille di Corso Garibaldi (composto da semplici cittadini) riassume quello di tutti coloro i quali si dicono contrari all’apertura al traffico. Più volte il comitato si è espresso in merito, denunciando l’anacronismo della scelta effettuata dall’amministrazione dato che, nel resto del mondo, le zone pedonali si espandono a macchia d’olio. Altri rilievi sollevati riguardano la fragilità del basolato, il quale, pensato per la pedonalizzazione dell’area, non regge il peso dell’attraversamento di auto e grossi mezzi; ciò rende necessaria l’effettuazione di lavori di messa in sicurezza e ripristino, con conseguenze sulle già asfittiche casse comunali.

Come fare, allora, per trasformare la volontà popolare in atti amministrativi? Lo strumento dovrebbe fornircelo lo Statuto comunale, in realtà così non è. Prendiamo ad esempio la proposta avanzata dal suddetto comitato dei Mille di indire un Referendum consultivo. Lo Statuto comunale, recependo gli indirizzi generali espressi dal Testo Unico degli Enti Locali (D. lgs. 267/2000), prevede già, quali forme di democrazia partecipata, il Referendum consultivo, propositivo ed abrogativo. Tuttavia, se i cittadini volessero usufruire di tali strumenti, non potrebbero farlo, in quanto il Comune di Brindisi non ha mai adottato il regolamento attuativo di tali indirizzi. Così, mentre i cugini leccesi raccolgono le firme per indire un referendum propositivo finalizzato alla chiusura al traffico, h24, delle Ztl, i cittadini brindisini si scoprono per l’ennesima volta figli di un Dio minore.

Dopo anni di scelte esiziali piovute come grandine sulla testa della popolazione, probabilmente è arrivato il momento di dotare la città degli strumenti necessari affinché i cittadini possano perlomeno decidere se passeggiare in un centro affollato dalle auto o meno.

Andrea Pezzuto
Redazione

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