Le Lambretta alla conquista della Città Bianca: da Ostuni ad Egnazia

Le Lambretta alla conquista della Città Bianca: da Ostuni ad Egnazia.
Manifestazione simpatica quella organizzata dal Lambretta Club Puglia i cui equipaggi si sono dati appuntamento domenica 28 maggio ad Ostuni per mostrare alla cittadinanza il celebre scooter nato a Lambrate (quartiere milanese bagnato dal Lambro dal quale appunto derivò il nome commerciale di Lambretta) ad opera della genialità di un’industriale, Ferdinando Innocenti.
Innocenti tanto ha dato al nostro Paese nei campi della metalmeccanica, siderurgica e motoristica. Suo è il brevetto dapprima dei tubi da impalcato utilizzati nella cantieristica edile e metalmeccanica assemblabili attraverso gli omonimi morsetti, con avvio dal 1947 al 1972 della produzione del celebre scooter e dal 1959 al 1997 anche di automobili (dall’assemblaggio delle British Motor Company compresa la Mini, alla produzione grazie a Bertone di modelli inediti come la Mini voluta da Alejandro De Tommaso -nuovo proprietario del Marchio e patron delle vetture sportive omonime e di Maserati-).
Per molti appassionati di motorismo il nome Innocenti è sicuramente legato al celebre scooter.
A prima vista può apparire un veicolo spartano e meno curato rispetto alla storica rivale Vespa Piaggio ma all’occhio attento di chi un po’ si intende di meccanica non potranno sicuramente sfuggire le proverbiali doti di affidabilità, di sostanza percepibile, che a distanza di anni dalla cessazione della produzione riescono ancora ad ammaliare numerose schiere di appassionati.
Già all’esordio nel 1947 ha delle caratteristiche che a differenza degli scooter prodotti in altri paesi la rendono unica nel suo genere, quasi un crossover tra uno scooter a ruote basse ed un motociclo tradizionale:   motore in posizione centrale che si traduce in maggiore manovrabilità e velocità, ruote più grandi rispetto alla controparte di Pontedera, risultando così migliore sui terreni accidentati (pavè e sanpietrini compresi), forcella convenzionale e telaio regolare per una maggiore guidabilità sfruttando il suo telaio a tubo per essere più stabile.
Qualche evasione estrosa negli anni la Lambretta se la è concessa motivo per cui non è stata ignorata nemmeno dalle aziende di trasformazione che le hanno donato motocarrozzette per ampliarne la possibilità di utilizzo turistico.
Tuttavia il core business di questo veicolo resta quello di diffondere l’uso dei mezzi di trasporto privati destinati ai lavoratori, artigiani, addetti alle consegne, medici, commercianti, famiglie, anticipando di un decennio la motorizzazione di massa della Fiat 600.
Per questo motivo Lambretta è stata declinata anche in versione motocarro con buona compagnia dei veicoli utilitari che diffusisi all’indomani del conflitto mondiale (prodotti anche da marchi blasonati come Lancia per furgoni ed autocarri) hanno contribuito alla ricostruzione del Paese ed al passaggio da una economia pressoché artigianale ed agricola al modello economico dell’industria, della comunicazione e dei servizi.
Il programma della giornata prevede l’arrivo dei partecipanti ad Ostuni alle 9.30 con ritrovo presso il Bar Excelsior -Via Papa Giovanni XXIII n. 2-, partenza alle 10.00 per le vie di Ostuni e proseguimento presso il sito archeologico di Egnatia con visita all’arrivo delle testimonianze. Terminata la visita culturale ai monumenti e abitazioni appartenenti al periodo romano, tardo antico e messapico, la carovana raggiungerà Torre Canne dove presso il ristorante “Ad un passo dal Faro” si svolgerà il pranzo sociale.
Come già avvenuto lo scorso 16 ottobre in occasione della Giornata Nazionale del Motorismo Storico a Brindisi, LAMBRETTA CLUB PUGLIA consolida con il CAMEB -altro club operante sul territorio di Brindisi federato all’Automotoclub Storico Italiano e patrocinante la Manifestazione- una stretta sinergica collaborazione per valorizzare il patrimonio motoristico, la promozione del restauro, la diffusione della cultura dell’importanza sociale, la testimonianza dell’ingegno, del design e delle capacità produttive dapprima artigianali e dopo industriali che i veicoli hanno
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