INTERVISTA – Il talento italiano è in casa Enel, Donzelli: “Ho lottato per essere in Serie A con Brindisi”

BRINDISI – Continuano le interviste di Newspam attorno al mondo cestistico brindisino.

Questa settimana abbiamo incontrato il giovane azzurro 21enne voluto fortemente dalla società: Daniel Donzelli. L’atleta, seppur la sua carriera sia stata costellata da tanti infortuni che ne hanno impedito una continua crescita cestistica, è ritenuto uno dei più promettenti talenti del panorama nazionale. Donzelli, infatti, è stato anche inserito tra i 12 migliori giovani americani ed europei under 16. Inoltre, ha già vinto un campionato under 14 ed ha militato in tutte le categorie della Nazionale, ben figurando. Uno dei giovani su cui l’Enel ha deciso di puntare.

Daniel, innanzitutto, prima di iniziare, ci dici come stai, dopo il bruttissimo infortunio subito contro Pesaro (contusione polmonare e frattura del trochite omerale, ndr)? Sei rientrato contro Reggio Emilia, quale è la tua percentuale di forma?

“Ovviamente, non sono al 100%, ma manca davvero poco per ritrovare la forma ottimale ed aiutare al meglio la squadra. Ho già fatto due allenamenti completi con i compagni. Non sto male”.

Ora, torniamo indietro qualche anno. Hai già ottenuto tanti successi e ti sei tolto un bel po’ di soddisfazioni con la Nazionale. Inoltre, la tua media punti è sempre stata oltre 13 a partita. Raccontaci…

“Dopo aver terminato le giovanili con la Vanoli Under 14, ho deciso di trasferirmi a Casalpusterlengo, una società che puntava molto sui giovani. In quell’anno eravamo in A2 Silver. Mi sono subito ben inserito in squadra e giocavo spesso. Purtroppo, perdemmo la finale in gara 5 contro Mantova, ma salimmo ugualmente di categoria. L’anno scorso, all’Assigeco, non è andato benissimo ed ho deciso di cambiare squadra e venire qui a Brindisi, dove ho fatto questo grande salto di categoria. Mi sentivo di farlo e volevo provare una nuova esperienza che mi avrebbe arricchito, come sta facendo. In carriera ho vinto un campionato Under 14 nel 2014 ed ho fatto tutta la trafila delle giovanili, dall’Under 16 all’Under 20. Sono molto soddisfatto anche per essere stato inserito tra i 12 migliori giovani giocatori americani ed europei Under 16”.

Purtroppo, nella tua carriera ci sono stati tanti infortuni. Quanto hanno inciso sulla tua crescita professionale?

“Hanno inciso moltissimo. Soprattutto i due infortuni alla caviglie, che ho dovuto operare in due estati diverse, saltando anche i Mondiali Under 19 e gli Europe Under 18. Mi è dispiaciuto perché un Mondiale è un’ottima vetrina e ti inorgoglisce. Poi, durante le stagioni, non ho mai fatto un campionato completo. Questi infortuni mi hanno un po’ ‘rovinato’ la carriera”.

Grazie alla tua fisicità, riesci a giocare da 3 e da 4. Ma quale è il tuo ruolo ideale?

“Onestamente mi trovo molto meglio da 3. Anche perché, fino all’Under 16, portavo palla e facevo anche il playmaker. Per giocare da 4, è dura, perché i 4 di adesso sono molto atipici: tutti tiratori. Ma c’è tempo per perfezionarsi in quel ruolo”.

Quanto è dura per un giovanissimo italiano, seppur talentuoso come te, competere per un ruolo da titolare con un americano?

“Una bella sfida. Parte soprattutto dall’allenamento: devi far vedere al coach che puoi passare davanti all’americano, ma devi dare tanto e di più, durante gli allenamenti. Non devi mai cadere di testa. L’americano può, tu no. Perché, se vuoi rubargli il posto, devi essere sempre sul pezzo”.

Secondo te, perché i club italiani fanno fatica a valorizzare i giovani del vivaio?

“Ci sono davvero poche squadre italiane che fanno giocare i giovani. Ad esempio, la Fortitudo: sono tutti giovani, cresciuti all’interno della società. Chi gioca tanto, è perché è del luogo. Ma si preferiscono sempre i giocatori più affermati ed è un peccato, perché ci sono tanti ragazzi interessanti”.

Pensi che, puntando sui giovani, si possano, comunque, raggiungere risultati di livello?

“Ora come ora, è difficile. Come si può vedere, le squadre hanno anche sette americani. E’ difficile eguagliare la loro fisicità, per un giovane italiano. Si può fare un campionato con giovani dai 20 ai 25, ma è difficile arrivare tra i primi posti”.

Quali sono i tuoi segreti per raggiungere questi livelli?

“Non ho mai mollato, nonostante gli infortuni. Solo così son potuto arrivare sino alla Serie A. Bisogna essere sempre positivi e, quando si cade, bisogna sempre rialzarsi subito”.

Ti è pesato il passaggio di categoria?

“Assolutamente no. Anzi, mi sto trovando molto meglio, perché sono più curato, più tenuto sott’occhio; è una cosa molto più organizzata”.

Mentre, il passaggio a livello sociale, da Nord a Sud, l’hai sofferto?

“Non l’ho sofferto per niente. Ho fatto fin da subito grandi amicizie, che mi stanno aiutando molto anche nel tempo libero”.

Quale è il tuo sogno nel cassetto?

“Arrivare in NBA. Non so se accadrà mai, ma farò del mio meglio per far sì che accada. Ma anche arrivare stabilmente in Nazionale. Lavorerò, ovviamente, anche per questo”.

Concludiamo con un messaggio ai tifosi biancazzurri…

“Chiedo a loro di stare sempre sul pezzo e continuare a tifarci, perché siamo una bella squadra e torneremo su in classifica, nonostante queste sconfitte. Stiamo lottando per riprenderci. Cerchiamo di rimanere tutti uniti, tifosi e squadra, per centrare il massimo obiettivo”.

Tommaso Lamarina
Redazione

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