Bufera sull’arbitro Di Bello, la lettera aperta della moglie Carla: “Noi inghiottiti in una tempesta d’odio”

Non è facile scrivere rimanendo lucida ed educata, non è facile restare equilibrata e serena. Non è per niente facile, ma devo esserlo per non farmi travolgere e inghiottire da questa tempesta di odio.
Non voglio parlare di arbitraggio, non mi interessa parlare di calcio e calciatori, non posso però parlare di sport perché sport non è più: nello sport non c’è spazio per odio e violenza. Invece sono due giorni, e chissà quanti altri ne seguiranno, che su un UOMO si stanno riversando le più indicibili cattiverie e ostilità.

È un accanimento mediatico e sociale senza precedenti. Viviamo in un’epoca storica dove si condannano e si prendono le distanze da violenza e abusi, ma siamo però capaci di odiare, denigrare, offendere, maltrattare e oltraggiare il prossimo.

Non sono qui per difendere Marco, in quanto capace di poterlo fare da sé. Sono qui per mettermi accanto a lui, per poterlo alleggerire del carico emotivo subito. Sono qui per ricordare che dietro una divisa, fuori dal campo, lontano dalle telecamere, c’è un uomo. Ci sono sacrifici, impegno, dedizione, rinunce, sogni, successi e sconfitte. C’è Marco Di Bello, ci sono la sua forza, la sua dignità e tanto altro ancora che niente e nessuno riuscirà mai a cancellare.

“Nel mezzo di una difficoltà c’è un’opportunità.” (Albert Einstein)

Con Amore !

Carla

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3 COMMENTI

  1. Nello sport come nella vita si sbaglia sempre…l’importante è che da questa vicenda l’uomo è l’arbrito non ne abbia a risentire….perché l’uomo ce’ l’arbitro pure!…

  2. Non seguo più il calcio per quello che è diventato. Continue sceneggiate in campo dei calciatori, partite truccate, bilanci falsificati, tifo in mano alla delinquenza, cori razzisti. È inevitabile che l’arbitro subisca quello che sta accadendo al nostro concittadino.
    È indegno di un paese che si definisce civile. Ancora più indegno che nessuno ponga rimedio.
    Tutta la mia solidarietà all’uomo e al professionista.

  3. Il calcio da molti anni e per vari motivi non è più sport. E soprattutto business gonfiato, truccato e deturpato. Poi le tifoserie più oltranziste sono dei veri e propri talebani. Se pensiamo che si arrivi ad uccidere altri tifosi per una partita. Orrendo

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