Comune di Brindisi

Tra una settimana esatta la città di Brindisi tornerà al voto.

Difficile fare previsioni su chi – tra Riccardo Rossi, espressione del centro sinistra, e Roberto Cavalera, espressione del centro destra moderato – vincerà il turno di ballottaggio e diventerà il nuovo sindaco della nostra città.

Di certo c’è che sarà un compito assai più gravoso rispetto a chi ha ricoperto quel ruolo sino a 20 anni fa. E questo per una serie di motivazioni, prima fra tutte le pesantissime e fallimentari eredità da cui Brindisi proviene. Le ultime due in particolare: la prima con l’ex primo cittadino Mimmo Consales, uomo del PD, che vide la caduta della sua Amministrazione il 6 febbraio 2016 per mano della Magistratura (ed il cui processo è tuttora in corso, ma alle battute finali) e la seconda con l’ex sindaco Angela Carluccio, la cui esperienza a Palazzo di Città durò appena 10 mesi, a causa di una instabilità amministrativa riveniente da una coalizione di centro sin troppo variegata e, quindi, condita da troppe ambizioni personali.

Non c’è da stupirsi, dunque, se il timore da parte dei cittadini che la storia possa ripetersi sia alto, nonostante le rassicurazioni da parte di entrambi i candidati, impegnati, in questi giorni, a persuadere la gente nelle piazze e per le strade  che la propria coalizione sia quella ‘giusta’ per far risalire la città dagli abissi in cui è sprofondata. Peccato, però, che il più delle volte lo facciano gettando fango sull’avversario, con Rossi che accusa Cavalera di essere solo la sagoma di Giovanni Antonino, altro ex sindaco arrestato per tangenti ed il cui figlio Gabriele è stato il ‘record man’ di queste elezioni (1863 i voti a suo favore) e Cavalera che gli fa eco, definendo Rossi il “Signor Sì” del Governatore Emiliano. Non meno velenosi, anche se non tutti a dire il vero, risultano anche i candidati sindaci esclusi dal ballottaggio, nessuno dei quali, tra l’altro, ha fatto sapere ufficialmente chi appoggerà tra i due ‘sopravvissuti’ al 10 giugno. I social, poi, sono diventati luogo di scambi di offese e di epiteti da querela, oltre che strumento di diffusione di immagini e di video ai limiti della diffamazione.

Che le campagne elettorali siano cambiate ce ne siamo accorti da tempo. E non solo a livello locale, atteso che anche le politiche del 4 marzo scorso vengono ricordate soprattutto per il clima di veleni e di polemiche in cui si sono consumate. Sono lontani i tempi in cui, invece, la campagna elettorale era il luogo deputato ad esprimere la propria idea di città ed i propri programmi che pure – attenzione – anche nel caso di Brindisi esistono. Con il risultato che l’elettore che voglia farsi un’idea di ciò che i candidati intendano fare una volta eletti alla guida del governo cittadino resta deluso.

Non sappiamo chi vincerà il 24 giugno. Troppe sono le incognite. E di certo i numeri, da soli, non bastano. Il primo turno, come noto, ha visto prevalere Roberto Cavalera con 15.148 voti (34,71%), seguito da Riccardo Rossi con 10.253 voti (23,49%). Il che, ad oggi, non significa nulla: zero a zero e palla al centro, per dirla in gergo calcistico.

Allora, perché la gente possa esprimere la propria preferenza con serenità, con lucidità e, soprattutto, con cognizione di causa (e che non voti, invece, semplicemente ‘contro’ qualcuno) ci permettiamo di rivolgere un invito ai due protagonisti di quest’ultimo ‘duello’: da oggi e sino a venerdì, giorno in cui calerà il silenzio elettorale, basta con gli insulti e con le accuse reciproche. Firmate un armistizio, ma solo sotto questo aspetto. Datevele, invece – e di santa ragione – sui programmi, sulle idee che avete in mente, su quello che intendete fare davvero per Brindisi. Basta parlare di “Riccardo” e di “Roberto”: fatevi semplicemente portatori di quella che è la vostra ‘cultura di governo’.

E’ semplice. E vinca il migliore.

Pamela Spinelli
Direttore responsabile

1 COMMENTO

  1. Speriamo bene,il Rossi non dorme la notte sognando di diventare Sindaco pur sapendo che i cittadini elettori sono liberi ma non uguali a Lui,al D’Alema,Grasso e la Boldrini. Il Cavalera,penalista,non ha mai governato e nel gestire la cosa pubblica,sa’ bene sin dove si rasenterebbero atti penali per se e per I suoi collaboratori,quindi immagino piu’ trasparenza sulle gatte da pelare,cominciando dai Dirigenti che sono sino ad oggi i veri protagonisti della gestione del Comune,perche’ cambiano i Sindaci ma loro sono sempre li’. Auguri e vinca il migliore voluto dai cittadini.

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