BRINDISI – Nel periodo estivo appena trascorso, la Squadra Mobile di Brindisi, attraverso i suoi investigatori della specializzata Sezione Reati contro la Persona, ha trattato una delicata vicenda che ha interessato una donna dichiaratasi vittima di atti persecutori messi in atto da persona a lei precedentemente legata da una relazione sentimentale.

Gli esiti delle condotte indagini e la piena condivisione da parte dell’Autorità Giudiziaria inquirente (la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi) di quanto cristallizzato dagli investigatori hanno permesso a quest’ultima di richiedere ed ottenere una misura di natura cautelare utile a scongiurare reiterazioni del reato e a dare una certa ed immediata serenità alla vittima.

In particolare, proprio nella giornata di venerdì 15 Settembre 2017, il personale della Squadra Mobile brindisina ha rintracciato in città il 46enne ritenuto autore delle condotte, provvedendo a notificargli un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Brindisi.

Per l’ex della vittima, a causa di recenti (fino al mese di luglio scorso) reiterazioni delle azioni persecutorie, la misura restrittiva emessa a suo carico dal G.I.P. è stata quella degli arresti domiciliari.

Del resto, l’uomo, per analoghi fatti posti in essere ai danni della stessa donna nel 2016, proprio nel giugno dello scorso anno, era stato raggiunto da altra misura cautelare seppur meno afflittiva e cioè quella del divieto di avvicinarsi alla vittima del reato ed ai luoghi dalla stessa frequentati.

Circa quest’ultimo tipo di provvedimento, e cioè quello del divieto di avvicinamento alla persona offesa dal reato, deve ricordarsi che è una misura cautelare personale di natura coercitiva prevista e disciplinata dall’art. 282-ter del codice di procedura penale. Si tratta di una misura di non particolarmente datata introduzione nel nostro ordinamento (febbraio 2009), che tende ad assicurare alla vittima una tutela tangibile ed immediata da possibili persecuzioni e ritorsioni da parte dell’autore dei reati. Peraltro, ove il reo dovesse violare tali divieti ed obblighi, debitamente segnalati all’Autorità Giudiziaria, potrebbe essere passibile di più grave e restrittiva misura cautelare personale.

Nonostante il pregresso, nuove e più recenti condotte di stalking si sono verificate; la puntuale documentazione delle medesime e la celere prospettazione dei nuovi elementi emersi alla competente Procura della Repubblica brindisina, ha fatto sì che quest’ultima Autorità Giudiziaria inquirente, dopo l’attento vaglio delle risultanze d’indagine e la condivisione del relativo quadro indiziario assunto, si attivasse tempestivamente per l’interruzione di tali comportamenti attraverso la formulazione, al competente Giudice per le Indagini Preliminari, di una richiesta di emissione dei provvedimenti cautelari ritenuti più utili ed adeguati allo scopo.

Il. G.I.P., esprimendosi con altrettanta celerità, valutato il ricorrere di concordanti indizi in relazione a reiterate condotte verso la vittima tendenti a crearle un certo stato d’ansia ed a costringerla ad un mutamento nelle normali abitudini di vita e ritenute quindi sussistenti le esigenze cautelari, ha emesso l’ordinanza di applicazione – a carico dell’interessato – della misura restrittiva degli arresti domiciliari.

Dopo il rintraccio del citato interessato all’esecuzione della misura cautelare, la redazione dei necessari atti di polizia giudiziaria ed il rituale avviso al P.M. della locale Procura della Repubblica titolare del relativo procedimento penale, il 46enne brindisino è stato condotto agli arresti domiciliari per ivi permanere a disposizione delle Autorità procedenti.

 

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