Per la prima volta nella storia di Brindisi la cerimonia si svolgerà nel cuore della città, a testimonianza del legame che le Fiamme Gialle hanno stretto con il territorio.
PIANO D’AZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA |
Sono 7.852 gli interventi ispettivi conclusi dai Reparti della Guardia di Finanza di Brindisitra il gennaio del 2018 e il maggio del 2019; 1.061 sono, invece, le indagini delegate al Corpo, nello stesso periodo, dalla magistratura ordinaria e contabile.
Cifre, queste, che danno il senso dell’intensificazione delle attività della GdF contro i più gravi fenomeni di illegalità economico-finanziaria.
Interventi mirati, indirizzati nei confronti di target accuratamente selezionati grazie ad attività di intelligence, al controllo economico del territorio e ad analisi di rischio, ulteriormente migliorata, quest’ultima, in ragione della potenziata interazione tra le banche dati a disposizione e all’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria.
LOTTA ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI |
Evasione fiscale internazionale (punto 1 della scheda in allegato), frodi carosello, indebite compensazioni e traffici illeciti di prodotti petroliferi si confermano al centro dell’attenzione operativa della Guardia di Finanza. Settori in cui, nel 2018 e nei primi 5 mesi del 2019, ha eseguito 126 interventi ispettivi.
Sono stati riscontrati 92 reati fiscali (principalmente, emissione e utilizzo di fatture false, dichiarazioni fraudolente e occultamento delle scritture contabili) e denunciati 75 soggetti. Ammontano a 89 le indagini delegate dalla magistratura e ad oltre 10 milioni di euro le proposte di sequestro avanzate. Le misure patrimoniali eseguite sono pari a 4,1 milioni di euro, mentre 1 persona è stata arrestata.
Importanti i risultati conseguiti dal Corpo anche nel settore del contrasto alle frodi all’Iva (meglio note come frodi “carosello”), in quello dei carburanti e delle indebite compensazioni di debiti tributari e previdenziali con crediti IVA fittizi.
Sono 84, infatti, i casi scoperti di società “cartiere” o “fantasma” utilizzate per frodi carosello o indebite compensazioni (punto 2 della scheda in allegato).
Nel contrasto all’economia sommersa sono stati individuati 90 soggetti sconosciuti al Fisco (evasori totali), che hanno evaso complessivamente 4,8 milioni di IVA. Inoltre, sono stati verbalizzati 124 datori di lavoro per aver impiegato 603 lavoratori in “nero” o irregolari.
Ammontano complessivamente a 43 gli interventi nel settore delle accise, che hanno portato al sequestro di oltre 585quintali di carburante oggetto di frode, cui si aggiunge un consumato in frode di oltre 22.671 tonnellate (punto 3 della scheda in allegato).
Nel settore dei giochi e delle scommesse illegali, i controlli eseguiti sono stati 286 con 15 violazioni rilevate; sono, invece, 3 le indagini di polizia giudiziaria concluse nello stesso comparto.
I 24 interventi a contrasto del contrabbando e delle frodi doganali hanno portato al sequestro di circa 72quintali di tabacchi lavorati esteri e di 10 mezzi terrestri (punto 4 della scheda in allegato).
CONTRASTO AGLI ILLECITI NEL SETTORE
DELLA TUTELA DELLA SPESA PUBBLICA |
L’azione della Guardia di Finanza contro gli illeciti in materia di spesa pubblica è finalizzata a individuare quelle condotte che, pregiudicando la legalità e la correttezza nella Pubblica Amministrazione, minano il puntuale utilizzo delle risorse, favorendo sprechi e malversazioni. Il settore è strategico per il Paese: solo un equo impiego degli investimenti e dei fondi pubblici può, infatti, sostenere la competitività e una piena ripresa del tessuto economico nazionale.
È per questa ragione che il Corpo continua a rafforzare il proprio dispositivo di vigilanza, che si sviluppa lungo una duplice direttrice: il potenziamento delle unità operative territoriali dedicate allo specifico settore di servizio e l’intensificazione delle collaborazioni con le Autorità e gli Enti di gestione, con particolare riferimento ai settori della spesa previdenziale, sanitaria, dei fondi europei destinati alla realizzazione di progetti, dove il corretto impiego delle risorse, oltre a contribuire a contenere l’esborso complessivo dello Stato, come nel caso di trattamenti pensionistici e di invalidità non spettanti, si traduce in un miglioramento della qualità della spesa, con positive ricadute in termini di sviluppo del Paese.
È in questo senso che vanno letti i risultati conseguiti dalla Guardia di Finanza di Brindisinel settore nel periodo gennaio 2018-maggio 2019.
Ai 472 interventi svolti a tutela dei principali flussi di spesa pubblica, dagli appalti agli incentivi alle imprese, dalla spesa sanitaria alle erogazioni a carico del sistema previdenziale, dai fondi europei alla responsabilità per danno erariale, si aggiungono 121 deleghe d’indagine concluse in collaborazione con la Magistratura ordinaria e 19 deleghe svolte con la Corte dei Conti.
Le frodi scoperte dai Reparti del Comando Provinciale di Brindisi in danno del bilancio nazionale e comunitario sono state pari a oltre 62 mila euro (punto 5 della scheda in allegato), mentre si attestano intorno ai 276 mila quelle nel comparto della spesa previdenziale, assistenziale e sanitaria, con un numero di persone denunciate complessivamente pari a 49.
Sul versante dei danni erariali sono state segnalate condotte illecite alla Magistratura contabile per circa 8,3 milioni di euro, a carico di 82 soggetti.
I controlli svolti in materia di prestazioni sociali agevolate e di indebita esenzione dal pagamento dei ticket sanitari hanno fatto emergere tassi di irregolarità pari, rispettivamente, al 49,8% e al 100%. Nel caso dei ticket sanitari è stata sviluppata una specifica analisi di rischio in grado di evidenziare i nominativi di beneficiari già caratterizzati da elevati indici di anomalia.
Passando al settore degli appalti, il valore delle procedure contrattuali risultate irregolari è stato pari a circa 3,2 milionidi euro; contestualmente, l’ammontare complessivo delle gare sottoposte a controllo si è attestato a circa 84 milioni di euro. Le persone denunciate per reati in materia di appalti, corruzione e altri reati contro la Pubblica amministrazione sono state 52.
Un sicuro indice dell’efficienza dell’azione investigativa è rappresentato dai dati sui sequestri. Le determinazioni dell’Autorità giudiziaria che ha accolto le proposte di sequestro avanzate dai Reparti del Corpo rappresentano, infatti, la concreta misura della possibilità per lo Stato di vedere ristorati i danni causati dai fenomeni di illegalità, frode, malaffare e cattiva gestione scoperti dalla GdF.
In questa prospettiva, l’azione dei Reparti della Guardia di Finanza è in pieno svolgimento per disvelare condotte illecite, sprechi di fondi e risorse pubbliche, fenomeni corruttivi e di disonestà nei riguardi della Pubblica Amministrazione, attraverso interventi mirati e indagini di polizia giudiziaria.
CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ED ECONOMICO-FINANZIARIA |
Sul fronte del contrasto alla criminalità economico-finanziaria, sono state 1.851 le attività ispettive condotte allo scopo di individuare le diverse forme di infiltrazione e gli interessi finanziari, economici e imprenditoriali della criminalità.
Le attività investigative sono orientate verso contesti che, sulla base di una preventiva analisi delle fenomenologie illecite presenti nelle singole realtà territoriali, risultino connotati da concreti e immediati profili di rischio: si pensi ai negozi giuridici conclusi da soggetti apparentemente privi di adeguate capacità finanziarie; o ancora ai settori di particolare rilevanza strategica come, ad esempio, quello dei prodotti energetici, o ancora ai casi di reimpiego di proventi illeciti in quelli che vengono definiti “beni rifugio” (diamanti, metalli preziosi, valute pregiate, opere d’arte, reperti archeologici, ecc.).
In quest’ottica, si è proseguito nell’opera di rafforzamento dello sviluppo degli accertamenti patrimoniali in applicazione della normativa antimafia (anche nei confronti di soggetti connotati da “pericolosità economico-finanziaria”) e del monitoraggio delle diverse manifestazioni della criminalità nel territorio di riferimento (includendo la c.d. “area grigia”, rappresentata da soggetti che, pur non affiliati alle consorterie, si propongono quali facilitatori della penetrazione criminale nel tessuto socio/economico) attraverso un’estesa proiezione dei Gruppi di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) sull’intera circoscrizione di competenza e mediante la dinamica interlocuzione con il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e i Reparti territoriali insistenti nei distretti di Corte d’Appello.
Con riferimento ai risultati conseguiti in applicazione della normativa antimafia, sono stati sottoposti ad accertamenti patrimoniali quasi 133 soggetti; ammonta, invece, a oltre 4,2 milioni di euro il valore dei beni mobili, immobili, aziende, quote societarie e disponibilità finanziarie proposti all’Autorità Giudiziaria per il sequestro, mentre i provvedimenti di sequestro e confisca operati hanno raggiunto, rispettivamente, la quota di 1,9 milioni e 865 mila euro circa.
Tali misure ricomprendono l’esecuzione di sequestri di prevenzione, ai sensi del Codice Antimafia, per oltre 1,2 milioni di euro e confische in via definitiva di beni per 570 milaeuro, conseguenti allo svolgimento di 8 accertamenti nei confronti di soggetti connotati da c.d. “pericolosità economico-finanziaria”, ovvero coloro che per condotta e tenore di vita, debba ritenersi che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi derivanti da ogni genere di attività delittuosa, in particolare di natura tributaria, societaria, fallimentare, ecc.
Al contempo, è avvertita l’esigenza di ricorrere in maniera sistematica e crescente alle alternative misure di prevenzione, individuate dal Codice Antimafia nell’amministrazione e nel controllo giudiziario di aziende infiltrate o condizionate dalla criminalità organizzata, tese al recupero delle condizioni di legalità ed al reinserimento nel mercato economico di queste realtà imprenditoriali.
Infine, continua incessantemente la collaborazione istituzionale con le Autorità Prefettizie, quale fulcro del sistema di prevenzione antimafia in ambito provinciale.
Complessivamente sono stati eseguiti quasi 1.045 accertamenti a seguito di richieste pervenute dai Prefetti della Repubblica, riferiti alle verifiche funzionali al rilascio della documentazione antimafia.
L’azione volta alla prevenzione e repressione del riciclaggio dei capitali illeciti (punto 6 e 7 della scheda in allegato) per impedirne l’introduzione nel tessuto economico-finanziario sano del Paese, nonché per intercettare possibili pratiche di finanziamento del terrorismo, si è fondata e continuerà sempre più a basarsi in futuro, sul piano repressivo, nell’esecuzione di mirate indagini di polizia giudiziaria e sul piano preventivo, nell’approfondimento delle segnalazioni di operazioni sospette inviate dai soggetti obbligati ai sensi della normativa antiriciclaggio.
Tali attività si sono concretizzate, in particolare, nello sviluppo di 16 indagini di polizia giudiziaria, da cui è scaturita la denuncia all’Autorità Giudiziaria di 48 persone per i reati di riciclaggio e autoriciclaggio, 8 delle quali sono state arrestate. Il valore del riciclaggio accertato si è attestato intorno ai 2,1 milioni di euro, mentre sono stati effettuati sequestri su ordine della magistratura per circa 792 mila euro.
Sul fronte della prevenzione sono state approfondite 104 segnalazioni di operazioni sospette.
Per il contrasto del riciclaggio di denaro e del finanziamento al terrorismo la Guardia di Finanza si muove lungo tre importanti direttrici, tese a valorizzare rispettivamente le informazioni acquisite nell’ambito delle attività preventive, delle indagini di polizia giudiziaria e nel corso del controllo economico del territorio.
In questo contesto assume, inoltre, grande rilievo il monitoraggio dei movimenti transfrontalieri di valuta che può offrire utili spunti investigativi per l’avvio di più penetranti approfondimenti.
Lo dimostrano i risultati conseguiti dalle unità operative nell’arco temporale di riferimento. Ai confini terrestri e marittimi sono stati, infatti, eseguiti 235 controlli volti a verificare il rispetto delle norme sulla circolazione transfrontaliera di valuta in entrata e/o in uscita dal territorio nazionale, che hanno avuto ad oggetto movimenti di capitali per oltre 2,1 milionidi euro e hanno condotto all’accertamento di oltre 60 violazioni.
Sempre al fine di garantire la tutela della trasparenza e della legalità del sistema economico-imprenditoriale, ulteriore priorità del Corpo continuerà ad essere quella di reprimere i reati fallimentari, societari e bancari, nonché i fenomeni usurari e di abusivismo bancario e finanziario, per salvaguardare i risparmiatori da offerte di soluzioni d’investimento non sicure.
Con particolare riguardo al campo dei reati fallimentari sono stati sequestrati beni per un valore pari a circa 681 milaeuro, su un totale di patrimoni risultati distratti di 10,8 milioni di euro (punto 8 della scheda in allegato).
Intensificata anche l’azione di contrasto in materia di falsificazione monetaria, con l’obiettivo di ricostruire l’intera filiera del falso (attraverso l’individuazione dei centri di produzione e di distribuzione delle banconote/monete contraffatte) e di contrastare le insidiose condotte basate sull’alterazione dei mezzi di pagamento elettronici, come la clonazione di carte di credito e di debito, posti in essere anche attraverso l’utilizzo della rete internet, nell’ottica di salvaguardare l’integrità patrimoniale dei legittimi titolari e degli istituti emittenti. In tale comparto operativo è stato denunciato1 soggetto, con l’esecuzione di sequestri di valute, titoli, certificati e valori bollati contraffatti per un valore complessivo di oltre 17 mila euro.
In tema di sicurezza prodotti, di contrasto alla contraffazione e al falso made in Italy e di lotta all’illecito sfruttamento economico delle opere protette dal diritto d’autore, i Reparti operativi hanno eseguito oltre 442 interventi e svolto più di 40 deleghe dell’Autorità Giudiziaria. Sequestrati oltre 2,1 milioni (in gran parte presso il locale porto)di prodotti industriali contraffatti, con falsa indicazione “made in Italy” o non sicuri nonché rilevanti quantitativi di prodotti alimentari recanti marchi industriali falsificati o indicazioni non veritiere circa l’origine e la qualità.(punto 9 della scheda in allegato)
CONTROLLO DEL TERRITORIO E CONTRASTO AI TRAFFICI ILLECITI VIA MARE |
Il controllo del territorio, del mare e dello spazio aereo sovrastante per il contrasto ai traffici illeciti è assicurato da un dispositivo d’intervento unitario, che integra tra loro le componenti territoriali, investigative, aeronavali e speciali del Corpo.
In questo contesto, assume particolare rilevanza l’attività svolta dalla Guardia di Finanza a mare in materia di lotta ai fenomeni di illegalità economico-finanziaria, cui si aggiunge il contrasto dei traffici illeciti, oggetto di un importante riconoscimento a cura del D.Lgs. n. 177/2016 e del decreto del Ministro dell’Interno datato 15 agosto 2017 che ha individuato il Corpo quale unica Forza di polizia nazionale deputata ad assicurare i servizi di Ordine e Sicurezza Pubblica in ambiente marino, cui sono state affidate le funzioni operative di sicurezza del mare.
Parlando più in generale, ammontano a quasi 555 chilogrammi le sostanze stupefacenti, tra hashish, marijuana e cocaina, sequestrate dai Reparti brindisini del Corpo tra il gennaio del 2018 e il maggio del 2019. Mentre 27 sono stati i narcotrafficanti arrestati e 11 i mezzi utilizzati per l’illecito traffico sequestrati (punto 10 della scheda in allegato).
Sul fronte dell’immigrazione clandestina, sono stati intercettati 16 migranti.
LOTTA ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI |
PUNTO 1
Nel mese di luglio 2018, militari dellaCompagnia di Ostuni, nel quadro dell’azione svolta a contrasto delle diverse forme di evasione e frode fiscale, hanno individuato due soggetti economici di Ceglie Messapica (Br), operanti nel settore dei trasporti su strada, che hanno occultato al fisco base imponibile per oltre 2 milioni di euro ed evaso I.V.A. per circa 500 mila euro.
Nel dettaglio, nella fase iniziale di accesso ispettivo, i militari constatavano delle anomalie circa la presenza di 15.500 litri di gasolio,privi della documentazione contabile ed amministrativa che ne giustificasse la detenzione, nonché il possesso di un “super-magnete” utilizzato in maniera strumentale per il furto di energia elettrica, per un valore successivamente quantificato dall’azienda erogatrice in 50 mila euro.
Le indagini hanno consentito di segnalare all’Autorità Giudiziaria i due soggetti sia per i reati fiscali, perpetrati attraverso l’occultamento delle scritture contabili e l’infedele dichiarazione dei redditi, che per i reati di contrabbando di oli minerali e furto di energia elettrica.
Sulla base dei riscontri investigativi eseguiti, il G.I.P. del Tribunale di Brindisi, su proposta della locale Procura della Repubblica, ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato al recupero delle imposte evase.
Complessivamente, si è provveduto al sequestro di 4 unità immobiliari, 9 automezzi strumentali all’attività di impresa, nonché disponibilità finanziarie per un valore complessivo di 160 mila euro.
PUNTO 2
Militari dellaCompagnia di Francavilla Fontana, nel mese di novembre 2018, hannosequestrato, in Villa Castelli (Br), un deposito di carburanti comprensivo di 4 colonnine di erogazione ed altrettante cisterne di stoccaggio.
L’attività è stata avviata a seguito di un controllo espletato da una pattuglia nei confronti di un autocarro che usciva dal deposito di prodotti energetici; la successiva accurata ispezione effettuata dai finanzieri permetteva di rinvenire, all’interno del veicolo, 5 fusti in plastica contenenti complessivi 300 litri di carburante per uso agricolo risultati non accompagnati da idonea documentazione di trasporto.
La suddetta circostanza, supportata dalla mancanza di giustificazioni del conducente del mezzo, induceva i finanzieri ad estendere il controllo anche all’intero deposito mediante il conteggio delle giacenze del gasolio agricolo stipato nelle cisterne e la disamina della documentazione contabile.
I successivi riscontri effettuati all’interno del deposito consentivano di constatare che l’impresa aveva consumato in frode6.534 litri e detenuto irregolarmente5.252 litri di carburante agricolo agevolato, in numerosi casi impiegato anche per rifornire autoveicoli in assenza di specifiche autorizzazioni, così come riscontrato dalla visione delle telecamere di videosorveglianza della struttura.
Pertanto, i militari procedevano al sequestro penale dell’autocarro e dei 300 litri di gasolio trasportati, dell’intero deposito carburanti comprensivo delle 4 colonnine di erogazione, delle cisterne di stoccaggio dei combustibili e degli oltre 5 mila litri di gasolio agricolo rinvenuti al loro interno.
Il titolare dell’impianto ed il conducente dell’autocarro venivano segnalati a piede libero alla locale Autorità Giudiziaria, in violazione alla normativa che disciplina il pagamento delle accise (D.Lgs. 504/95).
PUNTO 3
Nel mese di aprile 2019, nel locale Porto, la Compagnia Guardia di Finanza di Brindisi, unitamente alla locale Agenzia delle Dogane, ha sequestratooltre 47 tonnellate di prodotti petroliferi, che avevano fatto ingresso sul territorio nazionale a bordo di due autoarticolati appena sbarcati dalla Nave EuroferryOlimpia, provenienti dalla Grecia.
In particolare, a seguito di una specifica analisi di rischio e dal riscontro dei documenti che accompagnavano il carico, è emerso che la merce trasportata aveva evaso l’accertamento ed il successivo pagamento dell’imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti petroliferi, meglio nota con il nome di accisa.
Pertanto, sulla base dei preliminari riscontri effettuati, essendo stato il prodotto illecitamente introdotto nel territorio nazionale per poi essere venduto con la finalità di evadere i relativi tributi, si è proceduto al sequestro di Kg. 47.320 (pari a quasi 57.000 litri) di prodotto petrolifero in violazione del Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi (D.Lgs. 26 ottobre 1995, n. 504).
Si precisa che il valore commerciale del prodotto ammonta, complessivamente, ad oltre 85.000,00 euro con un’evasione di oltre 35.000,00 euro di accise e quasi 16.000,00 euro di IVA.
Oltre al prodotto di contrabbando, sono stati sottoposti a sequestro i due mezzi utilizzati per il trasporto, mentre gli autisti di nazionalità greca sono stati denunciati a piede libero alla locale Procura della Repubblica.
CONTRASTO AGLI ILLECITI NEL SETTOREDELLA TUTELA DELLA
SPESA PUBBLICA |
PUNTO 4
Nel quadro del rafforzamento delle misure di sicurezza e controllo per il contrasto ai traffici illeciti nell’area portuale, i finanzieri del Gruppo Brindisi, congiuntamente ai funzionari della locale Agenzia delle Dogane, nel mese di marzo 2018, durante le operazioni di riscontro delle merci e dei passeggeri, hanno sottoposto a sequestro 6,5 tonnellate di tabacchi lavorati esteri, trasportati su un autoarticolato avente targa bulgara in arrivo dalla Grecia e condotto da un cittadino lettone, il quale viaggiava con un carico di copertura costituito da arance.
In realtà il mezzo, sottoposto ad una prima ispezione mediante l’ausilio dell’apposito scannerradar in uso ai funzionari doganali, non palesava particolari criticità e, pertanto, il controllo risultava – prima facie – essere regolare.
Tuttavia, l’agitazione mostrata dal conducente durante le operazioni ispettive, insospettiva i finanzieri che, unitamente ai funzionari doganali, decidevano di approfondire gli accertamenti procedendo allo scarico dell’intero contenuto trasportato dall’autoarticolato.
Tale operazione permetteva di rinvenire,occultate dietro alcuni bancali di agrumi, numerose casse di sigarette di marche straniere (Regina e Mark1).
Le operazioni di disimballaggio evidenziavano, poi, il posizionamento, su ogni pedana dove erano stoccate le casse di “bionde”, di tre lastre di metallole quali avevano l’effetto di inibire il funzionamento dell’apparato scanner in dotazione all’Agenzia delle Dogane occultando, così la reale tipologia merceologica di quanto trasportato.
Conseguentemente veniva rimosso l’intero carico che portava al rinvenimento di complessive 31.956 stecche di sigarette.
Sulla base di tali evidenze acquisite, sono stati sottoposti a sequestro penale sia i tabacchi lavorati esteri che il camion, utilizzato per perpetrare il reato di contrabbando.
Il conducente, di nazionalità lettone, veniva tratto in arresto ed associato presso la Casa Circondariale di Brindisi.
PUNTO 5
Nel mese di giugno 2018, la Compagniadi Ostuni, nel quadro dell’azione svolta a tutela della spesa pubblica nel peculiare settore delle prestazioni sociali agevolate, ha eseguito una complessa attività investigativa nei confronti di numerosi soggetti che, al fine di beneficiare delle agevolazioni previste per la determinazione del canone di locazione individuale degli alloggi destinati all’edilizia pubblica residenziale, fornivano false dichiarazioni attinenti i propri redditi personali, ottenendo così una indebita riduzione del canone di locazione dovuto.
Nel dettaglio, è stato accertato che 67 persone, conduttori dei predetti alloggi, al fine di beneficiare indebitamente di un canone di locazione agevolato, subordinato alla sussistenza di peculiari condizioni economiche degli stessi, hanno dichiarato all’Agenzia Regionale per la casa e l’Abitare Nord Salento (ARCA), mediante la sottoscrizione di autocertificazioni, di aver percepito redditi di entità inferiori rispetto a quelli reali, ottenendo così una consistente riduzione del canone di locazione, da corrispondere alla predetta agenzia a decorrere dal mese di gennaio 2017.
Complessivamente l’attività di riscontro ha permesso di rilevare che, per gli anni 2017 e 2018, a fronte di un ammontare pari a 484.000 euro relativo ai canoni di locazione che dovevano effettivamente essere corrisposti all’Agenzia Regionale per la casa (ARCA PUGLIA) – Ente gestore del patrimonio alloggiativo – i beneficiari, in base alla presentazione delle autocertificazioni “false”, hanno corrisposto 84.000euro facendo così registrare un illecito risparmio ed un mancato introito nelle casse della predetta Agenzia di 400 mila euro.
I 67 soggetti sono stati segnalati:
- alla locale A.G., per violazioni di cui agli articoli 483 (falso commesso da privato in atto pubblico) e 316-ter del Codice Penale (indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato);
- all’Agenzia Regionale per la casa (ARCA PUGLIA) e l’abitare Nord Salento, per il successivo recupero delle somme non versate e il ricalcolo del canone di locazione per ogni singolo fruitore.
LOTTA ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA ED ECONOMICO-FINANZIARIA |
PUNTO 6
Nel mese di dicembre 2018, il Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Brindisi ha eseguito un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi, nei confronti di due imprenditori, per i reati di estorsione ed autoriciclaggio.
Le indagini nei confronti di una nota società operante nel commercio al dettaglio di mobili per la casa, con sede in Francavilla Fontana (BR) e numerosi punti vendita dislocati in tutta Italia, hanno disvelato la sussistenza di gravi illeciti di natura penale a carico dei citati imprenditori, per aver approfittato, in una situazione di difficile contesto occupazionale, della situazione di debolezza della maggior parte dei loro dipendenti imponendo loro trattamenti economici inferiori ai minimi previsti dai contratti collettivi nazionali o comunque non parametrati alle mansioni effettive e alle ore lavorate.
I riscontri investigativi hanno accertato che i due amministratori hanno di fatto imposto ai loro dipendenti la corresponsione di trattamenti retributivi deteriori rispetto al lavoro effettivamente prestato, la sottoscrizione di ricevute di quietanza per somme di denaro contante mai corrisposte o buste paga attestanti il pagamento di somme maggiori rispetto a quelle effettivamente corrisposte, l’indicazione di ferie invero mai godute, falsi verbali di conciliazione in sede sindacale.
Le investigazioni hanno permesso, inoltre, di appurare che le condotte estorsive sono state commesse in concorso, tra l’altro, con due sindacalisti locali, i quali hanno indotto i lavoratori ad accettare, sotto la minaccia del licenziamento, falsi accordi conciliativi, obbligando gli stessi a rinunciare a retribuzioni spettanti e ad altri diritti tutelati dalla legge.
In accoglimento delle richieste formulate dal P.M., il G.I.P. del Tribunale di Brindisi, ha emesso provvedimento di esecuzione di applicazione delle misure cautelari personali degli arresti domiciliari a carico dei coniugi imprenditori e della misura cautelare reale del “sequestro preventivo” pari ad 1,2 milioni di euro ed altri beni quale profitto dei reati ad essi ascritti.
PUNTO 7
Nel mese di marzo 2019, militari della Compagnia Guardia di Finanza di Brindisi, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di due imprenditori brindisini, per i reati di bancarotta fraudolenta ed autoriciclaggio.
Le indagini sono scaturite dal fallimento di due società, operanti nel settore del commercio di abbigliamento e accessori, aventi sede in Brindisi e punti vendita (dei marchi Benetton, Sisley, Alcott, Primadonna Collection e Breckfielder) siti nelle province di Lecce e Brindisi.
L’attività investigativa ha consentito di accertare che i due imprenditori, ciascuno nell’ambito del ruolo ricoperto nelle società fallite, hanno cagionato il dissesto finanziario delle stesse ponendo in essere condotte fraudolente finalizzate alla distrazione di beni e disponibilità liquide dal patrimonio per un valore complessivo di circa 3.000.000,00 di euro.
Gli indagati, al fine di impedire la ricostruzione del patrimonio e dei movimenti d’affari delle imprese hanno altresì sottratto i libri e le scritture contabili, simulando il reato di furto delle stesse.
I due imprenditori brindisini, con le somme distratte dal patrimonio delle fallite, hanno costituito altrettante società a Las Palmas de Gran Canaria in Spagna, località dove si erano trasferiti.
Appurata l’irreperibilità sul territorio dello stato, il G.I.P. del Tribunale di Brindisi ha emesso, nei confronti degli stessi, un mandato di arresto europeo, eseguito dalle Autorità spagnole.
PUNTO 8
Nel mese di maggio 2019, la Compagniadi Ostuni ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare, nella misura degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi, nei confronti di due imprenditori edili, per le ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale e simulazione di reato aggravata.
Il provvedimento trae origine dalle indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica al fine di accertare la condotta adottata dai due imprenditori cegliesi nell’ambito del fallimento della società da questi amministrata.
Nel dettaglio, i riscontri investigativi hanno permesso di accertare che i due soggetti, prima che fosse dichiarato il fallimento della società – per un valore di oltre tre milioni di euro – ed al fine di salvaguardare i propri beni, hanno posto in essere più condotte fraudolente attraverso:
- la dissipazione di una notevole parte del patrimonio della società in operazioni economiche palesemente imprudenti;
- la distrazione di più immobili con appositi atti di cessione nei confronti di una società terza riconducibile allo stesso nucleo familiare;
- il trasferimento ingiustificato di denaro dai conti aziendali a quelli personali dei due imprenditori.
Nel corso degli accertamenti, culminati nella disamina delle movimentazioni finanziarie e della situazione patrimoniale della società cegliese, le fiamme gialle hanno altresì contestato ai due imprenditori una simulazione di reato conseguente alla presentazione di una denuncia presso un organo di polizia nella quale veniva falsamente denunciato il furto di attrezzature edili rientranti nel patrimonio aziendale.
PUNTO 9
Nel più ampio dispositivo operativo finalizzato alla repressione del transito irregolare di persone e merci all’interno del locale porto nonché al contrasto della contraffazione della sicurezza prodotti ed alla tutela del “Made in Italy”,sono stati conseguiti i seguenti risultati di rilievo:
- nel mese di agosto 2018, militari delGruppoGuardia di Finanza della Compagnia di Brindisi, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane,hanno sequestratooltre 22 tonnellate di pellet, giunti presso il locale porto per essere destinati alla commercializzazione in Italia come prodotto nazionale.
Nel dettaglio, l’attività di monitoraggio sui flussi in transito presso lo scalo portuale, ha consentito di individuare e sottoporre a controllo un automezzo rumeno proveniente dalla Grecia, a bordo del quale è stato rinvenuto il carico illecito, caratterizzato da elementi indicanti una falsa origine della merce idonei ad indurre in errore il consumatore, facendogli ritenere che il prodotto fosse genuinamente italiano.
Il trasporto era confezionato in oltre 1400 sacchetti da 15 kg. cadauno che, pur presentando la stampigliatura “pellet silano di puro legno – Italy”, provenivano da una fabbrica insediata in Romania ed amministrata da un soggetto di nazionalità italiana.
Sulla base dei riscontri eseguiti, è stato, quindi, sottoposto a sequestro il carico di pelletper violazione dell’art. 4 comma 49 della L. 350/2003 (Tutela del Made in Italy)e517 del c.p. (Vendita di prodotti industriali con segni mendaci).
Il legale rappresentante della società produttrice, originario della provincia di Cosenza, unitamente all’autista del mezzo, cittadino rumeno, sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica;
- nel mese di settembre 2018, militari delGruppoGuardia di Finanza della Compagnia di Brindisi, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane,hanno rinvenuto a bordo di due distinti autocarri, più carichi di prodotti recanti una falsa indicazione di origine della merce, idonei ad indurre in errore il consumatore sulla genuinità dell’origine italiana del prodotto.
In particolare, in un primo controllo, venivano verificati 408 colli contenenti componenti di bicchieri del tipo “Flute”, riportanti etichette con nomi di aziende all’assonanza italiane, nonché la dicitura “Made Italy” ed i colori della bandiera nazionale.
Il secondo carico ispezionato riguardava 435 colli di prodotti descritti nella bolletta doganale quali generici prodotti di abbigliamento in realtà consistenti in tute sportive di una notoria marca produttrice di indumenti tecnici venduti su tutto il territorio.
In entrambi i casi, le successive verifiche hanno consentito di appurare che le merci in argomento erano di fabbricazione estera e che, attraverso la Grecia, erano state introdotte nel territorio italiano per essere poi destinate alla commercializzazione come prodotto nazionale.
Al termine delle operazioni di polizia economico-finanziaria, si è proceduto al sequestro penale di 163.200 componenti di bicchieri tipo “Flute” e di 4.350 tute sportive per violazione dell’art. 4 comma 49 della L.350/2003 “Tutela del Made in Italy” e 517 del c.p. “Vendita di prodotti industriali con segni mendaci”edal deferimento, alla locale Procura della Repubblica, del rappresentante legale di un’azienda partenopea operante nel commercio all’ingrosso, del conducente del mezzo trasportante i componenti per bicchieri, della legale rappresentante di una ditta pugliese di commercio all’ingrosso di abbigliamento ed accessori e del conducente del mezzo che traportava le tute sportive;
- nel mese di settembre 2018,militari delGruppoGuardia di Finanza di Brindisi, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane, durate l’ispezione di due autoarticolati provenienti dalla Grecia, hanno rinvenuto, rispettivamente, un carico di motori elettrici per lavatrici e una ingente fornitura di giocattoli entrambi sprovvisti del certificato di conformità previsto in materia di sicurezza prodotti (marcatura “CE”).
Nello specifico, sono stati sottoposti a sequestro amministrativo circa 4.400 motori elettrici da utilizzare per il funzionamento di lavatricidi note marche commerciali e 39.000 giocattoli per bambini del tipo peluche.
La merce, proveniente dalla Bulgaria e dalla Cina, è stata introdotta sul territorio comunitario attraverso la Grecia, Paese presso il quale aveva assolto alle procedure di sdoganamento. In particolare, il carico di motori elettrici era diretto a una società del napoletano mentre i giocattoli per bambini erano destinati al mercato spagnolo.
Nei confronti di entrambi i conducenti si è proceduto, altresì, alla contestazione della violazione amministrativa per “introduzione nella Comunità Europea di merce privai della marcatura CE” che prevede una sanzione che va dai 10.000 ai 60.000 euro;
- nel mese di novembre 2018, militari delGruppoGuardia di Finanza di Brindisi, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane,a seguito diispezione di un autoarticolato, con targa bulgarae diretto in Spagna hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro, 920 zaini da donna con marchio “GUCCI” e 6.580 borse con marchio “LOUIS VUITTON” contraffatti.
Al termine delle attività di controllo, il conducente del mezzo, cittadino bulgaro,veniva segnalato alla competente Procura della Repubblica per aver introdotto nello stato prodotti con segni falsi. (art. 474 C.P.).
Dai preliminari accertamenti esperiti dai doganieri e dalle fiamme gialle, effettuati con l’ausilio delle banche dati in uso, è emerso che la ditta spagnola, indicata come destinataria delle merci, è risultata completamente inesistente.
In tal senso gli investigatori non escludono che il carico fosse, in realtà, destinato all’immissione in commercio “in nero” sul territorio nazionale; al riguardogli accertamenti proseguiranno al fine di individuare la reale destinazione della merce;
- Nel mese di marzo 2019 militari della Compagnia Guardia di Finanza di Brindisi, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane, durante l’ispezione di un autoarticolato proveniente dalla Grecia e condotto da un cittadino bulgaro, sono stati rinvenuti, complessivamente,066 pezzi di cui 49.510 giocattoli per bambini e 2.556 accessori per la casa.
Nello specifico, l’attività di controllo ha permesso di accertare, oltre alla mancanza della marcatura CE (Comunità Europea) ovvero del certificato di conformità previsto in materia di sicurezza prodotti, anche la contraffazionedei giocattoli, grazie alla perizia tecnica eseguita da un incaricato della “Walt Disney”.
All’esito dell’attività, è stato sottoposto a sequestro il rimorchio e l’intero carico, mentre l’autista e l’amministratore della società speditrice della merce sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica per le violazioni di cui agli articoli 517 c.p. (Introduzione nello Stato di giocattoli privi di marcatura “CE”) e 474 c.p. (Introduzione nello Stato e commercio di prodotti falsi);
- nel mese di aprile 2019, militari della CompagniaGuardia di Finanza di Brindisi, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane, hanno rinvenuto, all’interno di un TIR, 600 paia di sandali infradito recanti i segni distintivi contraffatti della nota azienda brasiliana “HAVAIANAS”, destinati ad una ditta di un soggetto di nazionalità cinese con sede a Napoli.
Di conseguenza, la merce illecitamente introdotta sul territorio nazionale, del valore commerciale di oltre 500 mila euro,è stata sottoposta a sequestro, unitamente al rimorchio utilizzato per il relativo trasporto.
I rappresentanti legali della società mittente greca e quello della ditta destinataria con sede a Napoli, oltre all’auto-trasportatore di nazionalità greca, sono stati denunciati a piede libero alla locale Procura della Repubblica per il reato di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.);
- nel mese di aprile 2019, militari della Compagnia Guardia di Finanza di Brindisi, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane, nel corso di un controllo effettuato su un camion condotto da un cittadino greco, hanno rinvenuto 096 giocattoli e vari gadget elettronici con il contrassegno “CE” (Comunità Europea) falso e destinati ad un’azienda spagnola per il tramite di uno spedizioniere ungherese.
Tra la merce sequestrata erano presenti numerosissimi barattoli contenenti la sostanza gelatinosa, denominata “slime”, (famoso gioco per bambini), che non presentavano gli elementi distintivi propri che certificano la conformità dei prodotti alle prescrizioni comunitarie in materia di salute e sicurezza dei consumatori.
Anche in questo caso, l’autotrasportatore greco nonché i rappresentanti legali della società ungherese mittente e di quella spagnola, destinataria della merce, sono stati segnalati alla locale Procura della Repubblica per il reato di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi;
- nel mese di aprile 2019, militari della CompagniaGuardia di Finanza di Brindisi, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane durante il controllo di un camion autoarticolato proveniente dalla Grecia, condotto da un cittadino greco, hanno rinvenuto, in prima battuta, 938 prodotti “Made in China” contraffatti e con contrassegno CE “falso”.
Tra questi, ben 37.632 barattoli contenenti sostanza gelatinosa, denominata “Slime”, (famoso gioco per bambini), che non presentavano gli elementi distintivi propri che certificano la conformità dei prodotti alle prescrizioni comunitarie in materia di salute e sicurezza dei consumatori.
Le singole confezioni, inoltre, riportavano le immagini di vari personaggi dei Cartoons il cui marchio è sottoposto a tutela del diritto d’autore (Superman, Batman, Minions, Spiderman e Capitan America).
L’accurata ispezione del camion ha permesso il ritrovamento di 6.050 orologi da polso, anch’essi “Made in China”, introdotti nel territorio comunitario senza essere stati dichiarati in dogana, configurando, pertanto, il reato di contrabbando per un valore commerciale complessivo di circa 200 mila euro.
Al termine delle operazioni, si è proceduto al sequestro penale di tutta la merce controllata, del c.d. “carico di copertura” (consistente in ulteriori 86.416 prodotti vari tra capi di abbigliamento per bambini ed accessori), nonché del rimorchio utilizzato per il trasporto.
Contestualmente, l’autotrasportatore greco è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per violazione dell’articolo 295 del Testo Unico sulle Leggi Doganali del 1973, n. 43 (normativa sul contrabbando), dell’articolo 474 c.p. (introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi) nonché dell’articolo 517 c.p.(vendita di prodotti industriali con segni mendaci);
- nel mese di maggio 2019, militari della Compagnia Guardia di Finanza di Brindisi, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane, a seguito di accurato controllo di un autoarticolato sbarcato da una motonave proveniente dalla Grecia e carico di prodotti “Made in China”, hanno rinvenuto495 cartoni contenenti 880 scarpe da ginnastica, recanti i segni distintivi della nota azienda “FILA”, risultati contraffatti e destinati ad una ditta riconducibile ad un soggetto di nazionalità cinese con sede in Spagna.
Le perizie tecniche effettuate a cura della menzionata casa di moda hanno, infatti, acclarato la contraffazione delle calzature.
All’esito delle attività, la merce contraffatta illecitamente introdotta nel territorio nazionale, per un valore commerciale di oltre 300 mila euro, è stata sottoposta a sequestro penale.
I responsabili sono stati deferiti, in stato di libertà, alla competente Procura della Repubblica per il reato di “introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi” (artt. 473 e 474 c.p.);
- nelmese di maggio 2019, militari dellaCompagniaGuardia di Finanza di Brindisi, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane,a seguito di accurato controllo di un camion autoarticolato sbarcato da una motonave proveniente dalla Grecia, hanno rinvenuto 096 scarpe sportive recanti i segni distintivi della nota multinazionale statunitense “NIKE”, risultate tutte contraffatte e destinate ad una ditta riferibile ad un soggetto di nazionalità cinese con sede in Spagna.
La verifica dell’intero carico stipato a bordo del Tir ha dimostrato che le scarpe, tutte riconducibili al modello originale “Air Max 270”, erano introdotte nel territorio comunitario per essere poi destinate alla commercializzazione come prodotto originale.
Le perizie tecniche effettuate a cura della menzionata casa hanno acclarato la contraffazione delle calzature rinvenute; difatti, tutti gli elementi che caratterizzavano la falsa provenienza erano riprodotti sulle scarpe in modo tale da generare confusione ed indurre in errore i consumatori rispetto al modello originale.
La merce contraffatta, illecitamente introdotta nel territorio nazionale, per un valore commerciale di oltre 500 mila euro,è stata sottoposta a sequestro penale.
Inoltre, i rappresentanti legali delle società interessate alla transazione commerciale (entrambi cittadini di nazionalità cinese) nonché un autotrasportatore bulgaro, sono stati deferiti in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica per il reato di“introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi”(artt. 473 e 474 c.p.);
- nel mese di maggio 2019, militari dellaCompagnia Guardia di Finanza di Brindisi, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane,hanno sottoposto ad accurato controllo due camion autoarticolati sbarcati da una motonave proveniente dalla Grecia.
All’interno del primo mezzo sono state rinvenute complessivamente 19.968 scarpe sportive recanti i segni distintivi della nota multinazionale “ADIDAS”, risultate tutte contraffatte, provenienti da un operatore commerciale cinese con sede in Grecia e destinate ad una ditta, riconducibile ad un altro soggetto di nazionalità cinese, localizzata in Portogallo.
Al fine di eludere i controlli, su tutte le calzature, gli elementi del logo che caratterizzano la privativa industriale tutelata dalla legge, erano mistificati attraverso l’apposizione di inserti di tessuto, rimuovibili manualmente, che alteravano la rappresentazione grafica del marchio attraverso l’oscuramento degli spazi posti tra le tre strisce oblique e parallele che distinguono il noto brand e facendo apparire il tutto come un’anonima ed uniforme applicazione.
Un secondo ed accurato controllo ha permesso, invece, di individuare 7.392 scarpe “DR. MARTENS”. In questo ulteriore episodio, lo speditore era una ditta bulgara ed il destinatario una società cooperativa partenopea, operante nel commercio all’ingrosso di calzature, riconducibile ad un soggetto di etnia cinese.
Le perizie tecniche effettuate a cura della menzionata casa hanno confermato l’ipotesi investigativa, acclarando la contraffazione delle calzature rinvenute.
La verifica sui prodotti stipati a bordo dei due Tir ha dimostrato che le scarpe, tutte riconducibili a vari modelli originali “ADIDAS” e “DR. MARTENS”, erano introdotte nel territorio comunitario per essere poi destinate alla commercializzazione come prodotto originale, inducendo in errore i consumatori.
La merce contraffatta illecitamente introdotta nel territorio nazionale, per un valore commerciale di oltre 1,3 milioni di euro,è stata sottoposta a sequestro penale.
I rappresentanti legali delle società interessate alla transazione commerciale (tre dei quali cittadini di nazionalità cinese) nonché gli autotrasportatori (rispettivamente un cittadino bulgaro ed uno greco), sono stati deferiti in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica per il reato di“introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi”(artt. 473 e 474 c.p.).
PUNTO 10
Nel mese di maggio 2019, militari nel Nucleo di polizia economico-finanziaria, nell’ambito del potenziamentodei controlli di prevenzione e repressione dello spaccio e del traffico di sostanze stupefacenti – predisposto con l’ausilio delle unità cinofile – hanno tratto in arresto, in Oria (BR), un pluripregiudicato e la sua compagna, trovati in possesso di un chilogrammo di cocaina.
Nel dettaglio, durante un servizio di pattugliamento e controllo economico del territorio, sono stati intercettatii due soggetti, che a bordo della propria autovettura, all’intimazione di fermarsi imposto dalla pattuglia dei finanzieri, hanno forzato il posto di controllo con una manovra repentina, nel corso della quale l’autovettura guidata dal pregiudicato è andata in collisione con due autoveicoli parcheggiati sulla pubblica via.
Immediatamente, i militari operanti si sono portati all’inseguimento del mezzo che, dopo alcune centinaia di metri, veniva bloccato.
Dopo aver identificato gli occupanti, i finanzieri hanno proceduto ad una accurata ispezione dell’automezzo nel corso della quale è stata individuata una borsa all’interno della quale veniva rinvenuto un panetto di cocaina del peso di un chilogrammo.
La successiva attività condotta presso l’abitazione dei coniugi oritani consentiva, inoltre, di rinvenire una pistola, completa di 13 munizioni calibro 9X21, materiale usato per il confezionamento e lo stoccaggio dello stupefacente (3 frullatori, una macchina per il sottovuoto e centinaia di buste trasparenti), nonché 50.000 euro in banconote di diverso taglio.
Conseguentemente l’arma, il denaro contante, l’autovettura e la sostanza stupefacente – che se immessa sul mercato avrebbe potuto fruttare un giro di affari di oltre 200.000 euro – venivano sottoposti a sequestro.
Il pregiudicato e la sua compagna sono stati tratti in arresto.