Progetto fusione nucleare: per la Fondazione Lazzati più che pericoloso è inopportuno. Ed Errico attacca a testa bassa il centrosinistra

BRINDISI – C’è chi la vuole cotta e c’è chi la vuole cruda, ma comunque la si faccia, alla comunità brindisina, non andrà mai bene. La Regione Puglia vuole investire 25 milioni di euro su Brindisi (e chissà tra quanti secoli accadrà di nuovo…) per il progetto sulla fusione nucleare portato avanti dall’Enea: un progetto – si badi bene – che prevede un investimento complessivo di 500 mln di euro, l’impiego di circa 1.500 unità lavorative e la rivitalizzazione della Cittadella della Ricerca. Per la Fondazione Lazzati presieduta dal notaio Michele Errico – che stamani ha relazionato assieme agli esperti del settore Angelo Consoli e Michele Conenna -, però, quei soldi potrebbero essere utilizzati diversamente, per esempio per posizionare pannelli fotovoltaici su capannoni e scuole.

Una legittima rimostranza sul modello di sviluppo da perseguire e sulle politiche energetiche ed economiche da adottare, dunque, che però il notaio Errico tinge di una venatura di “politico”, dato che nel corso della conferenza stampa ha stuzzicato Vizzino, Rossi, Tomaselli, Amati e Dipietrangelo, addebitandogli la “colpa” di aver espresso il proprio assenso senza interpellare preventivamente la comunità locale.

Gli esperti chiamati al tavolo dal notaio, comunque, hanno spiegato che il progetto è da avversare non tanto perché potenzialmente nocivo per la salute umana (per loro stessa ammissione, non è ancora dato saperlo), quanto perché inutile “scientificamente”. Il notaio, però, è convinto che qualche criticità possa celarsi dietro questo progetto, ed ha portato l’esempio del Comune di Casal Monferrato, dove si è aperta una discussione in Consiglio comunale sull’opportunità di accogliere tale investimento. Ebbene, secondo Errico, la normativa vigente richiederebbe per tali tipi di investimenti il coinvolgimento della comunità locale, procedura a suo dire non osservata a Brindisi. Ciò, ritiene sempre il notaio, crea gli estremi affinché la procedura di candidatura della Cittadella della Ricerca possa essere considerata illegittima, perché non conforme a quanto richiesto dalla legge.

Una presa di posizione forte, dunque, che stride con l’entusiasmo mostrato dal resto dei movimenti di centrosinistra e che forse sancisce la definitiva rottura politica tra il notaio e la coalizione capeggiata da Riccardo Rossi.

Andrea Pezzuto
Redazione

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