BRINDISI – “Noi riteniamo che si sia trattato di sabotaggio”. Gravissime le affermazioni di Andrea Tezzele, direttore controllo e qualità della Markas, la ditta che si occupa del servizio di refezione scolastica per conto del Comune. Salvo poi ridimensionare le sue affermazioni quando il consigliere comunale del Movimento 5 Stefano Alparone gli ha fatto notare che, se l’azienda è certa di questa affermazione, la situazione sarebbe ancora più grave, perché – ha detto – “le carenze igienico sanitarie si possono pure risolvere, ma se esiste qualche folle che oggi mette un verme nel piatto e poi l’orecchietta con la muffa, cosa potremmo mai aspettarci in futuro per i nostri figli?”.

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Questa è solo una piccola parte del lungo incontro svoltosi nel pomeriggio a Palazzo Nervegna, al quale hanno preso parte i vertici dell’azienda Markas (oltre a Tezzele era presente anche il direttore di produzione Armin Boschetto, ndr), il sindaco Angela Carluccio, l’assessore alla Pubblica Istruzione Maria Greco, il dirigente Costantino Del Citerna, la dottoressa Azzollini dell’Uffio mensa del Comune, la dirigente Elvira D’Alò, coordinatore del Comitato Mensa cittadino, mentre la platea era costituita da genitori, dirigenti scolastici ed insegnanti, il presidente dell’Adoc Giuseppe Zippo, il consigliere comunale Stefano Alparone, Toni Muccio (da “cittadino” – ha detto – oltre che da esponente del gruppo Noi Centro), dal presidente del Consiglio comunale Pietro Guadalupi e da Paolo Taurino che, oltre che genitore, è anche coordinatore di Noi con Salvini.

Tanti gli interventi che si sono susseguiti all’inizio dell’incontro – durato tre ore – tutti molto accesi e per certi versi differenti. Molto ‘appassionato’ è stato quello della signora Katrin Fanizza, la stessa che che ci aveva fornito le foto scattate all’interno del centro cottura della Markas e che palesavano una situazione pessima dal punto di vista igienico-sanitario. “Un sopralluogo fatto senza preavviso il nostro” – ha evidenziato – giusto per sottolineare la differenza rispetto a quello fatto da sindaco e assessore il giorno dopo il rinvenimento di orecchiette con la muffa in un paio di piatti serviti ai bambini della Livio Tempesta. Ma proprio l’assessore Greco ha fatto sapere che “stamattina, per l’ennesima volta, ho avuto un incontro con i dirigenti Asl, i quali mi hanno informata che nel corso dei loro controlli, sistematici e mai annunciati, non hanno riscontrato criticità particolari all’interno del Centro Cottura”. “Sarà stata sfortunata o fortunata lei…” – ha detto il sindaco Carluccio, all’indirizzo della signora Fanizza”. E qui gli animi si sono surriscaldati, come quando, sempre il sindaco, ha detto che “i controlli sull’azienda non competono a noi”. Da qui un acceso battibecco con Alparone che ha affermato che un sindaco, “da buon padre di famiglia, dovrebbe assicurarsi che tutto proceda bene”. La Carluccio si è detta ‘offesa’ dalle parole di Alparone, il quale ha ribattuto: “Se lei si sente offesa dalle parole, io mi sento offeso dai non fatti di questa Amministrazione”. Ed ancora: “Un dato è incontrovertibile: c’è qualcosa che non va. Le foto scattate dalla mamma sono reali ed i genitori non sono né pazzi né maniaci. Mi aspetto che l’Amministrazione prenda provvedimenti. E, con tutto il rispetto – ha detto ancora Alparone – me ne faccio ben poco delle rassicurazioni dell’azienda”.

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Il direttore controllo e qualità della Markas Andrea Tezzele, infatti, aveva iniziato il suo discorso, per la verità con toni molto garbati e pacati, asserendo di aver notato “un attacco molto efferato sulla stampa sulle vicende legate al servizio di refezione. Attacchi – ha detto ancora – ai quali non intendiamo più sottacere perché contrari ai principi base della azienda che rappresento. E non intendiamo passare sopra rispetto a chi noi riteniamo i responsabili  di tutto questo (le testate che ne hanno parlato, raccogliendo le denunce? I dipendenti presunti sabotatori? O le mamme che mandano le foto ai giornalisti? Questo non si è capito, ndr)”. Sta di fatto che il dottor Tezzele, che pure si è ‘sciroppato’ tre ore di interventi di genitori legittimamente inferociti (fatta eccezione per qualcuno, per il quale il servizio mensa pare vada splendidamente…), ha rassicurato i presenti, dicendo che, nelle more di conoscere l’esito delle famose analisi su millepiedi e muffa, incrementeranno i controlli sulla gestione del Centro, magari anche attraverso la formazione dei dipendenti (cosa che, forse, andava fatta a monte, ndr).

Nel corso dell’incontro, tra gli altri, è intervenuto anche il presidente Adoc Giuseppe Zippo: “La vera notizia, oggi, è sapere quali misure l’azienda ha messo in campo dopo quanto accaduto ed in attesa che gli organi deputati facciano luce sui due gravi episodi. L’anomalia, invece, è la nostra presenza (di Adoc) qui, oggi, perché nessuna Amministrazione sino ad ora aveva coinvolto le associazioni dei consumatori per un servizio pubblico quale è la mensa. Quest’anno siamo fortunati ad avere genitori attenti, informati e competenti. Ma non è mica normale che siano loro a fare i controlli! Per questo ci sono gli Enti preposti”. E mentre il Presidente del Consiglio comunale Pietro Guadalupi ha puntato il suo intervento sulla necessità “di risolvere un problema che esiste”, Toni Muccio è stato piuttosto ‘duro’ sia con l’azienda che con lo stesso sindaco, quando quest’ultima ha cercato di sminuire la gravità di alcune situazioni immortalate dalle foto scattate dalla mamma (il pane per terra, le patate esposte alla luce, ecc…): “Sindaco – ha detto Muccio – non credo che a casa sua lei mangia il pane lasciato per terra?!”.

Insomma, una gran brutta storia che ha raggiunto il culmine quando, a precisa domanda di Paolo Taurino (coordinatore di Noi con Salvini ma, nella fattispecie presente come genitore) ”come mai l’Amministrazione non ha pensato quanto meno di sospendere il servizio, almeno fino a quando gli organi competenti non avranno stabilito cosa sia successo con il verme prima e con la muffa poi”, il sindaco ha risposto che non avrebbe potuto farlo perché avrebbe “messo in difficoltà quei genitori che non possono fare a meno del servizio mensa per questioni lavorative o familiari”. Da qui la risposta di Taurino: “Quindi, sindaco, ci sta dicendo o ti mangi ‘sta minestra o ti butti dalla finestra?”. Domanda ribadita da un altro papà, Lelio Lolli (peraltro anche consigliere comunale a San Donaci), ma che ha fatto ritrattare il sindaco da quanto detto prima.

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La realtà è che il clima si è infervorato e se non fosse stato per l’assessore Maria Greco che, dimostrando polso e competenza, ha preso in mano la situazione in più riprese, si sarebbe girati a vuoto ancora per molto. In ultimo, si è registrato l’intervento del dottor Costantino Del Citerna, il quale ha sottolineato che “il Comune non ha assunto preso provvedimenti nei confronti della Markas perchè, qualora dall’esito delle analisi non dovessero emergere responsabilità da parte dell’azienda, l’Amministrazione ne risponderebbe in maniera pesantissima dal punto di vista economico”.

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E l’ipotesi sabotaggio? E’ noto a tutti che gran parte dei dipendenti Markas ha intentato vertenza alla ditta perché si sono visti ridurre il monte ore e, a loro dire, operano in condizioni assurde. La parola sabotaggio era emersa prepotentemente dopo il primo episodio, quello del verme nei tortellini in brodo, tanto che due addette al servizio mensa e l’autista sono stati sospesi. Poi, la muffa. “Di fronte a due eventi anomali – ha concluso il direttore controllo e qualità Markas – è evidente che pensiamo al sabotaggio”. Una dichiarazione gravissima per l’azienda ma, soprattutto, per i bambini che usufruiscono del servizio, qualora l’ipotesi dovesse essere fondata. A difesa dei dipendenti Markas, tuttavia, si sono scagliate le mamme: “Sono persone squisite e ci hanno sempre aiutato. Basta con queste accuse”.

Pamela Spinelli
Direttore responsabile

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