“L’antifascismo non solo un vessillo da innalzare, ma una visione politica da attuare”

Con la Legge n. 645 del 20 giugno 1952, nota come legge Scelta, si da attuazione alla XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione Italiana entrata in vigore nel 1948.

La legge Scelba nei suoi 10 articoli prevede tutto ciò che c’è da prevedere nel caso in cui chiunque (cmq in un gruppo di persone non inferiore va 5, vedi art. 1) faccia
“apologia del fascismo” (art. 4).

L’apologia del fascismo si ha quando (art.1) “esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, princìpi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”.

Come è evidente c’è una legge del 1952 ovvero di 71 anni fa di cui è stato fatto ricorso solo una volta ovvero nel 1970 dal ministro della Dc on. Paolo Emilio Taviani per sciogliere “ordine nuovo” e “avanguardia nazionale” (cosiddetto terrorismo nero dato in contrapposizione politica al terrorismo rosso delle brigate rosse) organizzazioni dichiaratamente neofasciste.

Quindi esiste già un dispositivo di legge che può e poteva consentire di sciogliere le organizzazioni che attualmente e da tempo fanno e facevano apologia del fascismo. Persino i rappresentanti legali e politici di queste organizzazioni sono pluricondannati per reati di apologia del fascismo e violenze.

Dunque ci sono ampiamente le condizioni legali per sciogliere le considette organizzazioni neofasciste.

Eppure si devono fare nel 2021 manifestazioni, addirittura consigli comunali aperti (ma non a tutti), per ribadire ciò che è ovvio, normale ma soprattutto possibile legalmente fare. È evidente quindi che ci sono questioni politiche per le quali è necessario fare questa un po’ ipocrita retorica antifascista.

Il fascismo non è un opinione è stato un criminale modo di intendere la politica e la gestione della cosa pubblica. Ovvero una gestione totalitaria e autorchica. Purtroppo spesso anche nelle amministrazioni locali si trovano atteggiamenti simili seppur perpetrati da esponenti di natura politica apparentemente antifascista.

Quindi si può sciogliere quello che si vuole ma se non cambia l’approccio alla gestione democratica delle Istituzioni, ovvero non considerando l’avversario politico come un fastidio da annullare (persino eliminare) non se ne esce da un modello culturale che affonda le sue radici nell’autoritarismo.

Angelo Camassa (politologo autodidatta).

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