INTERVISTA – Il basket dal punto di vista del preparatore atletico, Sist: “Ho sbagliato ad andare via da Brindisi, felice di essere tornato”

BRINDISI – Dopo la sosta per la ‘sfortunata’ (?) Coppa Italia dell’Enel, ritorna il campionato e ritornano anche le interviste di Newspam.it.

Questa settimana, abbiamo voluto dare un taglio ‘nuovo’ della pallacanestro, incontrando il preparatore atletico della NBB Marco Sist. Una figura importante nello sport, specie in quello di squadra come il basket, in cui ogni giocatore è a sé, ma ‘subordinato’ alle scelte del coach. Poi, nessuno meglio di Sist conosce bene l’ambiente biancazzurro, a Brindisi dal 2012 al 2015, con una pausa nel 2015-2016, per poi ritornare nel capoluogo messapico quest’anno.

Dottor Sist, che difficoltà comporta fare il preparatore atletico di una squadra di Serie A?



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“Innanzitutto, devi avere a che fare con un gruppo eterogeneo, da un punto di vista della provenienza (cultura del lavoro differente). Capire da dove provengono i giocatori, quello che sono dal punto di vista umano, ciò che hanno fatto e cercare di creare un percorso allenante, che possa permettere loro di rendere al meglio. E’ difficile anche cercare di trovare un ‘qualcosa’ che sia adeguato per tutti, ma con le dovute differenziazioni”.

Lei, per un anno, ha lasciato l’Enel, per poi risposare il progetto societario. Cosa l’ha spinta a tornare?

“Mi sono reso conto di aver commesso un errore grave di valutazione ad andare via. Ho sentito la nostalgia di casa. Ma ho capito subito lo sbaglio, perché a Brindisi sono stato bene sia dal punto di vista umano che da quello lavorativo. Ho sempre mantenuto i contatti con l’Enel, perché qui ho anche amici. Il mio rapporto con la società va oltre quello professionale, così, abbiamo ristabilito un contatto e sono tornato”.



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Lei ha lavorato anche con Piero Bucchi. Quali sono le differenze di preparazione atletica che esigeva Bucchi e quelle che esige Sacchetti?

“Ciò che accomuna entrambi è il voler, ovviamente, avere gli atleti in buona condizione. Con Bucchi, c’era molta attenzione, dal punto di vista fisico, agli aspetti difensivi; Sacchetti, invece, vuole squadre che corrano tanto. Con quest’ultimo ho carta bianca: lui si fida completamente e condividiamo, poi, le scelte. La capacità più importante per un preparatore credo sia quella di adeguarsi alle richieste del coach”.

I risultati negativi di qualche settimana fa sono da attribuire o meno ad un calo fisico? Se sì, l’avevate pianificato?

“Un calo fisico non si pianifica. L’obiettivo è quello di tenere la squadra mediamente all’80% della condizione fisica per tutta la stagione. Dagli errori abbiamo imparato, ci hanno fatto bene e si è visto contro Milano, in cui abbiamo aumentato l’intensità di gioco”.

Avete programmato uno sprint finale dal punto di vista atletico?



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“Programmarlo è utopistico. Ovviamente, cerchiamo di portare i giocatori nella loro miglior condizione possibile fino alla fine. Non siamo Milano che fa una preparazione in vista dei play-off. Il nostro obiettivo è la salvezza. Se, poi, si va oltre, ben venga. Ad ogni modo, bisogna sempre tener conto di ciò che accade di volta in volta: gli infortuni sono dietro l’angolo, purtroppo. Sicuramente, da qui in avanti, cercheremo di prediligere l’aspetto ‘recupero’; è una cosa su cui dobbiamo migliorare”.

Un preparatore atletico deve entrare in sintonia anche con lo staff medico. Quale è la sinergia con quello di Brindisi?

“Con tutto lo staff e col dottor Palaia ho trovato un feeling talmente forte, già prima che lui collaborasse con noi in forma continua. E’ una lavoro che si sviluppa parallelamente ed è perfettamente integrato. Avere un medico come Palaia è un vantaggio, perché è un medico ‘da campo’, lo ha vissuto. Così, l’interazione con me e con i fisioterapisti è diretta. Ho anche la fortuna di collaborare con Longo e Caiulo: loro fanno sì che quei piccoli acciacchi che si presentano nel corso di una stagione vengano risolti nel più breve tempo possibile. Questo, permette a me di avere i giocatori sempre in forma”.

In questo momento, quale percentuale di forma dà alla squadra?

“Siamo in un buon memento e veniamo da buone partite. Aspettiamo il miglior Joseph”.

Come procede il recupero di Joseph? In che condizioni è?

“Lunedì ha iniziato ad allenarsi completamente con la squadra. Non ne può più di allenarsi con me, poverino (ride, ndr), e vuole tornare a fare basket. Ha molta voglia di recuperare, per via di una stagione sfortunata. Ha fatto tutti gli allenamenti completi. La mano è un po’ dolente, ma nulla che gli impedisca di allenarsi. Credo che il giocatore sia a disposizione per domenica, poi deciderà l’allenatore se utilizzarlo e meno”.



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Tommaso Lamarina
Redazione

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