Ecosistema Urbano 2017: la nota di Legambiente Brindisi

BRINDISI – Il rapporto sull’ecosistema urbano si fonda su quanto forniscono fonti pubbliche ufficiali e non fonti interne all’associazione; quest’anno, ad esempio i dati sulle fonti rinnovabili presenti a Brindisi non sono stati forniti, ragion per cui nel rapporto compare ND (non disponibili) con l’effetto di porre Brindisi in fondo alla classifica per quel che riguarda questa voce. E’ evidente che vi è una differenza sostanziale fra “Non disponibile” e “Non valutabile”; riguardo al ND il dato non è stato trasmesso dalle fonti pubbliche, mentre il NV (non valutabile) è tale perché Legambiente ha deciso di classificare NV la voce sulla qualità dell’aria a Brindisi per affrontare le questioni di seguito brevemente descritte:

Più analiticamente, però, bisogna tornare a rimuovere un equivoco di fondo che si pone ogni anno allorquando esponenti del mondo dell’industria sostengono che i dati dell’Ecosistema Urbano testimoniano valori di inquinamento industriale migliori di quelli segnalati dagli ambientalisti.

Ogni anno siamo costretti a ricordare che gli indicatori rilevati sono diversi per valutare l‘Ecosistema Urbano o l’Inquinamento Industriale e che ad esempio l’anidride solforosa (SO2), sulla quale studi epidemiologici continuano a richiamare l’attenzione per gli effetti di patologie degenerative cardiovascolari e tumorali, mentre è indice di inquinamento industriale non è oggetto di rilevamento nel valutare l’inquinamento urbano.

Rispetto agli indicatori dell’ecosistema urbano abbiamo più volte evidenziato la necessità di un allargamento di ciò che viene registrato con le centraline, che è più corretto considerare che esse registrano le ricadute al suolo più che la complessiva qualità dell’aria.

Abbiamo più volte chiesto, ad esempio, che vi sia un rilevamento più diffuso del PM2,5 (le particelle fra circa 5 e 2,5 µm si depositano prima dei bronchioli. PM2,5 – “particulate matter” con diametro inferiore a 2,5 µm (un quarto di centesimo di millimetro), sono considerate “polvere toracica”, cioè in grado di penetrare profondamente nei polmoni, specie durante la respirazione dalla bocca.) e che siano registrati indicatori connessi al traffico veicolare soprattutto nelle zone in cui esso è più intenso ed incolonnato, circostanze nelle quali vi è più emissione di inquinanti, a partire dal benzene.

È questa la ragione per cui a Brindisi, in occasione della presenza del “Treno Verde“ Legambiente ha in passato fatto sostare il mezzo mobile, che fra l’altro registrava appunto anche  il benzene, laddove è collocato il semaforo su via provinciale S. Vito o all’incrocio tra via Aldo Moro e via Martiri delle Ardeatine.

L’ARPA dovrebbe organizzare campagne di rilevamento mobile non in occasioni straordinarie, quando si hanno ripetuti sforamenti dei valori soglia, ma con regolarità e tanto più quando si registrano eventi particolari anche in zone della città di criticità ambientale e sanitaria.

Nell’area di Brindisi sono presenti diverse reti per il monitoraggio della qualità dell’aria, ed in particolare:

  • Rete della Regione Puglia;
  • Rete della Centrale Enel Brindisi-Nord;
  • Rete della Centrale Enel Brindisi-Sud;
  • Rete dell’ENICHEM
  • Rete POMA 1 e 2 del Comune di Brindisi (mai gestita dal Comune).

Alla Rete della Regione Puglia appartengono ben 25 centraline dislocate sull’intero territorio pugliese, di cui 5 appartenenti alla Provincia di Brindisi, e cioè:

  • Brindisi centro (Via Taranto);
  • Mesagne;
  • San Pancrazio Salentino;
  • San Pietro Vernotico;
  • Torchiarolo

In ogni caso da tempo è stata individuata la necessità di una rivisitazione del sistema di rilevamento, in primo luogo da inserire nel mai attuato “Piano di Monitoraggio Globale”, considerato obiettivo primario e immediatamente finanziabile nel Piano di risanamento ambientale dell’A.RIS di crisi ambientale di Brindisi. Il sistema di monitoraggio urbano è stato integrato, nei primi anni 2000 durante la giunta Antonino, dal Programma Operativo Multiregionale Ambiente (POMA) 1 e 2  che ha previsto la realizzazione di ben 14 nuove centraline nell’intero territorio urbano e la collocazione di sei “totem” in punti strategici della città (stazione, aeroporto, comune, piazza Vittoria, casa del turista e stazione marittima) tali da consentire la visualizzazione in tempo reale dei dati registrati dal sistema di monitoraggio.

Tutto il POMA, pur realizzato, installato e gestito dalla ditta esecutrice per circa un anno, è in un totale stato d’abbandono (che fine hanno i fatto i totem?), non avendo le successive amministrazioni provveduto ad affidare la gestione del sistema di monitoraggio; gestione che avrebbe dovuto vedere artefice l’allora “Brindisi Energia”, oggi Energeko, società in house del Comune.

Quanto riferito al POMA 1 e 2 ed il mai realizzato Piano di Monitoraggio Globale, pur considerato prioritario ed ammesso al finanziamento meriterebbero approfondimenti giudiziari in sede penale e contabile.

Altro punto su cui richiamiamo l’attenzione è la possibilità, che viene consentita per legge, di ritenere accettabile lo sforamento di PM 10 fino a 35 volte in un anno, come se fosse possibile accettare l’esposizione fino a 35 volte in un anno della popolazione a polveri superiore ai valori di legge. Nel comune di Torchiarolo è localizzata la centralina in via Don Minzoni in cui gli sforamenti sono stati ben superiori alle 35 volte nell’anno e si è creata una querelle su l’attribuzione della causa alla vicina centrale Brindisi Sud o ai camini domestici. Quel che è certo è che una campagna estemporanea con mezzo mobile dell’ARPA, a ridosso del Natale 2015, quando molti dei caminetti domestici erano stati dotati di elettro-filtri, ha portato a registrare picchi di concentrazione di PM 10 enormemente superiori ai limiti di legge, ma non è dato sapere quali provvedimenti e misure a tutela della salute pubblica siano poi stati assunti.

Altrettanto certo è che il dimezzamento della produzione della centrale ha comportato una riduzione degli sforamenti registrati a Torchiarolo. Segnaliamo anche il fatto che il rilevamento in quota dell’inquinamento, previsto nel Piano di monitoraggio globale, avrebbe consentito di rilevare la concentrazione di inquinanti secondari a cui uno studio del CNR attribuisce, con dovizia di particolari e individuazione dell’incidenza sulla popolazione, una delle principali cause di morte.

In conclusione, anche per evitare commenti distorsivi o letture parziali e di comodo, vanno ripensati i criteri che portano all’individuazione degli indicatori della qualità dell’aria e quelli che devono finalmente rendere operativi il piano di monitoraggio globale e un sistema più razionale integrato fra le centraline esistenti e quelle previste nel Programma Operativo Multiregionale Ambiente (POMA), oltre ad un impiego delle centraline di rilevamento mobile.

In merito al Programma Operativo Multiregionale Ambiente (POMA) che se gestito come previsto dal progetto e dal finanziamento oggi vedrebbe

Brindisi all’avanguardia in Italia, il sistema prevedeva il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico da traffico costituito da:

  • n° 4 stazioni di rilevamento, (Viale Togliatti, Viale A. Moro, Via Prov. S. Vito e Via dei Mille)
  • n° 6 sottosistemi di monitoraggio Siti Remoti (RVMR) a controllo delle aree ZTL, fra cui una posta in Piazza Anime angolo Via Anime, là dove si prevedeva un traffico elevato;
  • n° 30 telecamere per il controllo delle aree a ZTL, 20 delle quali ad infrarossi;
  • Sistema di telerilevamento dei bus della STP (65 unità a bordo) ed una postazione centrale operativa costituente il sistema “intelligente” di fluidificazione del traffico in vicinanza dei semafori, all’uopo opportunamente attrezzati;
  • n° 6 Totem Informativi e relativi al controllo in tempo reale delle condizioni di rilevamento degli inquinanti e della posizione dei bus; tali “chiostri informativi” erano installati in : Piazza Vittoria, presso il Comune, presso l’Ospedale Di Summa, presso la Stazione ferroviaria, presso l’Aeroporto e presso la stazione marittima.

Ebbene, tutto ciò era finalizzato al controllo degli inquinanti da traffico ed al miglioramento della fluidificazione dello stesso, oltre che al miglioramento della qualità della vita e della vivibilità dei residenti!

Attendiamo risposte e soprattutto atti in merito ai rilievi fondati puntualmente descritti da Legambiente e, ancor più affinché la salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica siano realmente assicurati.

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