Consorzio Arneo: “Un ente al servizio della prevenzione del rischio idrogeologico o un ‘carrozzone’ da dismettere?”

Sono ormai diversi anni che le amministrazioni comunali di Brindisi così come altre dei paesi limitrofi e facenti parte del distretto territoriale sotto la tutela del Consorzio dell’Arneo, chiedono interventi periodici e ben eseguiti di bonifica e manutenzione dei canali nei quali defluiscono acque piovane e reflue, provenienti sia dai centri abitati che dalle campagne.
Ricordiamo che dopo diversi richiami e solleciti, nel 2015 l’allora amministrazione di Brindisi riuscì ad ottenere dal Consorzio un intervento di pulizia straordinaria e radicale del canale Patri e furono stanziati 5 mln di euro per il recupero e la messa in sicurezza sia del corso d’acqua in questione che di altri limitrofi. Lo scorso anno nel mese di agosto il canale Patri fu interessato da rischio esondazione e dopo gli ennesimi solleciti ad opera del Commissario straordinario venne effettuato un intervento da parte della municipalizzata Multiservizi s.r.l. mirato al taglio dei canneti e delle erbacce che insistevano sugli argini. Nel mese di settembre venne deciso un intervento più accurato di pulizia da parte di Ecotecnica in danno al Consorzio a 24 ore da un’allerta meteo, dopo che pochi giorni prima un sopralluogo dei tecnici comunali aveva constatato l’urgenza di effettuare la rimozione di vegetazione spontanea e rifiuti, a cui seguì una diffida al Consorzio per mancato intervento.
Allo stato attuale pare che il Consorzio dell’Arneo abbia deciso di avviare gli interventi di pulizia e messa in sicurezza del Canale Reale a partire dell’agro di Latiano, ma nulla si sa ancora sull’intenzione o meno di realizzare le stesse operazioni sul Canale Patri.
Bisogna evidenziare inoltre che in questi anni le lamentele e i solleciti non sono partiti solo dalle amministrazioni pubbliche ma anche dai privati, in particolare imprenditori agricoli interessati dal pagamento del contributo. Alcuni della zona di S. Vito dei Normanni sembra siano sul piede di guerra per i ritardi degli interventi sul Canale Reale e per come a suo tempo furono effettuati gli ultimi. In particolare le lamentele vertono sui lavori che non sarebbero stati eseguiti a regola d’arte ed in modo da prevenire esondazioni, in quanto le ditte che hanno lavorato in appalto per conto del Consorzio avrebbero rinforzato gli argini del canale compattando i materiali di risulta recuperati dal fondo, sistema che hanno constatato essere poco efficace in caso di precipitazioni violente, tant’è vero che più volte hanno subito allagamenti e danni alle aziende.
Un altro imprenditore operante in agro di Tuturano avrebbe invece dichiarato di versare ad Consorzio un contributo annuo di 6000 euro e di non veder effettuare da almeno 15 anni alcun intervento di bonifica e messa in sicurezza in particolare del canale profondo circa 8 metri che insiste in quella zona.
Come si può evincere quindi, i contributi versati da molti privati ed imprenditori agricoli sono piuttosto esosi, costituendo risorse che vengono puntualmente sottratte ad un settore già in ginocchio a causa sia degli eventi meteorologici divenuti sempre più violenti ed imprevedibili, sia com’è ormai noto perché alle prese con i vari tentativi di contrasto ai parassiti che intaccano le piante sempre più difficili da sconfiggere, e tutto questo senza ricevere un servizio puntuale di tutela che si tramuta nei casi più estremi in danno economico.
Bisogna evidenziare che lo statuto del Consorzio per la bonifica dell’Arneo oltre a descrivere geograficamente le zone soggette al suo intervento, elenca tra gli altri compiti quello di predisporre sia un piano generale di bonifica e di tutela del territorio rurale, sia la predisposizione di programmi pluriennali ed annuali rivolti in tal senso. Ora c’è da chiedersi esiste davvero una programmazione? Esiste inoltre un serio affidamento di appalti a ditte in grado di eseguire i lavori a regola d’arte? Esiste da parte del Consorzio una sorta di controllo sull’esecuzione di tali lavori di bonifica? A giudicare da tutto ciò che è stato descritto non si direbbe!
Pertanto il Movimento +39 auspica anzitutto che finalmente non solo a livello regionale ma anche ministeriale si possa avviare una serie di ispezioni attestanti lo stato di salute dell’ente, l’esistenza o meno di una sorta di programmazione degli interventi e soprattutto il modo di utilizzo dei contributi versati dai cittadini in questi anni e dei fondi stanziati per interventi e scopi ben precisi.
Crediamo quindi che nell’ambito dell’abbattimento degli sprechi all’interno delle Pubbliche Amministrazioni si debba spostare l’attenzione sull’operato di tali enti e non su altre realtà con la conseguenza di causare un taglio di risorse ed un peggioramento dei servizi essenziali (salute, assistenza alle fasce più deboli, istruzione, ecc.) ai danni dei cittadini.

Dott.sa Loredana Siccardi, Movimento +39
Avv. Massimo Ciullo, fondatore del Movimento +39
Leandro Occhilupo, Presidente del Movimento +39

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