Ci siamo appena lasciata alle spalle la giornata mondiale della violenza sulle donne che è già ora di quella contro l’Aids (oggi 1 dicembre), mentre ne incombono molte altre tra cui la giornata dell’orgasmo (22 dicembre). E così per tutto l’anno perché è sempre la giornata che ricorda qualcosa. In principio fu la giornata dei rifugiati, indetta nel lontanissimo 1960, a cui seguirono quelle della salute e dei diritti umani. Da allora è stato un continuo e fantasioso dipanarsi di atti istitutivi finalizzati alle celebrazioni più disparate che ora hanno finito per inflazionare il calendario. Vari sono i soggetti che promuovono la sensibilizzazione ai vari temi umani, civili, sociali. L’Onu, l’Unesco, la Chiesa cattolica fanno a gara per sostenere principi e valori universali, nobili e importanti, che tuttavia spesso si ampliano in ambiti alquanto dispersivi e , a volte, addirittura involontariamente comici. Il 21 novembre si è celebrata la giornata “delle claustrali” (?), il 17 gennaio si festeggerà quella della pizza, il 5 febbraio quello della Nutella, il 3 maggio si ricorderà la risata, il 5 maggio si festeggerà la ricorrenza dell’ ”igiene delle mani”(domanda: e quelle dei piedi e delle parti intime?). Nel campionario ci sono anche i doppioni, quelli che Android suggerisce di unire nelle nostre rubriche telefoniche. C’è infatti una giornata per “l’udito” ed una per “il sordo”. Tutto questo affollamento di memorie crea però l’effetto “Al lupo, al lupo!” e fa perdere l’importanza solenne dei richiami a cose davvero importanti. Se ci sono molte problematiche in evidenza, e se tutte hanno pari titolo, i temi autenticamente salienti ed urgenti non emergeranno mai … E’ come la storiella della folla manzoniana che si alzava tutta sulle punte dei piedi per vedere meglio e finiva per vedere allo stesso modo di prima! Credo che, a monito di tali incongruenti sbracature, sia opportuno istituire al più presto“la giornata mondiale della NON giornata” …
Bastiancontrario
