Colpo gobbo: “La severa arte del dolce far niente” – di Bastiancontrario

Ai “ luoghi comuni “, ogni tanto, va data una bella spazzolata. Il far niente sarà anche dolce, ma non per questo è un’attività semplice. E’anzi un’arte di una certa complessità, che si raggiunge dopo anni di prove,  di esercizio impegnativo e continuo. Il far,bene, il niente non coincide con la pigrizia. Il pigro bighellona, sta seduto al caffè con aria annoiata o fuma una sigaretta stravaccato su di una panchina. Troppo poco. Il pigro,in effetti, non è pieno di vuoto, è solo un fancazzista involontario, che non ha preso coscienza della sua condizione esistenziale. Il fannullone doc, cioè l’esperto praticante di fannullismo avanzato,  non deve invece pensare, né distrarsi ascoltando e vedendo il prossimo. Deve rimanere immobile e astrarsi dalla realtà, quasi cadere in trance, come i maestri che praticano Zen, raggiungendo l’assoluto vuoto mentale. Il dolce far niente è quindi una disciplina severa e durissima: provate a rimanere apatici e a non distrarvi al pensiero del prelibato pranzetto che sta preparando mammina per il vostro compleanno, alla gustosa aspettativa di godervi la finale del Roland Garros sdraiati sul divano di vostro cognato, quello che ha un televisore da ottanta pollici, provate voi a rimanere indifferenti  al passaggio di un bel serbatoio basculante montato su una flessuosa ventenne che ondeggia su tacchi dodici, mentre la carenatura anteriore mostra il miracoloso gel fornito da madre natura alle sue grazie poppesche. Provate, e poi ditemi.

                                                                                              Bastiancontrario

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO