Autolavaggio scaricava in pubblica fognatura senza autorizzazioni: sequestro e denuncia

I Carabinieri Forestali, parallelamente ad un capillare monitoraggio sulle aree a rischio idrogeologico (allagamenti e inondazioni) della provincia, per l’ individuazione di eventuali abusi (principalmente edilizi e di gestione dei rifiuti), stanno effettuando verifiche su tutte le possibili fonti di inquinamento idrico, sia esso in falda, o nelle acque superficiali, ovvero indirettamente nel mare attraverso gli sversamenti illeciti nella pubblica fognatura.

Terminata la stagione dei controlli sui frantoi oleari, l’ attenzione è spostata sugli esercizi di autolavaggio, e proprio in uno di questi, a San Vito dei Normanni, i Militari della Stazione di Ceglie Messapica hanno riscontrato diverse irregolarità.

In particolare, hanno constatato che sia le acque di piazzale, sia quelle derivanti dal lavaggio degli automezzi, venivano convogliate tramite un impianto idrico direttamente nella pubblica fogna, senza alcuna autorizzazione da parte dell’ Ente competente, la Provincia.

Tra l’ altro, presupposto per la concessione della suddetta autorizzazione è il preventivo trattamento delle acque reflue industriali, prima dell’ immissione nella rete fognaria, tipicamente attraverso dispositivi di “dissabbiatura” e di “disoleazione”, di cui l’ esercizio deve essere dotato.

Data l’ assoluta irregolarità del caso, i Carabinieri Forestali hanno provveduto a sottoporre a sequestro preventivo penale l’ impianto di raccolta e scarico delle acque reflue, ed a deferire alla Procura della Repubblica di Brindisi il titolare dell’ autolavaggio, F.M. di anni 62, per i reati di cui all’ art. 137, commi 1 e 9, del “Testo Unico Ambientale” (decreto legislativo n. 152 del 2006), con pena prevista dell’ arresto da due mesi a due anni o, alternativamente, dell’ ammenda da 1.500 a 10.000 euro.

Sono stati inoltre identificati gli operai impiegati nella struttura, per accertamenti sulla regolarità della loro posizione lavorativa, che saranno approfonditi dal Nucleo Ispettorato del Lavoro dell’ Arma.

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