Quando arriva la diagnosi di autismo, il mondo crolla. I genitori si sentono impotenti, frustrati, increduli. Il dolore, l’angoscia e la disperazione possono prendere il sopravvento, oscurando ogni tentativo di reazione. Le madri e i padri di bambini con autismo vivono lo sconcerto, la confusione, le immagini costruite su quel figlio cadono amaramente nel vortice grigio di una via senza ritorno.

A chi rivolgersi? Cosa fare? Come sarà il decorso? Queste domande risuonano insistentemente e con sofferenza nella vita dei genitori. Con questa mole di tristezza cronica l’informazione e la formazione di nuove strategie pedagogiche e gestione dello stress personali devono necessariamente essere cercate in un ambiente professionale adeguato e di fiducia. Occorre essere ascoltati e sostenuti in questo delicato e lungo percorso.

Lo stress che affrontano questi genitori è consistente. Emerge che la mancanza d’interazione, del linguaggio, la sfera affettiva scarsamente espansiva provocano un sentimento di rifiuto negli adulti e quindi mettono in moto anche poche risorse, o incostanti, per entrare in relazione e stimolare il bambino stesso. Unita all’assenza di comportamenti sociali, ci sono poi i comportamenti problema che causano frustrazione, angoscia, vergogna, tristezza riducendo le capacità di problemsolving e coping nei genitori. A causa della natura permanente del disturbo, la famiglia è anche molto tormentata dall’incertezza per il futuro connessa quindi a rendere più autonomo possibile il proprio figlio.

Lo stress e la mancanza di fiducia investe pienamente non solo le mansioni genitoriali ma mette a dura prova anche quelle personali e coniugali. Infatti studi dimostrano che molte coppie possono anche separarsi o pensare di farlo, poiché un misto di impotenza, rabbia, vergogna senso di colpa dettano il rifiuto e la resa. In questo misto di emozioni e pensieri, la tempistica è importantissima: prima s’interviene più risultati si ottengono, poiché la mente del piccolo è più duttile ed i comportamenti possono essere più facilmente modificati. Inoltre prima si richiede un intervento specializzato, più beneficio ne hanno i genitori per un lavoro personale di accettazione, consapevolezza e messa in atto di comportamenti adeguati e funzionali per stessi e per il bambino. Essere ascoltati, partecipare a gruppi di lavoro con altri genitori, sfogare i propri sentimenti risulta utile a diminuire lo stress normalizzare i pensieri e le emozioni di vergogna, rabbia, senso di colpa, angoscia

Un intervento a sostegno del quotidiano contribuisce ad alleviare lo stress: la quantità di sollievo dall’accudimento è positivamente correlata alla qualità della vita coniugale; invece, maggiore presa in carico è stata associata ad un aumento dello stress. Un genitore ottimista sarà più predisposto a sfide quotidiane e future.

Rita Verardi – psicologa e psicoterapeuta

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