Amore e ipocrisia nella pittura di Camilla Cuparo a Manduria

L’ASSOCIAZIONE CULTURALE LA PICCOLA BOTTEGA DELLE ARTI (RM) e la direzione artistica dell’Associazione culturale Lo Specchio delle arti, presieduta da Assunta Fanuli, costumista e insegnante di danze storiche, presentano  la retrospettiva della pittrice Camilla Cuparo “Dell’amore e di altre ipocrisie” che sarà inaugurata alle ore 21 del 16 luglio 2022 presso “LO SPECCHIO DELLE ARTI”, via G Pacelli, 59 – MANDURIA (TA).

La mostra sarà visibile nei seguenti giorni e con gli orari di seguito indicati:

Lunedì e mercoledì: 17:00 – 19:00/21:00 – 23:00

Martedì e giovedì: 10:00 – 12:00/21:00 – 23:00

Lunedì e mercoledì: 17:00 – 19:00/21:00 – 23:00

Venerdì, sabato e domenica: 21:00 – 23:00

La mostra sarà accessibile con prenotazione ai seguenti recapiti telefonici

PER  INFO : 377 379 6129 – 339 333 1613

L’artista Camilla Cuparo, pluripremiata Drammaturga, Regista Teatrale, Sceneggiatrice e Pittrice italiana è definita in occasione del Premio Landieri alla Regia,  come “Una delle più interessanti drammaturghe della scena contemporanea italiana”.

Per la sua ricerca, lo studio, il metodo e l’innovazione è considerata una delle più importanti docenti di propedeutica Musicale per bambini e una delle più importanti docenti/drammaturghe di “teatro autoriale di impegno civile” per bambini e ragazzi.

Lei stessa dichiara: “L’Atto Creativo è una sorta di eiaculazione. Potente. Forse l’unico vero momento nel quale una donna si avvicina all’esternazione del “dare” maschile. L’Accoglienza, che spesso è solo un generoso dare, resta un dono quasi esclusivo del femminile. Poter possedere entrambe le sfumature sarebbe Divino O diabolico.”

Questa retrospettiva comprende alcune delle opere più significative create dal 1994 ad oggi, molte delle quali fanno parte della ricerca pittorico/teatrale alla quale l’artista si dedica dal 2000 e, cioè, il senso del peccato e l’ipocrisia che si nasconde dietro ad un certo buonismo incancrenito che, troppo facilmente viene definito amore.

“Non credo nel peccato ma piuttosto nella fragilità dell’essere umano e questo mi pone difronte a tante domande rispetto a ciò che avviene nel mio paese ma anche in tante altre parti del mondo. Io indago l’uomo e, appunto, la sua fragilità e non mi rassegno alla facile conclusione che si nasca buoni o cattivi. Il libero arbitrio non esiste se accettiamo il fatto che io non scelgo dove nascere e in che epoca vivere, non mi scelgo la famiglia…  voglio dire, basterebbe ragionare su poche cose per essere costantemente grati. Invece siamo alla deriva, accecati dalla futilità del virtuale, che porta alla non responsabilità vera di ciò che diciamo o facciamo.  Questo tempo fa uso, in egual modo e misura, di peccato e amore. Due estremi che divengono un unico obiettivo: controllare le masse.  Ecco, con la mia arte pongo e mi pongo questa domanda: dopo tutte le lezioni del passato, dove siamo finiti, come essere viventi? ”

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